Corriere della Sera La Lettura - 18.08.2019

(Tuis.) #1

DOMENICA18AGOSTO2 019 CORRIEREDELLASERA LALETTURA 11


logica è per la filosofia o il nudo per l’arte:
è la disciplinafondamentale!». Di acqua,
però, a partire dalle etnografie della pri-
ma metà del secolo scorso, ne è passata
tanta anche sotto i ponti degli antropolo-
gielostudio della parentelaèmolto
cambiato.Untempo si indagavano so-
prattutto le «tipologie» di famiglia,come
se ogni epoca e ogni società avessero pro-
dotto un modello o poco più diconfigu-
razione familiare. Ciò checolpisce, inve-
ce, nella lettura delvolume di Grilli, dedi-
catoal contesto euro-americanocontem-
poraneo (e all’Italia in specifico), anche
secon uncostante sguardocomparativo
ad «altri» modi di fare parentela, è la cre-
ativitàcontinua, la produttività, le «pla-
sticherelazionali» che ilfenomeno della
parentela mette incampo.


Si sa (eccome!), nel nostroPaese, che
le ideologie politiche, i sistemi giuridici,
lereligioni si sforzano di definireeim-
porre «modelli» di famiglia e parentela,
richiamando spesso laretorica della «na-
tura» e del «naturale» per blindare la di-
scussione. Eppurel’agireconcretodei
soggetti, le dinamiche demografiche
(mortalità ridotta,feconditàcontrollata,
allungamentodella speranza di vita), le
questioni dell’abitare, la precarizzazione
del lavoro, icambiamenti nei rapporti di
genere e tra le generazioni, l’affermarsi di
coppieedinuoveforme di genitorialità
omosessuale, le nuovetecnologie della
riproduzione—argomentiacui sono
dedicati ivari capitoli del libro di Grilli —
finiscono per inventare e sviluppare ine-
diti «processi di parentalizzazione»
(quelli che gli inglesi chiamano kinning ).
Qualche esempio tra i tantiforniti dal
volume. Il ridimensionamento del signi-
ficatodel matrimonio che sièavviatoa
partiredagli anni Sessanta/Settanta in
moltiPaesi europei e più tardi in Italia, ha
messo in discussione il legame che appa-
riva ai nostri nonni «naturale», tra unio-
ne matrimoniale,coabitazione e succes-
siva genitorialità. Oggi, in Francia, lecop-
pie di fatto, ocomunque quelle che si ri-
produconosenza (o prima di)contrarre
matrimonio, sono percentualmentesu-
periori. In Italia,nel 2017, sultotale dei
nati/e il 30,9% erano figli/e di madri o


padri nubili e/ocelibi. Il matrimonio si è
trasformato da rito di passaggio a rito di
conferma , una sorta di «rifinitura del la-
vorodicoppia»,celebratoavoltedopo
una lungaconvivenza e, spesso, dopo
l’arrivo di un figlio. Si potrebbe dire che, a
partire dalle sue ricerche dicampo e da-
gli studi che passa in rassegna, per Grilli
oggi sono i figli, perle rare e preziose, a
fare la famiglia e non viceversa!
L’idea stessa di «genitorialità» si sta ra-
pidamentetrasformando. Antropologi
come FrancescoRemotti — autore di un
volume sullavariabilità della famiglia che
ha suscitatounampio dibattito, Contro
natura (Laterza, 2007) — hanno sottoli-
neato datempo la scissione tra matrimo-
nioegenitorialità inrelazioneasocietà
«altre», prendendoaesempio iltema
classico dell’adozione e quello meno no-
todellacondivisioneocircolazione dei
bambini (vedi, sempre diRemotti, il sag-
gio Fare figli, con chi? , uscito nel 2013 su
«Anuac», rivista dell’Associazione degli
antropologi culturali).
Il volume di Grilli mette in luce l’incri-
narsi della genitorialità univocasoprat-
tutto attraverso gli esempi delle famiglie
ricomposte, nelle quali avviene un inten-
so «lavorio» parentale,con«nuovi» ge-
nitori, «nuovi» fratelli, fratelli «a metà»
(checondividono un solo genitore), nuo-
vi nonni e ziicon cuicostruirerelazioni.
La lingua italiana, significativamente,
non ha (ancora) moltitermini per defini-
requesteconfigurazioni parentali, se
non espressioni palesemente peggiorati-
veedesuetecome «matrigna», «patri-
gno» e «fratellastro» che,comprensibil-
mente, non trovano spazio nel lessico
quotidiano delle famiglie ricomposte
(una tipologia in crescita per effetto della
precarizzazione e «reversibilità» crescen-
ti delcontratto matrimoniale).
La legge n. 76 del 2016 (detta «Cirin-
nà»), a cui Grilli riconosce il merito di un
«piccolo passo avanti», ha portatoalla
formalizzazione di tretipi dicoppia:
quellafondata sul matrimonio per lecop-
pie eterosessuali; l’ unione civile per le
persone dello stesso sesso, privateperò
del diritto di bigenitorialità; le conviven-
ze difatto. Si tratta però, anche in questo
caso, di una «fotografia», fruttodiun
compromesso politico, che non riesce a
coglieremolti dettagli di unarealtà in

continuo movimento.Perlimitarciaun
solo esempio, oggi moltecoppie pratica-
no unaconvivenza abitativasaltuaria (il
weekend,iperiodi liberi dal lavoro),
quello che gli inglesi chiamano living
apart together ;altre, pur vivendo insie-
me per ragioni praticheoper attacca-
mentoaifigli, sono di fatto«separate»
( living together apart ).

Passando dalle tipologie in trasforma-
zione alle «tendenze» in atto,colpiscono
nelle famigliecontemporanee le dimen-
sioni ristrette legate alla denatalità (con il
corollario della rarefazione di fratelli, cu-
gini, ziiecollaterali in genere)elaloro
«verticalità» legata alla lunga speranza di
vita,con la frequenteconvivenzacon i bi-
snonni econ l’indispensabile ruolo di cu-
ra dei nonni (nonacaso sièparlatodi
«secolo dei nonni»,ifrancesi usano
l’espressione grand-parentalité , da gran-
ds parents ovvero«nonni»). La cultura
dell’infertilità, per cui è divenuto norma-
le spiegare «perché» si è scelto di fare un
figlioenon la giustificazione del «per-
ché» non si hanno figli, e la «sacralizza-
zione» dei bambini sono anch’esse delle
caratteristiche emerse nella parentela
contemporanea.
Insomma,adifferenza dicome un
tempo si immaginava il futuro della mo-
dernità, «la parentela (r)esiste, anzi sem-
bra godere diottima salute», chiude Gril-
li. In Italia, per esempio, la prossimitàre-
sidenziale di genitoriefiglièstata ed è
una risposta alla crisi delloStato sociale e
alle difficoltà economiche in generale.
Gli studi sociali ci mostrano che la paren-
tela nonèlafaccia privata dell’essere
umano, opposta al suo lato pubblico: nel-
la famiglia si incrociano, spesso intermi-
niconflittuali, «sostanze» biologiche (lo
sperma, il sangue, il cibo che rimane, in
Italia in modo particolare, uno dei modi
privilegiati di fare famiglia) e «sostanze»
politiche,religiose, economiche e giuri-
diche; viceversa, la vita pubblicadella
contemporaneità devemoltoalleforme
di organizzazione parentaleefamiliare.
La famiglia è un impasto sociale di lunga
durata,ottenutocon ingredienti sempre
nuovi.
©RIPRODUZIONERISERVATA

SSS


di CARLOBORDONI

C


he cosaresta delle vacanze, se
non qualchefoto ricordo da con-
servare a futura memoria? Ora
l’album da sfogliare è attualizzato dal
digitale e dalla circolazione delle im-
magini in temporeale. I social permet-
tono l’immediatezza e la condivisione
con un pubblico potenzialmente infi-
nito.Non serve aspettare il rientro a
casa. Le vacanze sifanno in diretta.
La smania di postare suFacebook,
Instagram e WhatsApp la bellezza dei
luoghi, le giornate passate al mare o in
montagna, inclusi i figli e i loro com-
pagni di giochi e persino ciò che è ser-
vito in tavola a pranzo e cena, è una
tentazione a cui nessunoresiste.
Nemmeno i politici. Le vacanze so-
no più belle in vetrina.Per rafforzare
la campagna elettorale o per mostrarsi
genitori presenti e affettuosi.Così, tra
selfie e post araffica che documentano
passo dopo passo, come unreporter
dalle zone di guerra, la sequenza di
eventi memorabili, non si vuole tanto
condividere la propria gioia, quanto
fare invidia ad amici e parenti rimasti
a casa.Con una conseguenza che si
dimostra un danno collaterale: la ri-
nuncia al proprio privato. Bandire la
solita (noiosa) riservatezza e mostrar-
si pubblicamente sulla spiaggia o in
barca, può essere liberatorio.Fa senti-
re per un momento al pari deiVip e il
piacere della vacanza è sostituito dal
piacere di mostrarsi in vacanza. L’im-
pegno di seguire i figli è accompagnato
dall’esternazione di sé. Senza alcun
rispetto per la privacy di chiresta, suo
malgrado, incluso nelle immagini.
Come i più giovani, che magari vorreb-
bero sfilarsi.Così può capitare che a
fine vacanza i figli tolgano l’amicizia
ai genitori.
©RIPRODUZIONERISERVATA

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