La Stampa - 30.08.2019

(avery) #1
.

Per il compleanno del centro sociale stasera canta Johnson Righeira, poi Truzzi, 99Posse, Zuli

Ai “Muri” l’estate sta finendo


ma al Csa è appena iniziata


30 anni di musica in un mese


EVENTO

Dieci sfumature di Pulp Fiction

e i sette film che hanno ispirato Quentin Tarantino

PAOLO FERRARI

I


Murazzi, lato destro. Og-
gi in tanti lamentano il
declino di una fetta di cit-
tà dal fascino irresistibi-
le. La tequila bum alle 5 del
mattino con l’aurora in ag-
guato dietro il Monte dei Cap-
puccini, i gruppi rock che na-
scevano sotto la luce dei lam-
pioni, i registi poco più che
ventenni a fantasticare di
film che poi li avrebbero resi
celebri, i pusher sfigati, i but-
tafuori in libera uscita e gli
aspiranti scrittori con l’opera
prima a metà bicchiere. Oggi
c’è molta retorica intorno a
quel mondo, si sono inventa-
ti persino le serate «C’era una
volta Giancarlo», quando
«l’uomo col cappello» è vivo

e vegeto e lo si può incontra-
re dalle parti di corso Torto-
na sull’intramontabile Erre
Quattro. Tra l’altro: prima di
Giancarlo c’era Umberto, ma
siamo alla preistoria. Qualcu-
no si è spinto alla nostalgia
per i tempi in cui ai Muri la do-
menica si lavavano le Seicen-
to degli operai, legati all’au-
to pure nel giorno di libertà
dalla fabbrica. Almeno c’era
vita, dicono.
Arcate 25 – 27. Qui non c’è
spazio per la nostalgia. Vince
l’attualità. Il Csa Murazzi non
ha mai smesso di proporre
concerti, dj set, presentazioni
di libri, convegni, proiezioni
fuori cliché. È attivo dal 1989.
Vuol dire che il Centro Socia-
le Autogestito compie
trent’anni di vita militante e
festeggia con un mese intero
di eventi. Se alza il telefono il

Csa è difficile dire di no, la cre-
dibilità è tutto in certi ambien-
ti. Così il parterre di ospiti è
nutrito e vario, come del resto
multicolore è la storia di que-
sto spazio in cui hanno trova-
to casa le «posse» di inizio An-
ni Novanta e l’uragano ska –
punk, il combat rock e le case

editrici senza fissa dimora, i
graffitari, i party dei ragazzi
africani appena approdati in
città e i No TAV scesi lungo la
Dora per risalire il Po.
I festeggiamenti iniziano
stasera con la festa «L’estate

sta finendo». Dischi trash, at-
mosfera da film dei Vanzina
e un ospite immancabile, al-
la luce del titolo del raduno:
Johnson Righeira, che ha vi-
sto quella storica canzone
rimbalzare nelle corde vocali
dei tifosi del Liverpool per sa-
lire verso il cielo dello stadio
di Anfield. Domani il bis, con
gli ormai internazionali The
Sweet Life Society formato
soundsystem.
Si ballerà tanto, nell’au-
tunno caldo dei «ribelli del
Po», per loro stessa definizio-
ne. Il 6 settembre a ondeg-
giare con i BlueBeaters, la se-
ra dopo con il reggae spiri-
tuale del rasta inglese Aba
Shanti – I. Ancora ritmi in le-
vare il 14 con il peso massi-
mo Zuli ospite del Pow Pow
Movement. Cruciale l’even-
to del 21, quando al pome-

riggio si tornerà su una sta-
gione spesso sottovalutata
sulla mappa della musica al-
ternativa italiana, quella
per l’appunto delle «posse»,
i gruppi spontanei che tra
reggae e hip hop mossero
centinaia di migliaia di per-
sone ai concerti, sui carri dei
cortei o in raduni come «Rag-
gamuffin per l’Intifada», che
si svolse proprio lungo il fiu-
me nel 1992. Ne parleranno
al pomeriggio Militant A di
Assalti Frontali, O’Zulù del-
la 99 Posse e qualcuno della
Torino Posse, con concerto
dei due big la sera. E ancora:
la furia dei Punkreas è in ag-
guato il 20, il «Rock’n’roll Ro-
bot» Alberto Camerini cante-
rà il 27. Il rap non sarà decli-
nato alla moda attuale, ben-
sì al verbo della vecchia scuo-
la ritmato con classe il 5 da
Inoki Ness, mentre il 13 si
svelerà il nuovo disco dei
Truzzi Broders.
Il calendario non è anco-
ra completo, i ragazzi del
centro stanno verificando
la disponibilità di altri per-
sonaggi legati alla loro ga-
lassia come Zerocalcare e
gli Skiantos. Aggiornano il
programma di continuo sui
social e hanno un’idea quan-
tomeno strampalata: indire
una conferenza stampa a fe-
stival già iniziato. Ribelli pu-
re ai protocolli della comu-
nicazione. —
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MARCO BASSO
Ultime due serate per il Due La-
ghi Jazz Festival di Avigliana,
come da tradizione ben spese:
sul palco di piazza Conte Ros-
so questa sera si ascolta il quar-
tetto di Giammarco Tessarollo
Tavolazzi e Roche e sabato 31
il Don Menza Septet con ospi-
te Ralph Moore. Sempre dalle
21,30 e se il tempo non fosse
clemente, i concerti, a ingres-
so gratuito, si trasferiranno
all’auditorium Eugenio Fassi-
no, La Fabrica, in via IV No-
vembre ad Avigliana.
Maurizio Giammarco, sax
tenore, Luigi Tessarollo, chi-
tarra, Ares Tavolazzi, contrab-
basso, Manu Roche, batteria,
sono protagonisti della scena
jazz italiana ed europea da de-
cenni con progetti e collabora-
zioni che ciclicamente li han-
no fatti incontrare. Giammar-
co e Tessarollo negli anni No-

vanta hanno suonato e regi-
strato con il quartetto Passage.
Roche ha suonato stabilmente
con entrambi. Tavolazzi, fon-
datore degli Area, ha sostenu-
to con il suo basso un numero
sterminato di progetti. Giam-
marco e Tessarollo, oltre a es-
sere due eccellenti solisti dalla
forte identità stilistica, sono
navigati compositori impegna-
ti da anni nel perseguire una
via italiana al jazz d’autore: ad
Avigliana presenteranno più
brani della loro recente produ-
zione.
Domani salgono sul palco
per omaggiare Stan Getz, Don
Menza, Ralph Moore e Fulvio
Albano al sax tenore, Thomas
Savy al sax baritono, Olivier
Hutman al piano, Aldo Zunino
al contrabbasso e Bernd Reiter
alla batteria. La leggenda del
jazz Don Menza, nato a Buffa-
lo nel 1936, inizia a suonare il

sax a 13 anni. Nel 1956 è in
Germania con il «7th Army
Jazzband» insieme a Cedar
Walton, Leo Wright e Don El-
lis. Al suo ritorno a New York
nel 1959, suona con la May-
nard Ferguson Orchestra e la
band di Stan Kenton. Nel 1968
si trasferisce a Los Angeles do-
ve entra nella Buddy Rich Big
Band. Lavora con Elvin Jones,
Louie Bellson e con Henry
Mancini per 27 anni. Uno
straordinario progetto è rap-
presentato dagli arrangiamen-
ti della musica di Stan Getz per
quattro sassofoni (basato
sull’originale ambientazione
«Four Brothers») che sarà pre-
sentata proprio al Due Laghi
Jazz Festival.
Altro sax di fama mondiale è
Ralph Moore: londinese, stu-
dia al Berklee College per poi
trasferirsi a New York, nel


  1. Lavora con l’Horace Sil-
    ver Quintet e con leggende co-
    me Roy Haynes, Mingus Dyna-
    sty e Freddie Hubbard. Colla-
    bora con la Reunion Big Band
    di Dizzy Gillespie e registra
    con Kenny Barron, Ray Bro-
    wn, Kevin Eubanks, Mulgrew
    Miller e Marvin Smitty Smith.
    Nel 1996 suona e incide insie-
    me a Roy Hargrove con Oscar
    Peterson e, nello stesso anno,
    con Cedar Walton. Il finale, al-
    le 23,30 al Giardino delle Don-
    ne, è affidato stasera al trio del
    pianista Marcello Picchioni e
    domani al trio del chitarrista
    Daniele Ciuffreda. —
    c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI


MARCO BASSO
Ultime due serate per il Due
Laghi Jazz Festival di Aviglia-
na, come da tradizione ben
spese: sul palco di piazza
Conte Rosso questa sera si
ascolta il quartetto di Giam-
marco Tessarollo Tavolazzi e
Roche e sabato 31 il Don
Menza Septet con ospite Ral-
ph Moore. Sempre dalle
21,30 e se il tempo non fosse
clemente, i concerti, a ingres-
so gratuito, si trasferiranno

all’auditorium Eugenio Fassi-
no, La Fabrica, in via IV No-
vembre ad Avigliana.
Maurizio Giammarco, sax
tenore, Luigi Tessarollo, chi-
tarra, Ares Tavolazzi, contrab-
basso, Manu Roche, batteria,
sono protagonisti della scena
jazz italiana ed europea da de-
cenni con progetti e collabora-
zioni che ciclicamente li han-
no fatti incontrare. Giammar-
co e Tessarollo negli anni No-
vanta hanno suonato e regi-

strato con il quartetto Passa-
ge. Roche ha suonato stabil-
mente con entrambi. Tavolaz-
zi, fondatore degli Area, ha so-
stenuto con il suo basso un
numero sterminato di proget-
ti. Giammarco e Tessarollo,
oltre a essere due eccellenti
solisti dalla forte identità stili-
stica, sono navigati composi-
tori impegnati da anni nel
perseguire una via italiana al
jazz d’autore: ad Avigliana
presenteranno più brani del-

la loro recente produzione.
Domani salgono sul palco
per omaggiare Stan Getz,
Don Menza, Ralph Moore e
Fulvio Albano al sax tenore,
Thomas Savy al sax baritono,
Olivier Hutman al piano, Aldo
Zunino al contrabbasso e

Bernd Reiter alla batteria. La
leggenda del jazz Don Menza,
nato a Buffalo nel 1936, inizia
a suonare il sax a 13 anni. Nel
1956 è in Germania con il
«7th Army Jazzband» insieme
a Cedar Walton, Leo Wright e
Don Ellis. Al suo ritorno a New
York nel 1959, suona con la
Maynard Ferguson Orchestra
e la band di Stan Kenton. Nel
1968 si trasferisce a Los Ange-
les dove entra nella Buddy Ri-
ch Big Band. Lavora con Elvin
Jones, Louie Bellson e con
Henry Mancini per 27 anni.
Uno straordinario progetto è
rappresentato dagli arrangia-
menti della musica di Stan Ge-
tz per quattro sassofoni (basa-
to sull’originale ambientazio-
ne «Four Brothers») che sarà
presentata proprio al Due La-
ghi Jazz Festival.

Altro sax di fama mondiale
è Ralph Moore: londinese,
studia al Berklee College per
poi trasferirsi a New York,
nel 1981. Lavora con l’Hora-
ce Silver Quintet e con leg-
gende come Roy Haynes,
Mingus Dynasty e Freddie
Hubbard. Collabora con la
Reunion Big Band di Dizzy
Gillespie e registra con Ken-
ny Barron, Ray Brown, Kevin
Eubanks, Mulgrew Miller e
Marvin Smitty Smith. Nel
1996 suona e incide insieme
a Roy Hargrove con Oscar Pe-
terson e, nello stesso anno,
con Cedar Walton. Il finale,
alle 23,30 al Giardino delle
Donne, è affidato stasera al
trio del pianista Marcello Pic-
chioni e domani al trio del chi-
tarrista Daniele Ciuffreda. —
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  1. I Truzzi Broders il 13 settembre sveleranno il nuovo disco 2. Il
    «Rock’n roll Robot» Alberto Camerini canterà il 27 settembre 3.
    Ci sarà anche O ’Zulù della 99 Posse e qualcuno della Torino Posse
    4.Johnson Righeira sta sera in concerto inaugura i festeggiamenti


L’OMAGGIO DEL MUSEO DEL CINEMA

gran finale per il festival jazz

Don Menza da Buffalo a Avigliana


La storia del sax fa rotta sul lago


Scirea in bianconero

dal 3 settembre

Fulcheri in radio
con un disco
sul grande Scirea

Elegante dentro e fuori il cam-
po. Ammesso nel pantheon
dei più grandi difensori di
sempre. Con il numero 6
stampato sulla maglia bianco-
nera, Gaetano Scirea è anco-
ra oggi il simbolo di un calcio
pulito e sincero. A trent’anni
dalla sua prematura scompar-
sa, Giuseppe Fulcheri ha com-
posto il brano «Mi chiamo
Gaetano». Sarà in radio e su
tutte le piattaforme strea-
ming dal 3 settembre. Un
omaggio al grande campione
e un gesto di solidarietà: la
metà dei proventi della vendi-
ta verrà destinata alla Fonda-
zione Piemontese per la Ricer-
ca sul Cancro Onlus. E. V. —

FRANCA CASSINE
Due istituzioni prestigiose
che si uniscono fondendo in-
tenti, competenze e obietti-
vi. L’Accademia Albertina e
il Conservatorio Giuseppe
Verdi, fiori all’occhiello
nell’ambito formativo citta-
dino e nazionale, nell’arco
della loro lunga storia han-
no avuto occasione più volte
di collaborare, ma da ieri
hanno ufficialmente allac-
ciato rapporti che divente-
ranno stabili e sistematici.
Paola Gribaudo e Valenti-
no Castellani, presidenti
dei due enti, hanno siglato
un importante accordo, for-
malizzando la nascita a To-
rino del «Polo delle Arti»
che accoglierà un’offerta
formativa d’eccellenza. È
così giunto a termine il pro-
getto di cooperazione che
aveva iniziato a prendere

forma già due anni fa, sotto
la guida dei presidenti di al-
lora, Valentino Castellani e
Fiorenzo Alfieri.
I circa 2500 gli studenti
che annualmente frequen-
tano l’Accademia delle Bel-
le Arti e il Conservatorio,
avranno ora l’opportunità
di frequentare corsi speciali-
stici e master altamente pro-
fessionalizzanti. La struttu-
ra consortile, attraverso l’u-
nione delle competenze nel-
le arti figurative del primo e
quelle musicali del secon-
do, arriverà a formare i futu-
ri professionisti dei mestie-
ri dello spettacolo. In parti-
colare saranno create figu-
re professionali maggior-
mente richieste nell’am-
biente del teatro, dell’opera
lirica, del cinema, della mu-
sica e della televisione, con
un occhio di riguardo in par-

ticolare alla multimediali-
tà, che sempre più sta diven-
tando fondamentale nel lin-
guaggio contemporaneo.
Il Polo delle Arti consenti-
rà di sviluppare al meglio
l’offerta formativa e gli itine-
rari di ricerca di entrambe le
istituzioni, implementando
al contempo la produzione
artistica e orientando effica-
cemente i giovani verso le
professioni direttamente o
indirettamente connesse
all’universo dello spettaco-
lo. Tra i principali intenti c’è
proprio quello di fornire stru-
menti conoscitivi e il più pos-
sibile concreti e operativi,
grazie anche al dialogo che
verrà instaurato con le real-
tà culturali del territorio per
realizzare progetti condivisi
che consolidino la vocazio-
ne culturale della città.
I nuovi master si terranno
all’interno di uno stabile in
via Principe Amedeo 17 che
la Regione Piemonte ha con-
cesso in comodato d’uso e
che i due enti si faranno cari-
co di ristrutturare. I lavori
molto probabilmente saran-
no ultimati entro l’autunno
del prossimo, in maniera ta-
le da far iniziare i corsi
nell’anno accademico
2020-2021. Con il Polo delle
Arti Torino si arricchisce di
un ulteriore offerta formati-
va di alta specializzazione
che si affianca a quelle degli
atenei cittadini. —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

SOCIETÀ, CULTURA & SPETTACOLI

SILMIC

3

1

4

2

Il programma è in
costruzione: attesi
anche Zerocalcare
e gli Skiantos

Il citazionismo cinematografi-
co non è certo nato con «Pulp
Fiction», ma probabilmente
con il film di Tarantino ha ce-
lebrato la sua festa più gran-
de. Uscito nel 1994, questo
noir atipico si appoggiava in
maniera sapiente su situazio-
ni e meccanismi provenienti
da cento altri titoli, in un biz-
zarro miscuglio di alto e bas-
so, che pescava indifferente-
mente da Hitchcock e Tobe
Hooper, Godard e Ringo
Lam. In occasione del venti-
cinquesimo anniversario
dall’uscita del film nelle sale,
il Museo Nazionale del Cine-

ma mette in fila sette delle
sue opere ispiratrici e le pro-
ietta in una speciale rasse-
gna, alla Sala Soldati del Cine-
ma Massimo (in via Verdi 18
a Torino). Si parte oggi pome-
riggio alle 18,45 con il censu-
ratissimo horror «Non aprite
quella porta», si prosegue do-
mani alle 16 con «I sette sa-
murai» di Kurosawa, domeni-
ca alle 16 sarà il turno di «Il
cacciatore» di Michael Cimi-
no e poi via via «Bande à
part» di Godard (lunedì alle
18,45), Gli intoccabili» di De
Palma (martedì alle 18,45) e
in chiusura «Shogun il giusti-

ziere» di Robert Houston
(mercoledì alle 21,30). In
mezzo a questa girandola di
film ci sarà spazio anche per
il festeggiato. Da oggi fino a
mercoledì, «Pulp Fiction» ver-
rà riproposto in una decina
di spettacoli, suddivisi tra po-
meriggio e prima serata. E
quando dal grande schermo
vedrete Samuel L. Jackson e
John Travolta puntarvi la pi-
stola in faccia, vi farà piacere
ricordare che l'originale di
quell’arma è custodito pro-
prio a Torino, dal Museo del
Cinema. In un caveau a prova
di rapina. F. ACC. —

in via principe amedeo 17: i primi corsi inizieranno nell’anno accademico 2020-2021

I professionisti dello spettacolo

a scuola nel neonato Polo delle Arti

Il consorzio nasce dopo anni di collaborazione tra Accademia Albertina e Conservatorio


Con i nuovi master i giovani si specializzeranno in cinema, tv, lirica, teatro, multimedialità


Ragazzi del Conservatorio durante le prove

gran finale per il festival jazz

Don Menza da Buffalo ad Avigliana


La storia del sax attracca ai due laghi


Il musicista sarà protagonista assieme al compagno di strumento Ralph Moore

Sul palco anche gli italiani del Giammarco-Tessarollo-Tavolazzi-Roche Quartet

Don Menza

48 LASTAMPA VENERDÌ 30 AGOSTO 2019

SOCIETÀ, CULTURA& SPETTACOLI

T1 PR
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