Panorama - 18.09.2019

(Nandana) #1

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Pensa così di coinvolgerla in una stravagante avven-
tura: l’acquisto di un androide. Uno dei primissimi
esemplari di macchina senziente. L’umanoide si chia-
ma Adam, ne hanno prodotti solo 12 (e 13 Eve), ed è
bellissimo, forte, sessualmente attivo, pronto a tutto
per difendere il suo umano. Diciamo che è pronto a
fare anche cose che sarebbe meglio evitare. Come
facile immaginare, il rapporto tra l’uomo e questo
«ultra uomo» non porta risultati meravigliosi, ma è
opportuno non svelare di più della trama.

Quello che ci interessa indagare, qui, è piuttosto
l’approccio con cui McEwan affronta un argomento
imponente come la rivoluzione digitale. Non è certo
il primo a misurarsi con robot, intelligenze artificiali,
computer e Internet. Da Kurt Vonnegut a George
Orwell alcuni fra i più straordinari narratori di ogni
tempo si sono confrontati con il mondo delle mac-
chine e con il progresso tecnologico (di cui la società
del controllo è figlia). Oggi però c’è una differenza
fondamentale: molte delle cose che gli scrittori hanno
immaginato nel corso dei decenni sono possibili. E,
soprattutto, la cosiddetta rivoluzione digitale ha pro-
dotto conseguenze inaspettate e per niente positive.
Ecco allora che i romanzieri di oggi – o
almeno quelli più sensibili - si trovano
costretti a indagare il lato oscuro della
tecnologia e del sistema neoliberista
che ne sta consentendo l’espansione
illimitata.

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Ecco allora che i
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Il romanzo futurista Macchine
come me (Einaudi, 296 pagine,
19,50 euro) dello scrittore
inglese Ian McEwan.

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