Corriere della Sera La Lettura - 18.08.2019

(Tuis.) #1
DOMENICA18AGOSTO2 019 CORRIEREDELLASERA LALETTURA 31

Piùomenoquestoèilperiodoincui
lacoppiainvacanzacominciaadaresegni
dicedimentoemoltivorrebberofarecome
AnnieDillard,che(siamoneiprimianni
Settantaeleineavevasolo27)siritirònelle

BlueRidgeMountainsinVirginia,così,per
osservarelanatura.Loharaccontatonelsuo
Pellegrinaggio al Tinker Creek (traduzionedi
GabriellaTonoli,Bompiani,pp.352, e 18):
beh,comeideadimezzaestatenonèmale.

{


VivaLiala!
diRobertaScorranese

Menevadoincampagna

dellasabbia


Jim Denevan «Drawings in the Sand»


L’effimeroinbalìadellanatura:


cerchidisegnatisullabattigia


L


a sabbia, sia il deserto del Nevada
o la battigia sconfinata del Golden
State, è la sua tabula rasa: ilfoglio
bianco sul quale imprimere segni geo-
metrici essenziali, spessocerchi, visibi-
li da una prospettiva aerea. Con una
differenza sostanziale rispetto alla pri-
ma Land Art, che risentiva di uncerto
strutturalismo dellacosta orientale
degliStatiUniti: l’effimero checontrad-
distingue le tracce lasciate nella natura,
per lo più utilizzando bastoni o rastrel-
li, dalcaliforniano Jim Denevan, artista

e chef nomade (Santa Cruz,Usa, 1961).
L’altro elemento, legato al moto delle
maree o alle precipitazioni,consiste
nella rapidità di esecuzione per evitare
che l’intervento svanisca ancora prima
di essere statorealizzato.
Nel 2011con DrawingsintheSand
l’exsurfista, che grazie alla passione
per le onde ha trasformato la sabbia
nella suatela, è intervenuto sul letto di
un lago prosciugato in Australia: un po’
cerchi nel grano dall’improntaextrater-
restre, un po’ grafismi Maori.

Alice Aycock «Sand/Fans»


Quattroventilatori


rimodellanolamateria


È


il vento il motore che crea l’inne-
sco dell’opera in divenire Sand/
Fans , presentata per la prima
volta da AliceAycock (Harrisburg,Usa,
1946) nel 1971 negli spazi della leggen-
daria 112 GreenStreet Gallery di New
York. Allieva diRobert Morris,Aycock
si forma nel solco della Land Art e del
Postminimalismo. Nell’installazione, a
tracciare segni sulla sabbia è l’aria spri-
gionata da quattroventilatori: posti gli
uni di fronte agli altri, generanocor-
renti che modellano la materia. L’arti-

stacontinua aconsiderare questo lavo-
ro seminale per le sue ricerche succes-
sive, «l’inizio di uncerto genere di os-
sessione».
Incuriosita daiventilatori «per l’idea
di potere, del mulinellocome genera-
tore», tra le immagini che si sono im-
presse nel suo universo creativo cita
«uragani,tornado,vortici». Se non
fosse che, spiazzando il pubblico, inve-
ce di scatenare unatempesta di polve-
re, il lavoro fluisce lento. Con ritmo
zen.

Edward Kienholz «Five Car Stud»


Ifaridicinqueautomobili


illuminanolaviolenzarazziale


L


a sabbia entracome elemento
scenico nel set, un tableauvivant
checatapulta l’osservatore dentro
il fatto, FiveCarStud ,realizzato tra il
1969 e il 1972 da Edward Kienholz (Fair-
field,Usa, 1927 - Hope,Usa, 1994).
Esposta per la primavolta a Documenta
5 aKassel nel 1972 e poi allaFondazio-
ne Prada di Milano nel 2016, l’opera
riproduce una scena di violenza razzia-
le. Aterra un afroamericano è circon-
dato da cinque uomini bianchi che
indossano le maschere di Halloween.

A rendere ancora più inquietante
l’ambientazione il buio, illuminato
soltanto dai fari delle auto. Mentre gli
aggressoritengono bloccato il nero —
uno degli aguzzini gli tiene il fucile
puntato addosso — una donna bianca,
che si era appartatacon la vittima, è
costretta a osservareterrorizzata. La
situazione da incubo non viene evocata
néconfinata nel passato, ma si materia-
lizza sotto gli occhi del pubblico. Ilte-
ma della persecuzione razziale irrompe
nel presente in tutta la sua atrocità.

Klaus Weber «Sand Fountain»


Dallafontananonesceacqua:


colpadelladesertificazione


I


pnotizza il pubblicocon i suoi zam-
pilli paradossali SandFountain ,
ideata nel 2012 dall’artistatedesco
KlausWeber (Sigmaringen, 1967).
L’opera gioca sulla frizione, ai limiti
dell’assurdo, tra larealtà e la sua rap-
presentazione. Dallafontana, stereoti-
po kitsch, non sgorga acqua, ma il suo
contrario: la sabbia evoca l’eccessivo
sfruttamento delle risorse idriche del
pianeta e la graduale desertificazione
per effetto del riscaldamento globale.
Come nell’intervento di LaraFavaret-

to a Trento, anche in questocaso il
pubblico si imbatte nell’anti-monu-
mento. Ed eccoche ilcanto del cigno
tecnologico, nel mostrare l’anacroni-
smo dell’elemento di decoro urbano,
smaschera il substrato borghese sotto
uncerto modello di sviluppo. L’aporia
di dissetarsi a una sorgente arida, l’op-
posto dell’acqua, non può che lasciare
sconcertato l’osservatore.Weber si è
divertito a sovvertire altri arredi da giar-
dino,come quando mise in circolazio-
ne una soluzione omeopatica di Lsd.

testidi MARIAEGIZIA
FIASCHETTI
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