Panorama - 18.09.2019

(Nandana) #1

BELLEZZA & BUSINESS


66 Panorama | 18 settembre 2019


somigliano a palline che rimbalzano da
una città all’altra e dell’artista di grido
c’è più il nome ma molte poche opere.
Eppure qualcuno prova a lavorare a un
progetto diverso. Arturo Galansino è
nato nel 1976 in Monferrato, è storico
dell’arte e ha ricoperto incarichi di rilie-
vo, per esempio alla Royal Academy of
Arts di Londra; dal 2015 dirige la Fonda-
zione di Palazzo Strozzi a Firenze, una
città non esattamente con la vocazione
alla contemporaneità. Ma lui, che è
specializzato sulla pittura del Cinque-
cento, ha dato la scossa con un’offerta
di mostre che va dal cinese «militante»
Ai Wei Wei al maestro di Leonardo, cioè
il Verrocchio; da un record come quello
di Marina Abramovic, protagonista
dell’esposizione contemporanea più vi-
sta in Italia, al Rinascimento elettronico
di Bill Viola («Da quando sono qui vivo
una schizofrenia feconda tra passato e
presente» sintetizza).
Il pubblico dunque, giovani compresi,
risponde (per Abramovic il 50 per cento
dei visitatori aveva meno di 30 anni).
Ora, alla vigilia di un’altra mostra-
scommessa come quella di Natalia
Goncharova, artista russa del primo


Novecento, che inaugura a Palazzo
Strozzi il 28 settembre (vedere scheda
sotto), Galansino parla con Panorama
di che cosa oggi significhi costruire una
mostra di successo, dove l’onnipresente
business abbia comunque rispetto per
chi va a vederla.
Goncharova è una scelta non
scontata e neppure comoda.
È stata la prima donna a far parte delle
avanguardie, aperta al futurismo ma
con legami fortissimi alla tradizione
della sua terra. Libera, controcorrente
nell’opera come nelle scelte di vita.
L’arte femminile di questo periodo, al di
là della molto di moda Frida Kahlo, va
finalmente conosciuta e valorizzata.
Quest’artista è stata processata per
aver esposto il primo nudo femmi-
nile. Ma anche oggi, quando avete
pubblicato il quadro della Modella
(su sfondo blu) su Instagram, il
social vi ha bloccato per via dei seni
scoperti...
Abbiamo avuto lo stesso problema per
le installazioni di Marina Abramovic.
Stavolta però si trattava di un quadro...
Instagram ha evidentemente un
problema di algoritmo, visto che poi ci

si trovano anche immagini sexy. Oggi è
un mezzo utile anche per conoscere
l’attività di molti artisti, ma la censura è
inaccettabile. Questo nonostante la
pubblicità che ha già fatto alla mostra
prima che apra.
I numeri vi danno ragione. Palazzo
Strozzi ha avuto 180 mila visitori per
Abramovic. Firenze è nel circuito
internazionale per l’arte contempora-
nea. Qual è la ricetta per «cucinare»
una mostra di successo?
Ci sono due aspetti nella questione.
Il primo obiettivo che ci poniamo è
allargare la conoscenza del pubblico,
offrire un punto di vista diverso. Anche
quando facciano una mostra su
Verrocchio, nell’anno leonardesco
in apparenza saturo di iniziative, noi
abbiano parlato del maestro in rapporto
all’allievo. L’altro aspetto cruciale è
quello economico. Nel mix del bilancio
di Palazzo Strozzi solo il 20 per cento
delle risorse è pubblico. Il 40 per cento
è privato, ma la componente più
significativa è il 40 per cento che deriva
dai biglietti venduti. Una percentuale
sconosciuta anche nei musei
americani... Il successo, il gradimento

Spiazzante, poliedrica, sempre su nuove strade. Natalia
Goncharova fa sintesi dell’energia portata dalla grande pittura
europea tra Otto e Novecento (Gauguin, Matisse e Picasso)
e una radice popolare russa. Nella mostra di Palazzo Strozzi (20
settembre 2019-12 gennaio 2020, info: http://www.palazzostrozzi.org),,)
attraverso una decina di sale e 130 opere, s’intrecciano la
biografia dell’artista con la storia di vari movimenti culturali.
Dalle sue origini - è nata nella Russia centrale nel 1881 - agli studi a
Mosca, agli incontri con le avanguardie, alle prime esposizioni,
ai viaggi e alle frequentazioni a Parigi (nella foto, l’artista nel suo
studio nella capitale francese, nel 1918-19) e in Italia, dove stringe
rapporti con i futuristi (una sala della mostra è dedicata proprio
a questo legame, con quadri di Boccioni e Balla). E poi,
l’importanza del teatro nell’espressione di Goncharova,
il rapporto creativo e sentimentale - durato fino alla sua morte,
nel 1962 - con il pittore Mikhail Larionov. È un viaggio affascinante
nella personalità di un’artista della quale il poeta francese
Guillame Apollinaire ha detto: «Il movimento nella sua arte
è una danza ritmata dall’entusiasmo». (m.q.)


A PALAZZO STROZZI, UNA VITA IN 130 OPERE


Mosca, Galleria Statale Tretyakov
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