La Stampa - 23.08.2019

(WallPaper) #1
.

INTER E NAPOLI PIÙ VICINE ALLA JUVE

DAL MERCATO LA PROMESSA

DI UN CAMPIONATO AVVINCENTE

CONCETTA LA NAIA
MESTRE (VE)
Estate 1969: lo conosco durante
il servizio come trimestrale pres-
so i Telefoni di Stato, da giugno
alla fine di agosto, in sostituzio-
ne del personale in ferie. E’ anche
l’estate dello sbarco sulla luna:
io, diciottenne, la mia famiglia e
altri 600 milioni di persone sia-
mo attaccati alla tv; in Italia, ipno-
tizzati dalla voce di Tito Stagno,
seguiamo la più grande marato-
na di tutti i tempi. Ma la mia testa
è altrove: lui è Maurizio, 22 anni,
non bello, ma provvisto d'un pa-
io d'occhi azzurro mare. Io, minu-
ta, dimostro molto meno della
mia età. Seduto accanto alla mia
postazione di centralinista, mi in-
segna premuroso. Un sorriso, pic-
cole attenzioni e sono già trafit-
ta, come San Sebastiano, da Cupi-
do. Di lì a poco mi invita a uscire:
un gelato, la passeggiata in piaz-
za, ovvero “fare la vasca” come si
chiama a Mestre lo struscio. In fa-
miglia, lo sguardo perso e il sorri-
so ebete sono scambiati per l’an-
sia dell’imminente esame di ma-
turità: invece è il primo amore.
Come trimestrale era stata chia-
mata anche la mia migliore ami-
ca, Teresa, del mio stesso condo-
minio, di un anno più grande, spi-
gliata, carina e un po’ civetta. Di-
scutevamo dei massimi sistemi e
di come avremmo cambiato il
mondo.
Il ’69 era un periodo turbolen-
to. Lei, vicina agli ambienti della
destra patavina, parlava di Niet-
chze e del superuomo con auten-
tica convinzione. Io, con idee di

segno opposto, vagheggiavo di
solidarietà, fiduciosa nell'innata
innocenza dell’uomo rousseauia-
no. Facevamo progetti: lei si sa-
rebbe iscritta a Lettere, io a Magi-
stero. Una domenica d’agosto,
Maurizio mi propone di andare
al Lido di Venezia. Andiamo allo
stabilimento Des Bains dello sto-
rico hotel dove Luchino Visconti
girò “Morte a Venezia”. Sono al
settimo cielo, passeggiamo sulla
battigia, i piedi accarezzati dalle
onde. All’improvviso, vedo Tere-

sa con un gruppo di amici: un po’
inquieta, la saluto in fretta ma lei
capisce che tengo a quel ragazzo.
Poi ci tuffiamo: gli spruzzi fred-
di, il mare trasparente che all’o-
rizzonte si confonde con il cielo;
non so cosa darei per avere un bri-
ciolo di spigliatezza. Lui mi guar-
da con dolcezza: vuole regalarmi
una bella giornata perché ha capi-
to che sono cotta di lui. Seduti
sull’arenile, taglia delle mele a
spicchi: ne ricordo ancora il sapo-
re lievemente asprigno. Decidia-

mo di andare ai “Murazzi” con
delle bici prese a noleggio: passia-
mo davanti all’Excelsior, altro
storico albergo del Lido. Mauri-
zio mi aiuta a sedermi sui massi:
lui è di un paesino dell’altopiano
vicentino; ne parla con nostal-
gia, si vede che preferisce le cime
innevate e i boschi verdi alle on-
de azzurre. Parliamo di futuro,
stiamo bene insieme. Poi, giunto
il momento di ritornare, prendia-
mo la motonave ed eccoci in ter-
raferma. Ci lasciamo con un ba-
cio: termina così una delle più
belle giornate della mia vita; so-
gno a occhi aperti, specchiando-
mi nei suoi, azzurrissimi.
Quella sera, guardando la lu-
na, la vedo splendente come non
mai, pronuba silenziosa. Invece,
un pomeriggio di settembre,
Maurizio mi avvisa che sale su da
Teresa; lo ha invitato a mangiare
la pizza e lui ha accettato. Gli di-
spiace ferirmi, mi spiega che non
riesce a ricambiare quello che
provo per lui. Sono impietrita,
l’ho perso. Dopo due settimane
Teresa lo scarica senza tanti com-
plimenti. Maurizio ci rimane ma-
le, gli amici lo incoraggiano a far-
si vivo con me, ma lui ha l’onestà
di non farlo. Non lo rividi. L’ami-
cizia con Teresa si frantumò. Ho
capito molto dopo che, anche
senza di lei, Maurizio non sareb-
be rimasto con me. Quella dome-
nica d’agosto al Lido è stato il re-
galo del ragazzo dagli occhi az-
zurri per la ragazzina che gli face-
va tenerezza ma che non seppe
accendergli il cuore. —
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I

n questi giorni ci si chiede co-
me sia possibile che forze che fi-
no a ieri si sono combattute fe-
rocemente, possano oggi ipo-
tizzare di governare insieme,
non in emergenza, ma per un
governo di legislature.
Ebbene, la causa ha radici che affon-
dano nella Prima Repubblica: Pci,
Psi, Dc e Msi si scontravano all’arma
bianca e certamente le loro differen-
ze, sia rispetto alla collocazione inter-
nazionale dell’Italia, sia rispetto all’a-
desione ai valori democratici, erano
sostanziali. A partire dagli anni ’70 il
Pci accelerò la sua evoluzione e lenta-
mente accettò Comunità europea, Na-
to (sempre con occhio di favore verso
l’Urss) e democrazia. Nonostante le
divisioni però, come spiegava Ugo La
Malfa nel 1979 nel libro “Intervista
sul non-governo”: “Per guidare un si-
stema industriale, e anche farne la cri-
tica, non si può essere preindustriali.
I partiti politici non vedono i proble-
mi se non con mentalità precapitalisti-
ca, puramente assisten-
ziale. Quindi l’opinione
pubblica non è stata in-
formata sulla realtà dei
suoi problemi, è stata so-
lo abituata a quel lin-
guaggio”.
Insomma, una comu-
ne diffidenza verso il
mercato, il rigore nei conti pubblici
e il successo imprenditoriale, solca-
va tutti e 4 i grandi e medi partiti, ri-
manendo la piena adesione ai valori
liberal-democratici appannaggio di
forze di minoranza.
Oggi la situazione non è molto di-
versa.
Dei convincimenti statalisti dei 5
Stelle possiamo dire trattasi di “fat-
to notorio”.
La Lega, che alle origini aveva un
afflato liberista e fedeÈ
ralista (o secessionista), oggi di-
fende ogni rendita di posizione, dai
concessionari di spiagge ai produt-
tori di latte, la spesa pubblica, il con-
trollo politico dei corpi intermedi
(si veda la legge sullo sport) e delle
autorità indipendenti, le nazionaliz-
zazioni o comunque la presenza del
governo, centrale o locale che sia,
nelle aziende.
Il Pd è un partito socialista, che ne-
gli ultimi anni non ha privatizzato

niente (e nazionalizzato Mps). Ed è
pur vero che con i governi Ren-
zi-Gentiloni, spese e imposte sono
lievemente diminuite rispetto al Pil,
ma ora da Zingaretti sono venute so-
lo proposte per università e scuola
gratis per tutti, più spesa per l’istru-
zione, la green economy, gli investi-
menti e la sanità (100.000 operatori
in più), salario minimo, equo com-
penso e una generica lotta agli spre-
chi e all’evasione fiscale su cui son
buoni tutti. La “spinta propulsiva” di
berlingueriana memoria in tema di
liberalizzazioni e meritocrazia (ba-
sta vedere il flop della “buona scuo-
la”) si è certamente arenata. Cosa
chiede infatti la direzione del Pd per
governare coi 5 Stelle? “Una svolta
delle ricette economiche e sociali in
una chiave ridistributiva”. Reddito
di cittadinanza por todos.
Forza Italia parla di economia libe-
rale ma nei fatti promette semplice-
mente tutto a tutti, dentiere e veteri-
nari gratis, pensioni minime a 1000
euro, più sussidi ad agri-
coltura e pesca, meno
tasse, ma anche più in-
vestimenti e “la fine del-
la politica dell’austeri-
tà” (leggi: meno rigore
nei conti). Si oppone al-
la direttiva sulle libera-
lizzazioni “Bolkestein”,
così come fece con le misure conte-
nute nella legge sulla concorrenza
un paio d’anni fa ed anzi ritiene che
bisogna allentare quelle esistenti
per favorire “i campioni nazionali”.
Quanto alle privatizzazioni, non si
menzionano più da molto tempo.
Naturalmente, tra le varie forze ci
sono eccome divergenze, in politica
estera o sulla giustizia o l’immigra-
zione, per citare le più rilevanti. Ma
in economia, salvo che in alcuni en-
comiabili esponenti o in forze mino-
ritarie, come negli anni ’70 vediamo
50 sfumature di grigio, non una con-
trapposizione netta.
Magari il governo che verrà smenti-
rà tutto e avremo un programma che
eviterà l’aumento dell’Iva tagliando
la spesa e non facendo deficit e priva-
tizzerà 18 miliardi di beni pubblici
senza partite di giro. Chissà: sarem-
mo i primi a esserne contenti.
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IL VALZER

DELLE

INCOGNITE

C

osì, alle otto di sera, un
Mattarella visibilmente
contrariato ha aderito al-
la richiesta di un rinvio
delle consultazioni a
martedì prossimo. Dopo-
diché non resterà che la via di un go-
verno elettorale per portare il paese
alle urne quanto prima possibile.
La responsabilità di questo esito
spetta naturalmente alle forze politi-
che maggiori, ma non in egual misu-
ra. Salvini, ormai, salvo miracoli,
fuori dai giochi di questa crisi, ha
lanciato un ultimo improbabile ap-
pello agli ex alleati grillini, pensan-
do probabilmente a precostituirsi
una buona piattaforma per le prossi-
me elezioni. Il Partito democratico è
riuscito - e non è risultato da poco - a
mantenere la sua unità, da Renzi a
Zingaretti, su una linea di apertura
al dialogo con i 5S, nonostante le evi-
denti divergenze su punti importan-
ti per entrambi: dal decreto sicurez-

za bis (e connessa questione dei mi-
granti) alla legge costituzionale sul-
la riduzione del numero dei parla-
mentari. I Cinque stelle si sono limi-
tati a riproporre un lungo program-
ma in dieci punti senza fare alcun
cenno ai possibili interlocutori poli-
tici, quasi inseguissero ancora un lo-
ro sogno di orgogliosa autosufficien-
za, peraltro smentito dal recente
passato. Solo in tarda serata hanno
aperto alla possibilità di nuovi con-
tatti col Pd (ma allora perché aspet-
tare tanto?).
Ancora una volta il Movimento si
presenta come la principale incognita
del sistema politico italiano. Vorrà ri-
lanciarsi come entità ‘altra’ rispetto al-
le forze politiche tradizionali o si pro-
porrà come partito fra i partiti sfrut-
tando la sua capacità di coalizzarsi? Si
collocherà stabilmente a sinistra o
aspirerà al ruolo di nuova Dc? La rispo-
sta a questo e ad altri interrogativi ver-
rà probabilmente anche dall’esito di
questa strana crisi. —
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GLI ACCORDI FRA AVVERSARI

NELLA POLITICA ITALIANA

HANNO UNA MATRICE STATALISTA

L’estate della Luna: raccontate
che cosa vi ha cambiato la vita

50 anni fa, la rivoluzione della conquista della
Luna. La notte del 20 luglio 1969, l’impresa
dell’Apollo 11. Ad agosto, lo spazio di questa
pagina dedicato alle lettere, si aprirà ai racconti
di voi lettori: qual è stato l’evento che ha
cambiato la vostra vita negli ultimi 50 anni?
Scrivetelo (se volete aggiungete una foto),
speditelo alla Stampa con lettera o e-mail, e lo
pubblicheremo. Questa diventerà - ad agosto -
la pagina della vostra rivoluzione. Buona
scrittura.

Circa 22 mila rifugiati siriani sono rientrati
dalla Giordania da inizio anno, attraverso il
valico di frontiera Yaber-Nasib. Un numero
importante ma che rappresenta una picco-
la percentuale degli oltre 650 mila che ri-
mangono nel regno, secondo gli ultimi dati
dell'Alto commissario dell'Onu per i rifugiati

(Unhcr). La portavoce dell'Agenzia ad Am-
man, Lilly Carlisle, ha riferito che un totale
di 28 mila rifugiati siriani hanno lasciato la
Giordania e sono rientrati in Siria dalla ria-
pertura del valico di frontiera Yaber-Nasib
tra i due paesi nell'ottobre 2018.
Il Paese ospita attualmente 658.446 ri-

fugiati, secondo i dati dell'ufficio dell'Unhcr
in Giordania, ma la cifra potrebbe essere più
alta perché non tutti sono registrati. Le auto-
rità giordane stimano che circa 1,3 milioni
di siriani risiedano nel regno, ma molti non
hanno lo status di rifugiato o vivono nei
campi.

ANTONIO BARILLÀ

Illustrazione di Massimo Jatosti

LI


LETTERE

& IDEE

I

l calcio balneare alimenta sogni a
buon prezzo, le squadre appaiono tut-
te più solide e brillanti: effetto del
mercato e delle sue promesse, aspet-
tando la verità, spesso scomoda, del
campo. Stavolta, però, c’è la sensazio-
ne che in prima fascia la qualità sia davvero
cresciuta: non congetture orientate a volte
dal tifo, ma analisi distaccate delle strate-
gie dei club. Sostenere perciò che dopo ot-

to anni senza storia si profili una corsa scu-
detto meno scontata non è solo l’illusione
di chi auspica maggiore incertezza, perché
è innegabile che la supremazia della Juven-
tus, legittimata da un progetto unico e per-
ciò meritatissima, abbia svuotato gli ultimi
campionati di pathos e interesse.
Chiariamo subito che i bianconeri an-
che quest’anno partono in pole: in un orga-
nico già superiore sono stati innestati il mi-

glior talento difensivo d’ultima generazio-
ne, Matthijs de Ligt, e due centrocampisti
doc rilevati a parametro zero nel solco di
una tradizione - Pirlo, Pogba - che è anche
simbolo della capacità di coniugare ambi-
zioni e virtuosismi finanziari. Le distanze,
tuttavia, rispetto alle inseguitrici si riduco-
no perché la squadra, pur migliorata, avrà
bisogno di tempo per assimilare l’Idea di
Maurizio Sarri, cultore dell’estetica dive-
nuto erede del pragmatico Massimiliano
Allegri. E perché - ma il dato è parziale:
mancano dieci giorni alla chiusura del
mercato - la rosa è appesantita da calciato-
ri estranei ai piani che, in caso di mancata
cessione, potrebbero incrinare gli equili-
bri di spogliatoio. L’Inter, nel mentre, ha
portato avanti una campagna acquisti di-
spendiosa e affascinante, garantendo al

nuovo allenatore un organico d’altissimo
livello. E il nuovo allenatore, particolare
importante, è Antonio Conte, specializza-
to in metamorfosi veloci e vincenti, l’uo-
mo che ha restituito alla Juve i trionfi
smarriti dopo Calciopoli, inaugurando il
ciclo che prova adesso a spezzare, e che,
approdato al Chelsea, ha subito conquista-
to la Premier League.
Più vicino alla Juve è anche il Napoli che
può trasformare la continuità in un’arma
in più: pochi ritocchi - determinanti, però:
Kostas Manolas accanto a Kalidou Kouliba-
ly è una diga - e squadra già abituata ai
meccanismi d’un guru come Carlo Ance-
lotti. Sfida aperta, reale e non pretenzio-
sa: la Juve resta in pole ma ci divertiremo
tutti di più. —
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La Stampa
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Il numero del giorno

22.000

I rifugiati siriani rientrati dalla Giordania nel 2019

Contatti
Le lettere vanno inviate a
LA STAMPAVia Lugaro 15, 10126 Torino
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Garante del lettore: [email protected]

UGO LA MALFA
DEFINÌ
“ASSISTENZIALE”
LA MENTALITÀ
DEI PARTITI

ALESSANDRO DE NICOLA

L’ESTATE DELLA LUNA

LA MIA RIVOLUZIONE

Quella notte la voce di Stagno fece da sottofondo all’inizio di un amore destinato a finire


ALAMY

1969-2019

Lo stabilimento «Des Bains» di Venezia dove l’autrice del racconto incontrò il suo primo amore ai tempi dello sbarco sulla Luna

INDIRIZZI
Via e-mail: [email protected]
Via posta: Via Ernesto Lugaro 15, Torino


  1. Sulla busta, oltre a nome, cognome
    e indirizzo, scrivere: «La mia rivoluzione».
    Le eventuali fotografie inviate saranno resti-
    tuite.


GIOVANNI SABBATUCCI

LA STAMPA
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