Il Sole 24 Ore - 21.08.2019

(singke) #1

4 Mercoledì 21 Agosto 2019 Il Sole 24 Ore


Primo Piano


Manovra minima di 30 miliardi,


flessibilità Ue indispensabile


Le opzioni. Con un nuovo Governo si parte da stop all’Iva e copertura delle spese indifferibili,


probabile primo taglio del cuneo. Da un esecutivo di garanzia clausole bloccate per quattro mesi


Marco Rogari


ROMA


Almeno  miliardi. Sono quelli che


dovrà trovare per allestire la cosid-


detta “manovra minima” un even-


tuale governo marcatamente politi-


co che dovesse formarsi dopo le con-


sultazioni del Capo dello Stato.


L’asticella sarebbe significativamen-


te più bassa dai  miliardi evocati


ieri al Senato da Matteo Salvini (nella


replica alle pesanti critiche mosse dal


premier dimissionario Giuseppe


Conte) per alimentare il piano leghi-


sta sul taglio delle tasse, con in testa


la flat tax, e la spinta gli investimenti.


Ma anche una legge di bilancio dal


perimetro ristretto imporrebbe un


immediato confronto con la Ue sui


nuovi margini di flessibilità da utiliz-


zare. E nel caso in cui prendesse for-


ma un governo senza “sovranisti”


(quindi, con una maggioranza “gial-


lorossa”) non è da escludere che Bru-


xelles possa concedere l’ok a un defi-


cit aggiuntivo di - miliardi, anche


per ammortizzare meglio il rischio di


recessione che sta attraversando


l’Europa, viste pure le difficoltà del-


l’economia tedesca.


Un governo con un mandato pie-


no dovrà in ogni caso individuare an-


zitutto i , miliardi già quantificati


dall’Ufficio parlamentare di bilancio


(Upb) necessari per garantire la com-


pleta sterilizzazione degli aumenti di


Iva e accise (, miliardi nel ) e


far fronte al finanziamento delle spe-


se indifferibili (quasi - miliardi) e di


quelle sostanzialmente obbligate sul


fronte investimenti. Il tutto al netto


della correzione da apportare il pros-


simo anno per tenere i conti pubblici


in linea con i parametri europei.


Nel conto occorrerebbe poi ag-


giungere - miliardi (forse ) per


quanto meno un assaggio di inter-


venti espansivi “pro-crescita”. Che


potrebbe essere rappresentato da


una sforbiciata al cuneo fiscale-con-


tributivo su cui convergono, seppure


con ricette diverse, MS, Pd e Lega,


ovvero i tre partiti coinvolti nelle trat-


tative di queste ore per la formazione


di un nuovo esecutivo (“giallorosso”


o “gialloverde” bis) ed evitare così un


rapido ritorno alle urne. Che resta


un’opzione assolutamente sul tavolo.


In quest’ultimo caso, il Governo di


garanzia chiamato a gestire la “fase


elettorale”, eviterebbe di varare una


legge di bilancio classica e si limite-


rebbe a neutralizzare per soli  mesi


(fino ad aprile ) le clausole di sal-


vaguardia fiscali e a finanziare le spe-


se obbligate più urgenti per garantire


l’agibilità di gestione della Pa all’ini-


zio del prossimo anno.


Sulla fattibilità di questa soluzione


si sarebbero già pronunciati favore-


volmente i tecnici della Ragioneria


generale dello Stato. Si tratterebbe di


un’operazione da realizzare facendo


leva su un decreto legge ad hoc da


non più di  miliardi, che potrebbe


essere utilizzato anche nel caso in cui


fosse necessario ricorrere all’eserci-


zio provvisorio. La copertura verreb-


be garantita in parte dal cosiddetto


“tesoretto” da quota  e reddito di


cittadinanza: risparmi finali per al-


meno ,- miliardi nel  che si


andrebbero ad aggiungere agli ,%
miliardi già ipotecati con “l’aggiusta-

mento” di luglio. Un altro miliardo


potrebbe essere ricavato dalle rica-
dute delle maggiori entrate fiscali (in

primis quelle dalla fatturazione elet-


tronica) attese per fine anno. La fetta
mancante dovrebbe essere indivi-

duata aprendo una trattativa ad hoc


con la Commissione europea, che, di


fronte a un quadro politico denso
d’incognite e, ancora di più, in caso di

elezioni anticipate, potrebbe non eri-


gere barricate.
Un partita non proprio in salita,

insomma. E tale potrebbe rivelarsi


anche al momento della composizio-
ne della manovra vera e propria,

quando con tutta probabilità da Pa-


lazzo Chigi e dal Mef partirà la richie-


sta per raddoppiare se non triplicare
la quota minima, in termini di flessi-

bilità, pari allo ,% di Pil già chiesta


alla Ue quest’anno per gli interventi
sul ponte Morandi e contro il dissesto

geologico, per la quale il governo


Conte aveva già annunciato la richie-
sta di conferma.

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I TECNICI PD-M5S


Primi confronti sul lavoro, il reddito non si tocca


Davide Colombo


Claudio Tucci


In attesa che le forze politiche de-


cidano i prossimi passi da compie-
re, dopo le dimissioni ieri del pre-

mier, Giuseppe Conte, i “pontieri”


dei rispettivi gruppi provano a ra-
gionare su possibili “punti di con-

tatto” che possano, eventualmen-


te, consentire l’avvio di un qualche
confronto nel merito. Certo, le va-

riabili, al momento, sono tante; e


anche paletti e distinguo su singo-


le misure non mancano.


Sul capitolo lavoro, a livello tec-
nico, l’ipotesi di un asse MS-Pd

porterebbe alla conferma della mi-


sura cardine grillina, cioè il reddito
di cittadinanza (Rdc). Lo strumento,

nei fatti, è un potenziamento del


reddito d’inclusione (Rei), introdot-
to proprio dal centro-sinistra in

chiave anti-povertà, seppur conno-


tato anche da una veste “di politica
attiva” (accanto a quella più “assi-

stenziale” a vantaggio dei nuclei bi-


sognosi). Il Rdc resterebbe, quindi,
in piedi, semmai potrebbe essere

migliorata la parte di “politica atti-


va”, di inserimento cioè al lavoro dei
percettori dell’assegno, finora ri-

masta al palo perché troppo confu-


sa e soprattutto poco attrattiva per


le aziende. Punti di contatto, nel-


l’eventuale trattativa MS-Pd, ci po-
trebbero essere pure sul salario mi-

nimo, magari partendo da una


commissione di esperti che studino
i singoli Ccnl per evitare possibili

“effetti spiazzamento” derivanti da


un intervento generalizzato impo-
sto ex lege. «Sul lavoro ci sono tre

esigenze – commenta Marco Leo-


nardi, ex consigliere economico dei
governi Renzi e Gentiloni, profes-

sore alla Statale di Milano –. Vale a


dire: aumentare i salari, puntare
sulla formazione, far decollare le

politiche attive». Il Rdc resterebbe


in piedi anche nell’ipotesi di un go-
verno giallo-verde bis; e, probabil-

mente, anche nel caso di un esecuti-


vo “istituzionale”. L’eventuale asse


MS-Pd aprirebbe una discussione


pure sul decreto dignità, che ha in-
trodotto una forte stretta su con-

tratti a termine e in somministra-


zione (anche se i margini per modi-
fiche sarebbero stretti).

Sul fronte pensioni, invece, la


partita su Quota  è più aperta.
Non è un mistero che le misure di

flessibilità pensionistica intro-


dotte l’anno scorso – su input del-
la Lega – sono le più criticate dalla

Commissione europea perché


rappresentano una decisiva de-
viazione verso l’alto della spesa

previdenziale rimettendone in di-


scussione la sostenibilità. In caso
di governo MS-Pd, ci potrebbe

essere un tentativo di revisione in


senso restrittivo di Quota  con


la scusa della bassa adesione il


primo anno (% di richieste, ndr)


e per il fatto che determina una
disparità forte tra lavoratrici e la-

voratori. Possibile anche che si


proponga un riordino delle pen-
sioni assistenziali, visto che con il

varo della pensione di cittadinan-


za si determina un divario tra la-
voratori a calcolo misto e lavora-

tori a solo calcolo contributivo:


trattamenti minimi, pensioni so-
ciali, social card per gli over  si

sovrappongono alla pensione di


cittadinanza. Un riordino consen-
tirebbe di gestire meglio questa

componente di spesa con la moti-


vazione di introdurre una pensio-
ne di garanzia per i giovani con

carriere frammentate.


Al contrario, con un governo
gialloverde bis nulla cambierebbe,

con la Lega orientata a proporre


quota alla fine del triennio di spe-


rimentazione, consolidando così il


maggiore debito pensionistico in-


nescato. Probabilmente però si
aprirebbe un confronto sul tema

pensione di garanzia giovani e rior-


dino pensioni assistenziali.
Tutto invariato, nel caso di go-

verno istituzionale, se la prospetti-


va è di un voto anticipato. Se invece
questo esecutivo venisse sostenuto

da una maggioranza vasta parla-


mentare (per durare e eleggere il fu-
turo presidente della Repubblica)

allora si potrebbe immaginare una


parziale sospensione della speri-
mentazione di quota  con una

norma di garanzia per chi ha fatto


domanda entro una certa data. Pos-
sibile anche un ritorno agli adegua-

menti pieni dei requisiti di anziani-


tà alla speranza di vita. Si potrebbe
poi procedere al riordino delle pen-

sioni assistenziali.
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È la pre-condizione grillina


Su salario minimo, quota 


e Dl dignità discussione aperta


Vertici Ue La
portavoce

dell’esescutivo
comunitario

Natasha Bertaud


commenta
laconica: «Non

commentiamo la


situazione
politica nazionale

di uno dei nostri


Stati membri»


LA CRISI E LE PARTI SOCIALI/


Mauro Lusetti. Il presidente di Alleanza delle cooperative:


continuità a Impresa . più incentivi per ricerca e sviluppo


«Taglio al cuneo stabile


a favore dei lavoratori,


sbloccare i cantieri»


Settima di una serie d’interviste
Le prime sei sono state pubblicate il 13
agosto a pag. 6, il 14 agosto a pag. 4, il
15 agosto a pag.4, il 17 agosto
a pag. 4, il 18 agosto a pag. 5 e il 20

agosto a pag. 4


Le clausole di salvaguardia sotto


forma di aumenti di Iva e accise,
ammontano per il 2020 a 23,

miliardi. La maggioranza giallo-


verde ne ha chiesto la completa
sterilizzazione con la risoluzione sul

Def approvata dal Parlamento,


anche se il ministro dell’Economia
Tria in passato si era dichiarato

possibilista su un aumento parziale


dell’Iva.


23,


miliardi


CLAUSOLE IVA


Oscillano tra 2 e 3 miliardi le “spese


indifferibili” da rifinanziare ogni
anno con la legge di bilancio. Una

quantificazione analoga è stata


fatta anche dall’Ufficio
parlamentare del bilancio (Upb)

che ha indicato in 27,6 miliardi la


manovra “obbligata” per lo sto agli
aumenti iva e il finanziamento di

spese indifferibili e uscite già


previste per investimenti


2-


miliardi


SPESE INDIFFERIBILI


Molto probabile è l’intervento per


ridurre il costo del lavoro, indicato
come priorità da tutti i partiti. A oggi

la proposta messa a punto dai


tecnici di Di Maio prevede per i
datori di lavoro l’esonero dal

versamento dell’1,61% della


retribuzione destinato alla Naspi e
del 2,75% per la disoccupazione

agricola, ma solo per i lavoratori a


tempo indeterminato


4-


miliardi


TAGLIO AL CUNEO


LA PARITÀ DEI CONTI


Confronto


con Bruxel-


les su un


deficit ag-


giuntivo di


8-10 miliardi.


E la Ue


potrebbe


non chiudere


Claudio Tucci


«L


a crescita va rilan-


ciata con investi-
menti pubblici,

sblocco dei can-
tieri e risorse europee, che, spe-

cie al Sud, sono da utilizzare me-


glio. Va scongiurato l’aumento
dell’Iva, che comporterebbe ef-

fetti depressivi sull’intera eco-


nomia. Ma occorre anche ridurre
strutturalmente il cuneo fiscale-

contributivo a vantaggio dei la-


voratori. Come? Destinando le ri-
sorse utilizzate per gli incentivi

periodici alle assunzioni. Così si


avranno fondi sufficienti per di-
minuire il costo del lavoro per

tutta la platea degli occupati, non


solo per la nuova occupazione».
Mauro Lusetti è presidente del-

l’Alleanza delle cooperative italia-


ne (l’associazione conta quasi
mila aziende associate, più di

, milioni di addetti) e anche lui,


dopo aver assistito ieri al dibattito
in Senato che di fatto ha segnato il

capolinea dell’esecutivo Conte, si


mostra «molto preoccupato» per
la fase di instabilità e incertezza

politica che caratterizzerà i pros-


simi giorni. «Le emergenze che ha
l’Italia sono tante – dichiara – non

possiamo permetterci di perdere


altro tempo».
Presidente, dopo le dimissioni

del premier Conte, la situazione si
fa sempre più delicata...

Adesso, più che mai, è il momen-


to di pensare al bene del Paese.
Mi riferisco soprattutto alle

prossime scelte di politica eco-


nomica in vista della manovra
d’autunno. Abbiamo tre necessi-

tà: sostenere le imprese, favorire


la crescita e far ripartire i consu-
mi. Per questo, serve dare conti-

nuità alle misure di Impresa .


per l’innovazione e agli incentivi
in ricerca e sviluppo. Occorre poi

riaprire i cantieri, favorire per-


corsi autonomi di digitalizzazio-
ne delle aziende, prevedere un

intervento strutturato di ridu-


zione del cuneo fiscale che valga
per tutti gli occupati. Sul fronte

delle imprese cooperative, nei


tavoli a palazzo Chigi e al mini-
stero dell’Interno, abbiamo chie-

sto interventi per valorizzare il


fenomeno dei workers buyout,
ovvero delle imprese salvate dai

lavoratori in forma cooperativa,


ad esempio introducendo la non
imponibilità ai fini Irpef della

Naspi liquidata in un’unica solu-


zione e destinata alla sottoscri-
zione di capitale sociale di una

cooperativa. Spingiamo anche
per una legge che sostenga

l’esperienza delle cooperative di


comunità, dove sono protagoni-
sti i cittadini che si assumono la

responsabilità condivisa della


gestione di beni comuni per con-
trastare l’abbandono delle aree

interne e il degrado delle città.


Tra le urgenze, come ha ricor-
dato ieri lo stesso Giuseppe Con-

te, c’è anche l’Europa visto che è


in fase di avvio la nuova Com-


missione...


Certo. A Bruxelles l’Italia deve
esprimere tutto il proprio peso,

a partire dalla designazione di


un commissario per il quale ri-
vendicare un portafoglio eco-

nomico importante. In corso,
poi, c’è anche il negoziato, sulle

politiche di coesione e i fondi


europei -. Qui dobbia-
mo puntare su una semplifica-

zione burocratica e su risorse


adeguate, per una spesa più ef-
ficace ed equilibrata nella tem-

pistica. Ricordo che i pagamenti


dell’attuale ciclo sono al %
delle risorse programmate.

Una leva strategica è il capi-


tale umano, a cominciare dalla
necessità di aggiornare le com-

petenze, oggi strada obbligata


con il ....
Non c’è dubbio. Qui occorre un

forte investimento in formazione,
soprattutto a favore delle imprese

che riescono a valorizzare, oltre


che le competenze specialistiche,
anche le “soft skills”. Per riuscirci

va però superato il prelievo forza-


to delle risorse versate dalle
aziende per la formazione ai fondi

interprofessionali.
Alcuni provvedimenti, come il

salario minimo legale, si arresta-


no, entrando, almeno per il mo-
mento, in stand-by. Lei resta con-

trario alla misura?


Mi faccia chiarire. Noi riteniamo
che la funzione di determinare

il trattamento economico mini-


mo per tutti i lavoratori vada ri-
condotta ai Ccnl leader. Semmai

bisogna contrastare i contratti


pirata con più controlli e misu-
razione della rappresentanza.

Un eventuale salario minimo le-


gale potrebbe andare solo per
quei settori non coperti dalla

contrattazione. Imporre un li-


vello minimo per tutti potrebbe
generare la fuga dal contratto e

penalizzare i lavoratori. Noi ab-


biamo fatto dei calcoli sui Ccnl
cooperativi sottoscritti. Ebbene,

- euro l’ora sono di gran lunga


inferiori al totale delle voci re-
tributive che compongono il

trattamento economico com-


plessivo. Arriviamo a differenze
anche superiori a - euro l’ora.

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‘‘


Dobbiamo


puntare su


una sem-


plificazione


burocratica


per una spesa


più efficiente


dei fondi Ue


LA COMMISSIONE UE


Bruxelles teme uno scenario di instabilità


Beda Romano


Dal nostro corrispondente


BRUXELLES

È con particolare cautela che la


Commissione europea ha reagito
ieri agli ultimi sviluppi della crisi di

governo, e all’annuncio delle


dimissioni del presidente del
Consiglio Giuseppe Conte. La pausa

estiva così come il momento di
transizione alla guida

dell’esecutivo comunitario tra


Jean-Claude Juncker e Ursula von
der Leyen ha indotto la portavoce

Natasha Bertaud ad affermare,


laconica: «Non commentiamo la
situazione politica nazionale di uno

dei nostri Stati membri».


In privato, esponenti
comunitari non nascondono le

difficoltà a capire il possibile


evolversi della crisi politica. In
questo momento tre sono le ipotesi

sul tavolo a Roma: un rimpasto che


nei fatti confermi la maggioranza
Lega-MS, elezioni anticipate,

oppure ancora la formazione di un


nuovo esecutivo appoggiato dal
Pd, dal MS e possibilmente da

Forza Italia, il quale


raggrupperebbe i partiti che a
Strasburgo hanno votato la fiducia

alla signora von der Leyen (si veda


Il Sole/ Ore del  luglio).


I rapporti tra Bruxelles e Roma
sono stati difficili in questi mesi.

Per ben due volte, prima nel


dicembre  e poi nel maggio
, le parti hanno dovuto

negoziare correzioni ai conti


pubblici, mentre il vice premier
Matteo Salvini non mancava di

criticare il ruolo e i poteri della


Commissione europea. Si può
quindi presumere che l’idea di un

nuovo governo più europeista sia


visto con favore, tanto più che entro
il  agosto l’Italia dovrebbe

designare il suo prossimo


commissario europeo.
Naturalmente, il rischio è che

questo nuovo esecutivo possa


rivelarsi instabile quanto quello
entrato in crisi ufficialmente ieri,

tanto più che godrebbe di una


maggioranza incerta. L’alternativa,
ossia di organizzare elezioni

anticipate, è ricca di incognite. Non
è chiaro se il voto darebbe la vittoria

alla Lega, ma certo è una possibilità


concreta. A Bruxelles e in altre
capitali, l’ipotesi è vista con

preoccupazione, visti i toni


euroscettici del partito di Matteo
Salvini.

«Il mio timore è che si vada verso


nuova instabilità e che elezioni


anticipate siano solo questione di
tempo», notava ieri un esponente

comunitario, riflettendo il


sentimento di molti membri
dell’establishment europeo. Lo

sguardo, intanto, corre


all’applicazione delle regole di
bilancio in un contesto politico

incerto. Il vademecum comunitario


prevede che la Finanziaria debba
essere presentata a Bruxelles entro

il  ottobre (il governo Conte ha


promesso di rispettare il Patto di
Stabilità nel ).

Nel caso di “governo senza i


pieni poteri”, quindi dimissionario,
l’esecutivo deve presentare un

progetto di bilancio a politiche


immutate. «Spetterà poi al
successivo governo con i pieni

poteri a presentare una Finanziaria


aggiornata». Bruxelles ha l’obbligo
di esprimersi sulla Finanziaria, al di

là del fatto che sia stata redatta sulla


base di politiche immutate, entro il
 novembre. Ciò detto, in passato,

nel caso di transizioni di potere, la


Commissione ha stemperato
giudizi definitivi in attesa del testo

aggiornato.
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Possibile


un riordino


delle pen-


sioni assi-


stenziali


per evitare


divari tra i


lavoratori


in base ai


contributi


Sulla retri-


buzione


oraria si


potrebbe


partire da


una commis-


sione che


studi i Ccnl


per evitare


criticità


MAURO LUSETTI
Per il presidente
dell’Alleanza delle
cooperative
occorre un forte
investimento in
formazione
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