Vanity Fair Italy - 28.08.2019

(Dana P.) #1
PRESENTE

VA N IT Y FA I R

28 AGOSTO 2019

ISRAELE
17 SETTEMBRE
Dopo soli 5 mesi cambia
la Knesset, il Parlamento
unicamerale. Il premier Benjamin
Netanyahu, nonostante la vittoria
del 9 aprile, è costretto a tornare
alle urne perché non è riuscito
a formare un governo con tutti
i partiti nazionalisti, mettendo
assieme religiosi e laici.
In questo contesto rischia
di allontanarsi sempre di più
la pace con i palestinesi.


AFGHANISTAN
28 SETTEMBRE
Presidenziali con ballottaggio
al secondo turno. Il presidente
uscente, il moderato Ashraf Ghani,
corre per un nuovo mandato e
fa campagna elettorale con la
moglie, Rula Saade, americano-
libanese e cristiana.
Tra i candidati anche Gulbuddin
Hekmatyar, ex signore della
guerra e primo ministro,
leader della rivolta contro
l’invasione dell’URSS.

AUSTRIA
29 SETTEMBRE
Urne anticipate per il Consiglio
nazionale, la Camera bassa.
Il giovane cancelliere
conservatore Sebastian Kurz
ha rotto l’alleanza di governo con
la destra populista, dopo che
il vice-premier Heinz-Christian
Strache è stato coinvolto in uno
scandalo su rapporti sospetti con
la Russia. In questa spaccatura
provano ad affermarsi i socialisti
guidati da Pamela Rendi-Wagner.

PORTOGALLO
6 OTTOBRE
Rinnovo del Parlamento
unicamerale. Il Paese iberico
è uscito dalla crisi e, nonostante
la numerosa presenza di stranieri
(molti delle ex colonie), non
è ancora stato investito dall’onda
nazionalista, come dimostra
il governo socialista del premier
uscente António Costa. Difficile
che i popolari, guidati da Maria
de Assunção Oliveira Cristas,
riescano a sfondare.

comportamento è il voto. Ha funzionato con Brexit, funzio-
nerà ancora.
Quello che infatti The Great Hack mette bene in chiaro
è che l’allarme è globale. «Noi inglesi siamo stati delle
cavie, siamo la prova di quello che accade in una democra-
zia occidentale quando secoli di norme elettorali vengono
spazzate via dalla tecnologia. Il referendum sulla Brexit ha
dimostrato che la democrazia liberale non funziona più. Che
non è più democrazia. Diffondere bugie anonime, pagate


con denaro illegale, Dio sa proveniente da dove, si chiama
sovversione», dice Cadwalladr. E non importa se la società
Cambridge Analytica oggi non esiste più. La tecnologia or-
mai esiste, gli algoritmi ci sono, e i nostri dati non sono certo
più protetti di prima. Se non sarà Cambridge Analyti-
ca a interferire con le elezioni, sarà qualcun altro.
«Questa storia non riguarda la destra o la sinistra, Trump o
no. Riguarda il fatto se sia possibile avere ancora elezioni li-
bere e corrette. Stando così le cose, io penso di no».

100 «ZUCKERBERG» CON LA T-SHIRT «SISTEMATE FAKEBOOK»
Una protesta a Washington per lo scandalo Cambridge Analytica, nel 2018. Il capo di Facebook,
circa gli 87 milioni di profili violati, parlò di «falle nella sicurezza». Però non si trattava di un hack,
ma di uno scambio commerciale, multato poi per 5 miliardi di dollari. Sotto, un’opera di Tvboy a Milano.
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