In alto il vicesegretario del Pd
Andrea Orlando e il capogruppo al
Senato Andrea Marcucci. A sinistra
i capigruppo grillini alla Camera
(Francesco D’Uva) e al Senato
(Stefano Patuanelli)(LaPresse)
■Si aggirava ieri tra i padiglioni del
Meeting di Rimini di Comunione e Libe-
razione un osservato speciale, Enrico Gio-
vannini, ex presidente dell’Istat, ex mini-
stro, portavoce dell’Asvis (Alleanza italia-
na per lo sviluppo sostenibile) di cui è
uno dei fondatori. Era lui, almeno fino al
rilancio di Giuseppe Conte fatto ieri da
Beppe Grillo prima e da Di Maio poi, il
nome in pole position nella corsa per la
carica di premier in caso di accordo tra
M5S e Pd. Benvisto dai dem (fu responsa-
bile del dicastero del Lavoro nel governo
Letta) ma anche dai pentastellati, per la
sua attenzione ai temi ecologisti (ha ac-
compagnato Greta Thunberg durante la
sua visita a Roma) e al reddito di cittadi-
nanza, del quale è sempre stato un soste-
nitore pur con qualche distinguo. Ieri Gio-
vannini ha offerto un garbato «no com-
ment» in risposta a chi gli chiedeva se
fosse disponibile a presiedere un esecuti-
vo giallo-rosso, ma non ha risparmiato
giudizi positivi sulla misura simbolo del
M5S: «Abbiamo fatto un’analisi dell’ulti-
ma legge di Bilancio da cui sono emersi
alcuni elementi positivi. Penso al reddito
di cittadinanza, che dovrebbe ridurre la
povertà, in particolare quella assoluta,
non eliminarla». «Alla legge», ha aggiun-
to Giovannini, «manca una visione d'in-
sieme, che disegni un percorso per l'Italia
da qui al prossimo quinquennio e al
2030». Giovannini ha anche auspicato
che la prossima manovra sia accompa-
gnata da «una relazione illustrativa che
valuti l'impatto rispetto agli obiettivi della
sostenibilita». Se fosse lui il capo del nuo-
vo governo non ci si aspetti comunque
misure in deficit, come auspicato dalla
Lega: «Il cuore della sostenibilità», ha pre-
cisato ieri, «è il rispetto tra le generazioni:
l'Italia, e non solo l'Italia, ha violato siste-
maticamente questo principio, scarican-
do sulle generazioni future un enorme
debito pubblico».
L’ipotesi di un capo del governo donna
rimane comunque in campo. È noto l’ap-
prezzamento di Sergio Mattarella per
Marta Cartabia, la giurista cattolica vice-
presidente della Corte costituzionale. Me-
no probabile che la scelta cada su Paola
Severino, avvocato, ministro ai tempi del
governo Monti. Rimangono in corsa l’ex
numero uno dell’Anticorruzione Raffaele
Cantone, apprezzato da M5S e Pd, e il
presidente della Camera Roberto Fico.
Tutto questo, naturalmente, se l’accor-
do sarà tra M5S e Pd. Se invece dovesse
ritornare in campo la Lega, il nuovo go-
verno gialloverde potrebbe essere guida-
to da Luigi Di Maio.
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In pole position nel toto-premier, in corsa pure Cartabia, Cantone e Fico
Giovannini spera ancora nell’incarico
L’ex presidente dell’Istat punta a Palazzo Chigi ed elogia il reddito di cittadinanza
■Lo scenario di un nuo-
vo accordo tra Lega e Movi-
mento Cinque Stelle non è
tramontato. Tra le due parti
ci si continua a parlare. «I
contatti, che sono diversi
dai “forni”, con la Lega ci
sono, io per esempio sono
qui col viceministro
dell’Economia Massimo
Garavaglia», dice per esem-
pio, a margine della “Ber-
ghem Fest” leghista, il sena-
tore pentastellato (ed ex di-
rettore dellaPadania) Gian-
luigi Paragone.
Sull’ipotesi di votare o
meno la fiducia a un gover-
no giallorosso, Paragone
non si è esposto: «Questa
che mi prospettate è la fine
del film, al momento non
so di un accordo di governo
esistente col Pd, lasciamo
che ogni passaggio si com-
pia fino in fondo e poi fac-
ciamo le nostre valutazio-
ni». Un governo bis con la
Lega lo vede invece possibi-
liste: «Se proprio non si può
andare al voto, credo non
vada buttata alle ortiche
l’eventuale ripresa di un
contratto di governo, fermo
restando che la Lega ha
commesso un atto predato-
rio, bruciando questo pri-
mo governo». Quanto al
Pd, Paragone ha affermato
che «è il telaio su cui il siste-
ma di potere ha sviluppato
il proprio disegno», mentre
il M5S «resta un partito an-
ti-establishment».
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SALVATORE DAMA
■Assicurano che il primo in-
contro è andato bene. Giura-
no che le distanze tra Cinque-
stelle e Partito democratico
non sono «insormontabili».
Sui temi prioritari ci si può met-
tere d’accordo. Insomma: la
strigliata di Sergio Mattarella
sembra aver sortito qualche ef-
fetto. L’asse giallorosso è me-
no improbabile di ieri. Anche
se restano dei nodi complessi.
Quello del premier è il primo.
Il vertice della mattina di ieri
è stato tra i numeri due. Pd e
5s si sono riuniti sì, ma a livello
di capigruppo. Poi in serata c’è
stato l’incontro tra i leader. Lui-
gi Di Maio e Nicola Zingaretti
si sono incontrati per la prima
volta dall’inizio della crisi. E
hanno affrontato la parte più
complessa dell’accordo, quel-
la delle poltrone. Chi farà cosa.
Non è affare secondario. Il ca-
po politico del M5S ha chiesto
che il capo del nuovo governo
sia Giuseppe Conte. Non pro-
prio una mano tesa verso il Pd,
che aveva chiesto discontinui-
tà.
Nella prima parte della gior-
nata, tra dem e grillini si erano
gettate le basi di un accordo. Il
clima, secondo tutti i presenti,
è stato «cordiale e costruttivo».
«Siamo ancora ai dettagli preli-
minari», spiegava il capogrup-
po dem Andrea Marcucci e
confermava quello di M5S alla
Camera Francesco D’Uva,
«ma non vediamo di fronte a
noi ostacoli insormontabili
per andare avanti».
«DETTAGLI PRELIMINARI»
La prima rogna è il taglio dei
parlamentari. Tema priorita-
rio per i grillini (è stato messo
in campo anche da Di Maio
nel suo incontro con Zingaret-
ti). L’ex premier Gentiloni ave-
va inserito l’argomento fra i
ttre elementi da togliere dal ta-
volo per avviare la trattativa.
Le resistenze piddine però
sembrano svanite. Alla richie-
sta del presidente dei deputati
M5S D'Uva di avere «garanzie
sul taglio dei parlamentari» e
sui tempi di approvazione del-
la riforma («Deve essere il pri-
mo calendario utile, ci aspettia-
mo che si possa andare avanti
con convinzione»), i dem non
hanno chiuso la porta: «Noi
siamo sempre stati e rimania-
mo a favore del taglio dei parla-
mentari. Siamo disponibili a
votare la legge, ma riteniamo
che vada accompagnata da ga-
ranzie costituzionali e da rego-
le sul funzionamento parla-
mentare. È questo il senso del
calendario che siamo disponi-
bili a costruire insieme in tem-
pi rapidi», ha aperto Marcucci.
Quanto agli altri punti - i 10
dei grillini e i 5 della sinistra -
c’è dialogo aperto. In particola-
re le due parti si sono sbilancia-
te su quelli ambientali. Per Del-
rio «c’è ampia convergenza
sull’agenda verde». Semmai il
Pd è preoccupato per un even-
tuale ritorno di fiamma con la
Lega. E chiede come precondi-
zione «che il M5S sciolga ogni
tipo di ambiguità» riferita a
possibili ripensamenti su Mat-
teo Salvini. Lo ha detto Andrea
Orlando: «Prima di entrare nei
dettagli c'è bisogno di scioglie-
re questo nodo politico». Su
questo punto D'Uva e Patua-
nelli, l'altro capogruppo che
ha partecipato all'incontro,
hanno svicolato, sottolinean-
do però che «la chiarezza c'è e
lo dimostra che ci siamo sedu-
ti al tavolo col Pd. Noi non ab-
biamo altri tavoli e altri con-
fronti con altre forze politi-
che».
«NESSUN ALTRO TAVOLO»
Creano disturbo alla trattati-
va, però, le parole di Alessan-
dro Di Battista, che sembra nu-
trire nostalgie leghiste: «Ho vi-
sto nuove aperture della Lega
al Movimento e mi sembra
una buona cosa. Ho visto inol-
tre porte spalancate da parte
del Pd. Zingaretti fa la parte di
chi pone veti e condizioni, ma
in realtà ha il terrore che Renzi
spacchi il Pd». Parole che im-
barazzano i pontieri e che Pa-
tuanelli liquida così: «Il M5S
parla spesso con più voci ed è
stata spesso la nostra forza,
mai come in questo momento
siamo stato compatti e coesi
per l’interesse del paese».
Ad ogni modo l’ultima paro-
la spetterà agli iscritti, fa sape-
re il deputato M5S all’Assem-
blea regionale siciliana Gian-
carlo Cancelleri: «La decisione
vera la prenderete voi col voto
on line, preparatevi quindi».
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I TEMPI
■ Il presidente Mattarella
ha concesso ai partiti tempo
fino a martedì per lavorare
alla formazione di una nuova
maggioranza.
GLI APPUNTAMENTI
■ M5S e Pd si sono incon-
trati ieri per la prima volta.
Atteso nei prossimi giorni un
vertice tra Di Maio e Zingaret-
ti.
Trattativa
In dissenso
Paragone va
alla festa
del Carroccio
PROVE DI INCIUCIO
Di Maio vede Zingaretti
e chiede un Conte bis
La trattativa si fa lunga
Al vertice tra i “numeri due” posizioni più vicine sul taglio degli
onorevoli. I democratici: «Non ci sono ostacoli insormontabili»
In serata summit fra i capi e si inizia subito a parlare di nomi
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sabato
24 agosto
2019
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