Il Sole 24 Ore Giovedì 19 Settembre 2019 21
Mondo
Israele, non c’è una maggioranza per governare
DOPO IL VOTO
Situazione di stallo dopo
il quasi pareggio tra Gantz
e l’irriducibile Netanyahu
Possibile via di uscita
una grande alleanza
a tre di unità nazionale
Dal nostro inviato
GERUSALEMME
«Speriamo di non finire come l’Italia.
Tre elezioni in un anno sarebbero
davvero troppe!» Ephraim, manager
in un magazzino di elettronica, forse
si confonde con la Spagna. La sua pre-
occupazione, tuttavia, è condivisa da
molti israeliani. Il giorno dopo le ele-
zioni politiche, le seconde in cinque
mesi, il verdetto uscito dalle urne è
quello che tutti speravano non si av-
verasse ma che, sotto sotto, temeva-
no: una situazione di stallo, di ingo-
vernabilità. E dietro l’angolo lo spet-
tro di nuove elezioni, se la leggendaria
creatività – o volubilità – dei politici
israeliani non troverà una nuova ri-
cetta politica per far convivere forze
apparentemente agli antipodi.
In questa elezione politica tre sono
i dati rilevanti. Primo. Un chiaro vinci-
tore non c’è. Secondo. L’affluenza è
stata comunque alta (quasi il %), se-
gno che gli israeliani hanno creduto
nella possibilità di dare stabilità al Pa-
ese. Terzo, l’era di Benjamin Netan-
yahu, il premier più longevo nella sto-
ria di Israele, perfino più del padre
della patria, David Ben Gurion, sta
volgendo al termine.
I risultati confermano tutto som-
mato i sondaggi. Blu e Bianco, il parti-
to di centro che strizza l’occhio a sini-
stra, guidato dall’ex capo di Stato
maggiore Benny Gantz, è la prima for-
za politica con seggi. Il partito con-
servatore Likud ha ottenuto un seggio
di meno. Ma in Israele non conta mol-
to chi vince più seggi come partito.
Piuttosto chi riesce a formare una co-
alizione che raggiunga la maggioran-
za, quindi almeno dei seggi del
Parlamento. Netanyahu lo sa bene. Lo
scorso aprile fu a lui che il presidente
Rivlin affidò l’incarico di formare una
maggioranza nonostante il Likud
avesse ottenuto gli stessi seggi, , del
partito Blu e Bianco. Bibi perse i voti
dell’amico-nemico Avigdor Lieber-
man e non ci riuscì. Aprendo la strada
alle seconde elezioni.
Ma chi oggi può formare una mag-
gioranza? Qui le cose si complicano
ancora. Perché nessuna coalizione
ha raggiunto l’anelata maggioranza
in Parlamento. Il blocco di destra si è
fermato poco sotto, a seggi. Quello
di sinistra a , se si include però
l’improbabile adesione della lista dei
partiti arabi. Sul fronte della destra,
la coalizione Yamina (la voce di buo-
na parte dei sionisti che vivono negli
insediamenti) ha raccolto, seggi.
Sono andati bene anche i due partiti
religiosi , degli ultra-ortodossi, an-
ch’essi alleati di Netanyahu. Lo Shas,
la forza politica degli haredi sefarditi,
ha preso sette seggi. Nove sono inve-
ce i seggi ottenuti dalla United Torah
Judsaism, il partito degli ultra haredi
askenaziti. Quanto alla sinistra il
partito laburista sopravvive, con
seggi. Ma i fasti di quando era la pri-
ma forza del paese, capace di espri-
mere premier carismatici, sembrano
quasi una leggenda. Le due vere sor-
prese sono la lista araba, salita a
seggi, e il partito di Lieberman, Yisra-
el Beitenu, che raccoglie i voti degli
immigrati russi, capace di raddop-
piare i seggi, salendo a nove.
E ora cosa accadrà? È davvero la fi-
ne per Re Bibi, riuscirà il procuratore
generale ad incriminarlo in ottobre
per tre casi di corruzione? Molto di-
penderà dal Likud. Se l’entourage che
Bibi si è tenuto stretto intende scari-
care il suo Re. Preoccupato, Netan-
yahu ha comunque deciso di annulla-
re il suo viaggio a New York per l’As-
semblea Generale dell’Onu. Un ap-
puntamento che non aveva mai
mancato negli ultimi anni. «È uno
scenario possibile, ma lo ritengo re-
moto – spiega Jonny Perl, direttore del
Media Central di Gerusalemme -.In
anni il Partito conservatore Likud ha
avuto solo quattro leader. E non ne ha
mai scaricato uno». La soluzione oggi
appare un Governo di Unità. In cui do-
vrebbero far parte almeno tre forze
politiche: Blue Bianco, Likud e Lieber-
man. Ma i loro leader non appaiono in
linea. «Ci uniremo solo a una grande
coalizione liberale di unione naziona-
le», ha sottolineato Lieberman. Lui
accetterebbe anche Netanyahu come
premier, ma certo non la presenza de-
gli ortodossi. Cosa che non dispiace al
partito Blu e Bianco, ma solo se Ne-
tanyahu sarà fuori dai giochi, o alme-
no non sia premier. Il Likud invece
non vuole abbandonare il suo capita-
no: o un Governo di unità con a capo
Bibi,o nulla. «Forse c’è uno scenario
più probabile, di cui ancora non si
parla – conclude Perl -:Ganzt diventa
premier di un governo di Unità, ma
per soli due anni. Bibi vi partecipa ma
nel frattempo trova un modo di siste-
mare i suoi guai giudiziari». Solo il
tempo ci dirà quale Israele prenderà
forma nelle prossime settimane.
—R.Bon.
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Declino.
Il premier
Benjamin
Netanyahu dopo
l’esito del voto
che non ha
prodotto alcuna
maggioranza per
governare Israele
REUTERS
Roberto Bongiorni
R
euven Rivlin, il presidente
di Israele, lo ha fatto capire
bene. Insisterà affinché si
formi una maggioranza
politica. L’ultima cosa che
desidera è vedere Israele per la
terza volte alle urne in meno di un
anno. Il Paese non può
permetterselo. Per una serie di
ragioni. Economiche, ma anche, e
soprattutto, di sicurezza.
È difficile contestare i anni di
crescita continua che hanno
caratterizzato l’era di Bibi
Netanyahu. Il Pil è cresciuto a un
tasso medio annuo superiore al
%, l’inflazione è ai minimi, la
disoccupazione pure. Nel mezzo
della tempesta mediorientale
Israele appariva un’isola felice,
anche economicamente. Eppure
proprio quest’anno nubi grigie si
addensano all’orizzonte. La guerra
dei dazi tra Stati Uniti e Cina, e lo
spettro di una recessione nelle
economie industrializzate, ha
avuto un impatto anche su questo
piccolo paese che vive di
esportazioni verso Usa ed Europa.
Così nel secondo trimestre del
la crescita si è ridotta all’% mentre
il deficit di bilancio ha sforato gli
obiettivi del Governo (,% del Pil)
avvicinandosi al per cento. Il
piano di riforme lanciato per
privatizzare l’economia, ridurre la
burocrazia va portato avanti.
Senza contare che ogni elezione,
come nelle altre democrazie, costa,
e molto. Qui si parla di oltre cento
milioni di dollari.
Ma è sul fronte della sicurezza
che Israele non può permettersi di
rimanere orfano di un Governo.
Mai come ora il Paese deve essere
compatto e organizzato per
fronteggiare le crescenti minacce
esterne. Prima fra tutte l’Iran. Le
recenti tensioni nel Golfo Persico
potrebbero degenerare da un
momento all’altro. In caso di
rappresaglia militare americana in
risposta al bombardamento degli
impianti petroliferi sauditi, l’Iran
potrebbe rispondere usando le sue
basi sullo scacchiere
mediorientale. E non è escluso che
la sua risposta militare possa
ritorcersi contro Israele. Attraverso
il movimento sciita libanese degli
Hezbollah, la longa manus di
Teheran sul Mediterraneo. E
attraverso le sue basi militari in
Siria. In Israele la percezione è
diffusa: i partiti devono trovare un
accordo. Subito.
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L’ANALISI
Economia e sicurezza, perché il Paese
non può permettersi una terza elezione
Stati Uniti, nuove sanzioni
in arrivo contro l’Iran
L’ATTACCO AD ARAMCO
Trump chiede al Tesoro
un inasprimento. O’Brien
nuovo consigliere Sicurezza
Riccardo Barlaam
Dal nostro corrispondente
NEW YORK
Gli attacchi alle due raffinerie petroli-
fere sono partiti dall’Iran e non dallo
Yemen, sostengono sauditi e ameri-
cani. Trump chiede di rafforzare le
sanzioni economiche a Teheran.
L’Iran continua a negare ogni respon-
sabilità e si dice pronto a rispondere
con le armi a ogni azione di ritorsione.
Gli Stati Uniti, intanto, non hanno an-
cora rilasciato il visto al presidente
dell’Iran Hassan Rouhani che lunedì
dovrebbe parlare all’Assemblea gene-
rale dell’Onu. Se il visto non arriverà
nelle prossime ore, l’Iran annullerà la
sua presenza al summit.
«Indiscutibilmente» c’è la mano di
Teheran dietro gli attacchi, spiega il
portavoce della Difesa saudita, Turki
al-Maliki: «L’analisi dei dati sui siti
colpiti mostra che le armi sono state
lanciate dall’Iran». Secondo il Penta-
gono droni e missili cruise sarebbero
partiti dal Sud Ovest dell’Iran: l’eleva-
to grado di complessità tecnologica
del duplice attentato non sarebbe
compatibile con la forza bellica degli
insorti yemeniti. Tuttavia per l’Iran le
evidenze mostrate dai sauditi «non
provano niente».
In questo gioco al rimpiattino i ri-
belli Houthi, che continuano a riven-
dicare la paternità degli attacchi, mi-
nacciano altri attentati verso Emirati
Arabi Uniti e Arabia Saudita con «de-
cine di possibili obiettivi».
Il presidente Trump in questo cre-
scendo di tensione ha chiesto al se-
gretario al Tesoro Steven Mnuchin
«un incremento sostanziale delle
sanzioni» economiche all’Iran, impo-
ste unilateralmente dagli Usa un anno
fa. Sanzioni che oltre alla produzione
petrolifera e alle banche potrebbero
colpire società di costruzioni e altre
aziende quotate controllate dai Pa-
sdaran. Trump non ha precisato quali
saranno queste «sanzioni seconda-
rie». Ma un primo effetto di questa ul-
teriore levata di scudi è la quasi sicura
bocciatura da parte dell’amministra-
zione della proposta negoziale euro-
pea, avanzata dal presidente francese
Emmanuel Macron a inizio mese, di
ammorbidire le sanzioni concedendo
una linea di credito a Teheran da
miliardi di dollari da qui a fine anno.
Un piano verso il quale in un primo
momento Trump aveva mostrato
aperture. Il ministro degli Esteri russo
Serghej Lavrov definisce «distrutti-
va» la prospettiva di un rafforzamen-
to delle sanzioni americane che «non
risolveranno nulla».
Trump ieri ha anche scelto il sosti-
tuto di John Bolton, il consigliere per
sicurezza nazionale che era a favore
dell’intervento armato contro Tehe-
ran, silurato il settembre. Al suo po-
sto ha nominato l’ambasciatore Ro-
bert O’Brien, moderato repubblicano,
avvocato esperto di arbitrati interna-
zionali, abile negoziatore vicino al se-
gretario di stato Mike Pompeo, che in
queste ore arriva a Riad per incontrare
il principe ereditario Mohammed bin
Salman e seguire da vicino la crisi in
Medio Oriente.
Intanto Teheran ha avviato rela-
zioni bancarie con la Russia e presto lo
farà anche con altri Paesi come Tur-
chia e Iraq, per eliminare il dollaro dai
suoi scambi internazionali e sostituir-
lo con le valute locali, in modo da con-
trastare le sanzioni bancarie america-
ne. Lo ha annunciato lo stesso presi-
dente Rouhani: «Il mondo sta inizian-
do una seria lotta contro il dollaro, che
porterà alla fine del dominio degli
Stati Uniti sui mercati finanziari e mo-
netari mondiali».
Rohuani e il ministro degli Esteri
Javad Zarif, con venti delegati irania-
ni, venerdì dovrebbero partire alla
volta di New York per l’Assemblea
dell’Onu ma, come accennato, senza
il visto americano rischiano di dover
cancellare la partecipazione al vertice
al Palazzo di Vetro. In forza di un ac-
cordo con l’Onu, gli Usa devono ga-
rantire i visti ai capi di stato stranieri
per gli incontri dell’Assemblea gene-
rale. In rare occasioni il visto è stato
negato: nel gli americani non au-
torizzarono l’ingresso di Yasser Ara-
fat perché – sostenevano - il leader
palestinese poneva minacce alla sicu-
rezza nazionale.
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‘‘
Difficile che
il Likud
abbandoni
il suo leader
in un
momento
di difficoltà
senza
precedenti
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profi lo e che richiedono alle imprese profonde
trasformazioni interne per garantire la compe-
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Il processo di digitalizzazione intrapreso dal Go-
verno Italiano, avviato per incrementare l’effi -
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passato.
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blockchain sono solo alcune delle tecnologie
che stanno già avendo impatti signifi cativi sulle
aziende, anche di piccola dimensione.
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di prendere decisioni sempre più rapide pres-
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richiedono soluzioni specifi che per segmento
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nel quale l’azienda si muove (clienti, fornitori,
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counting Italia è una moderna e affi dabile
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crescita e la competitività delle aziende, au-
tomatizzando tutte le operazioni, integrando e
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anche quelli interni all’impresa, così da rispar-
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rori e disfunzioni.
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processi e le abitudini lavorative.
Questo è un grande valore della soluzione ERP
di Wolters Kluwer Italia che si accoppia all’uti-
lizzo di potenti motori di business intelligence
in grado di estrapolare trend in tempo reale e
cruscotti sempre aggiornati per supportare gli
imprenditori nelle decisioni di business. L’im-
prenditore infatti deve essere sempre informato
sull’andamento e sullo stato di salute della sua
azienda per poter prendere decisioni corrette e
tempestive.
Già dal 2018 Arca EVOLUTION è stata attrezza-
ta per accompagnare le imprese nella comples-
sa e delicata transizione verso la fatturazione
elettronica, non preoccupandosi unicamente
dell’adempimento ma puntando a rendere più
effi cienti ed effi caci i processi amministrativi
collegati.
Gestire un’impresa signifi ca tenerne sotto con-
trollo ogni suo aspetto operativo, contabile e
non. La gestione dei contatti, clienti, potenziali
tali o fornitori, è un’attività aziendale tra le più
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sa e Wolters Kluwer Tax & Accounting Italia ha
sviluppato il concetto di digitalizzazione delle
informazioni provenienti dalle attività di contat-
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fruibili in ambito ERP. Ecco Arca EVOLUTION
completata ed arricchita da ARCA GP (Gestione
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Wolters Kluwer Tax & Accounting Italia, sottoli-
nea come nel mondo produttivo e commerciale
sia necessario “avere massima cura del cliente
per ottenere sempre le migliori performance
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zione del mercato consentono la perfetta digita-
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necessario per controllare, ed eventualmente
modifi care, la strategia aziendale. L’affi dabilità
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ricchimento con ARCA GP, software di gestione
relazionale con funzioni anche CRM, unico nel
suo genere in quanto integrato nell’ERP.”
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dicata alle PMI di qualsiasi settore industriale e
commerciale, e consente di organizzare i pro-
cessi interni extra contabili dell’azienda.
La soluzione consente una gestione delle atti-
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pio commerciali, amministrative, reclami, di
assistenza, ed altro, centralizzata e condivisa
con tutta l’azienda. Permette all’intera struttu-
ra aziendale di focalizzarsi sull’asset principale
dell’impresa, il suo cliente, e seguirlo al meglio
in ogni aspetto della relazione. ARCA GP con-
sente all’azienda di avere la visione completa
delle relazioni con tutti i propri business partner,
dunque anche con i propri fornitori.
ARCA GP è in grado di fornire statistiche e dati
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che, una volta elaborati, premetteranno di af-
fi nare le strategie di relazione, commerciali, di
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EVOLUTION e Arca GP, fruibili, ovviamente, an-
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