Panorama - 18.09.2019

(Nandana) #1

PIACERI_L’ARTE DA NON PERDERE


86 Panorama | 18 settembre 2019


tura mediterranea con un ponte a tre archi
sullo sfondo, un tempio su una collina e
un villaggio con un castello sullo sfondo.
La raccolta di Van Wittel è seconda solo a
quella del principe Colonna.


Seguono paesaggi classici del Seicen-
to, dal mirabile Poussin, di incontami-
nata purezza, allo stregato Claude Lor-
raine, ai due Salvator Rosa, all’ombroso
Dughet, carico di presagi. Paradisi perduti
si vedono oggi, con infinito rimpianto, in
Paolo Anesi e Antonio Joli, a Roma come
a Napoli. Lampronti, regista di escursioni
protette e privilegiate, chiude i suoi limpidi
cieli al visitatore fortunato di questi ameni
giardini con un imperdibile Zuccarelli,
profumato di primavera sotto una volta
azzurra e rosata; e con un incantato Jacob
Philipp Hackert, con il desiderato Porto
di Salerno visto da Vietri, con in primo
piano pastori e altre figure, e sullo sfondo
il Castello di Arechi e imbarcazioni nella
baia, inscritto, firmato e datato Porto di
Salerno / Filippo Hackert nel 1797.
Fine di un’epoca. Nato in una famiglia
di pittori, il suo talento precoce lo destina
all’Accademia di Belle arti di Berlino, dove
Jacob Philipp Hackert si orienta verso la
pittura di paesaggio. Nel 1765 arriva a
Parigi per incontrare e confrontarsi con


crebbe fino al momento in cui, nel 1786,
lo nominò «Pittore di Paesi, Cacce, e Ma-
rine, con annua pensione di ducati 1.200
oltre un bel quartiere in questa Città, e
a Caserta. Essendo la prelodata S. M.
intieramente saddisfatta de’ quadri che
quest’abile Professore fece fino da 4 anni
per adornamento de varj Palazzi Reali, ha
estesa la sua bonità anche al fratello del
medesimo Sig. Giorgio Hackert, dichia-
randolo suo primo Incisore nel genere
inteso». In quello stesso anno Hackert
conobbe Goethe e ne divenne amico.

«Oggi facemmo visita a Philipp
Hackert, il celebre paesaggista, che
gode di speciale confidenza e d’insigne
favore presso il re e la regina. Gli è stata
riservata un’ala del palazzo Francavilla,
ch’egli ha fatto arredare con gusto d’arti-
sta e dove abita con soddisfazione. È un
uomo dalle idee assai chiare ed acute,
che lavora senza tregua, ma sa godersi
la vita». (Johann Wolfgang von Goethe,
Viaggio in Italia).
In questo periodo Hackert fu attivo
con continuità nelle residenze reali, e
realizzò la serie dei 17 porti borbonici.
Tra il 1789 e il 1793 si applicò a piccole
ma prestigiose commissioni per il Re.
Nel 1796 lasciò il suo alloggio caserta-
no per far posto a due anziane zie del
re che vennero a corte dalla Francia. Si
trasferì in una piccola casa al Vomero,
dove continuò a dipingere vedute del
golfo di Pozzuoli e del giardino inglese
di Caserta. Quest’ultimo tema fu sem-
pre caro ad Hackert, anche quando, in
seguito alla venuta dei francesi a Napoli
del 1799, dovette riparare in Toscana.
Hackert morì il 9 maggio 1807 dopo
due ictus, nella casa di San Pietro a Ca-
reggi, e fu presto dimenticato. Solo nella
seconda parte del Novecento, anche grazie
a Lampronti, con gli studiosi di pittura
napoletana, da Raffaello Causa a Nicola
Spinosa, a Cesare De Seta, la sua opera
armoniosa e arcadica è stata rivalutata. ■
© RIPRODUZIONE RISERVATA

quello che all’epoca era considerato il ma-
estro assoluto della pittura di paesaggio:
Claude-Joseph Vernet (di cui una Villa
Ludovisi è nella collezione Lampronti). E
proprio da quest’ultimo il giovane Hackert
ebbe la consacrazione definitiva, che gli
permise di farsi conoscere a Parigi dalla
più attenta nobiltà europea.
Nel 1769 Hackert è a Roma, e l’anno
seguente arriva a Napoli, tappa fonda-
mentale del Grand Tour d’Italie. Ma nel
1771 l’artista rientra nel suo studio roma-
no per applicarsi all’opera che lo renderà
definitivamente celebre in tutta Europa:
su commissione di Caterina II di Russia,
dodici grandi tele celebrative della vit-
toria della marina imperiale sulla flotta
ottomana, che porterà a termine nel 1772.
A 35 anni è considerato il più im-
portante pittore europeo di paesaggio.
Lampronti aggiunge la sua Veduta del
porto di Salerno ai grandi dipinti di Ha-
ckert nella reggia di Caserta. Appena
arrivato alla corte borbonica, Hackert
aveva concepito temi di carattere locale:
La mietitura a San Leucio, Il traghetto
sul Sele, Il casino di caccia a Persano e
La Reggia di Caserta vista dal Belvedere
dei Cappuccini. I lavori sono tutt’ora
nelle collezioni della Reggia di Caserta.
La stima del re verso il pittore tedesco

LA «VILLETTA» DEL CARDINALE ANNIBALE ALBANI SULLA VIA
AURELIA di Gaspar van Wittel, detto Vanvitelli, realizzata nel 1719.

Free download pdf