Corriere della Sera La Lettura - 18.08.2019

(Tuis.) #1
DOMENICA18AGOSTO2 019 CORRIEREDELLASERA LALETTURA 29

vi. Speriamo che anche il pubblicopossacoglierli».
Sembra di sì: dall’apertura al pubblico dell’11 maggio fi-
no all’8 agosto,con una permanenza media di mezz’ora,
i visitatori sono stati oltre 43 mila. «E il gruppo —conti-
nuano le due sorelle — è molto affiatato, anche se arri-
viamo tutti daPaesi diversi».
Idue «anziani», per esempio, sono lituani,coppia
«sulla sabbia»,coppia nella vita (l’anno prossimofe-
steggeranno i 50 anni di matrimonio, ma non rivelano
l’età): Svetlana Bagdonaite eJonasStatkevicius. Insieme
daitempi della scuola, hanno due figli. Lei è stata una
pop star e poi una docente ditedesco, lui è musicista e
ingegnere meccanico in pensione: rimarranno a dispo-
sizione di Sun & Sea fino alla chiusura, il 31ottobre.Farà
freddo. «Se è per questo anche a maggio si tremava», ri-
corda Bruce Boreham, 62 anni,californiano arrivato per
la primavolta aVe nezia nel 1983 per insegnare Inglese e
Sceneggiatura a Ca’Foscari (ora ha un gruppofolk). In
«spiaggia» interpreta il workaholic , il malato di lavoro.
Scherza: «Ho giàcambiatocinque mogli sulla scena,

Hanno meno dubbiiPiccardi-Bonnet, famiglia di
Marsiglia che ha scelto di trascorrere il suo ultimo gior-
no divacanze «dentro» Sun & Sea. Laformazione ècosì
composta: Alice (mamma), Nicolas (papà) e i quattro fi-
gli Margaux, Diane, Daphne, Constant di 12, 10, 9 e 8 an-
ni. «Con i ragazzi — racconta Nicolas mentre i bambini
coinvolgono la madre in una partita a “Uno” — siamo
stati ai Giardini della Biennale, abbiamo visitato i padi-
glioni e stilato la nostra classifica: a maggioranza vince-
vail Belgio. Io allora ho rilanciato: ma sapete chi sono
stati i più bravi? No, e allora li ho portati qui, senza dire
loro che avrebbero “vissuto” la performance». Chapeau.
«Volevamo aggiungere allarealtà statica dell’opera —
spiega laregista Rugile Barzdžiukaite — fatta ditempi e
gesti sempreuguali, untoccodi improvvisazionecon
non professionisti che arrivano, giocano, mangiano, a
volte disturbano». Fiction e vitavera. Funziona.Perché
le autrici lavorano insieme econ successo da anni (con-
temporaneamente sviluppano progetti autonomi), per-
ché ognuna metteincampo la propria visione. Senza
darelezioni. Bellezza, intensitàe(molta) arteper rac-
contaregli effetti dell’Antropocene.Va ivaGrainyte, la
poetessa del trio, ammette: «Oggi riceviamocosì tante
informazioni sulcambiamento climatico che avoltevo-
gliamo negarle, il nostrocervellotenta di nasconderle.
Ed è qui che entra in gioco l’arte: la suaforza emozionale
trova sempre strade nuove per affrontarecertitemi».
©RIPRODUZIONERISERVATA

verde come unaforesta: eutrofizzazione! ».
Gli interpreti entrano ed escono dalla «spiaggia» —
le pause sonoconsentite in assenza di assoli — attraver-
so unatenda scura. Dietro,c’è una saletta che serveco-
mecamerino,cambusa, sala diregia. E spogliatoio per i
«volontari», persone di tutte le nazionalità (la maggior
partestranieri, «ma gli italianitornano anche due-tre
volte») che hanno deciso di unirsi all’installazione. Arri-
vano titubanti, seguono le indicazioni deiresponsabili,
intimiditi, si spogliano, prendono postoinspiaggia.
«Ecco, si metta lì».Unmomento di imbarazzo, si entra. I
piedi nella sabbia,vera. La luce artificiale, abbagliante.
Gli occhi di chissà quanta gente sopra. L’emozione che
cresce. La musica diffusa dagli altoparlanti e icanti —
dal vivo — dei «bagnanti». Provare a stendersi, a goder-
si il momento. Infondo noncapita spesso di «apparte-
nere» a un’opera d’arte. Chiudere gli occhi, fingersi atto-
ri, chissàcosa vedono gli spettatori. Sentirsi parte di un
progetto.Portavoce di un messaggio eticofortissimo. In
costume da bagno. Meglio non pensarci.
NeringaStonyte, architetto, 28 anni, lituana, lavora a
Cambridge. Si avverteuncertoorgoglio nazionale, la
vittoria alla Biennale «è stata una sorpresa», molti turi-
sti in arrivo dalPaese baltico si spingono fino al Sestiere
Castello per godersi Sun & Sea. «È la mia primavolta a
Ve nezia — dice a bassavoce, nonostante l’invito a usare
untono normale —: ci sonocosì tantecose davedere e
così pocotempo.Palazzi, chiese, quadri...».

tutte di nazionalità diversa. Ora è gallese». Bruce è nel
cast dall’esordio. «Se nonc’erano visitatori —cosa piut-
tosto frequente allora — ci scaldavamocon lecoperte».
Ora invece «si muore dicaldo» ed Enrico Zagni, 42 anni,
cantante liricocon un poderoso curriculum, modenese
che ha studiatocon Pavarotti e che in spiaggia interpreta
uno dei «fidanzati», si è portato unventilatore elettrico.
Con luic’è Leona,cagnetta buonissima che si è natural-
mente adattata al set. Sull’asciugamano accanto è sedu-
to MarcoCisco, 34 anni, di Mestre,cantante (nella basi-
lica di San Marco) e insegnante dicanto.

Una del pomeriggio, atmosfera indolente. L’aria èfer-
ma, i bambini — nelcast ci sono anche i figli di Lina La-
pelyte — giocano a palla, qualcuno accenna una partita
a scacchi,Jonastentacon le parole incrociate. La musica
non si interrompe, l’opera dura circa 60 minuti ma viene
cantata per tutte e sei le ore, la performance «deicorpi
pigri» è inrealtà una macchina perfetta (curata da Lucia
Pietroiusti, curator della Serpentine Gallery di Londra):
ottimi attori etecnici, una scenografia studiata nei det-
tagli — suiteli da mare ci sono giornali, libri, diari,cap-
pelli, zaini, bottiglie d’acqua, parei, tubetti di crema,
bocce, palette, iferri per lavorare a maglia. Appoggiata a
un angoloc’è una bicicletta. Il pubblico, dall’alto, osser-
va. E ilcorodeivacanzieri intona: « Quest’anno il mare è

Questa


quiaccanto


èun’opera


d’arte:


havinto


ilLeone


d’Oro2019


aVenezia.


Èuna


spiaggia


(finta)


disabbia


(vera)


allestita


all’Arsenale


eanimata


daattori


(veri)e


«bagnanti»


(finti).


L’hanno


inventata


treartiste


lituane


perilPa-


diglione


delloro


Paese.Rac-


conta,tra


l’altro,an-


cheiguasti


delcambia-


mento


climatico.


Ivisitatori


possono


partecipare


come«ba-


gnanti».


«LaLettu-


ra»loha


fatto


tuttiallaBiennale

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