la Repubblica - 30.07.2019

(ff) #1
«Mia madre mi ha lasciato
l’entusiasmo, che lei sapeva
riservare ad alcune amicizie. M’ha
regalato l’esclusiva delle sue risate.
La confessione che non mi voleva
perfetta». Virginia Marchesini, 26
anni è la figlia di Anna Marchesini,
geniale autrice, attrice e scrittrice
amata da più generazioni di
italiani, scomparsa esattamente
tre anni fa, il 30 luglio 2016.
Per la prima volta parliamo di sua
madre con lei, laureata e ora alle
prese con una specializzazione in
Lettere e Filosofia a La Sapienza,
scrittrice e poetessa. Ricorda la
madre con i versi di Annarella, una
poesia composta di recente. La
incontriamo nella casa dove è nata,
a Roma.
Virginia, cosa le ha trasmesso
Anna Marchesini?
«Mi ha dato praticamente tutto. Mi
ha fatto nascere, crescere,
sorridere, mi ha coinvolta in
attenzioni, scoperte, vacanze, tuffi,
abbracci, discussioni. M’ha
educato alla moralità, alla lettura.
Lei passava da Pirandello a Proust,
ma era attenta anche ai copioni dei
suoi allievi d’Accademia. Era bello,
vederla coi suoi studenti. In genere
aveva una voce flautata, lasciava
che gli altri si sfogassero e poi,
calma, manifestando un pensiero,
faceva capire tutto con uno
sguardo».
In che modo le ha contagiato la
passione per la scrittura?
«Mi correggeva le virgole.
Rammentava che se non si legge
non si scrive. Mi consigliava il
silenzio, il raccoglimento creativo.
Poi quando avevo quattro anni e le
dicevo una frase poetica in
macchina, lei frenava, s’accostava
e prendeva nota su un carnet. A sei
anni ho compilato un bloc-notes da
sola, e a quindici ho cominciato a

usare un computer. Se lei mi
criticava ci rimanevo un po’ male
ma ero tenace e mi sforzavo di
capire. Mi ispiravano le gioie, i
dolori, le emozioni. Un giorno mi
disse che la mia fantasia le dava i
brividi. Componevo per lei, era il
centro della mia vita. La
consideravo la mia gemella.
Per una cultura in comune ci
vestivamo anche un po’ simili, e lei
mi portava all’estero in Olanda,
Andalusia, a Parigi, Vienna, Praga.
Adoravamo il mare della Sardegna,
mettevamo insieme i nostri
compleanni, il mio del 14
novembre e il suo del 19 novembre.
La seguivo per la presentazione dei
suoi libri in teatri e librerie».
Lei sarà stata anche spettatrice

più volte degli spettacoli di Anna.
«Come no. In prima fila. Prima
della rappresentazione voleva un
bacio perché le portava bene.
Anche in tv, ospite del programma
di Fabio Fazio. Nei momenti di
malinconia sdrammatizzava,
rideva, imitava i suoi stessi
personaggi, emanava buonumore.
Fin dai tempi del Trio era una
stakanovista, capace di mettere
una musica e ballare, magari
cantando, aveva un repertorio
italiano e straniero. Rifaceva
Renato Zero, erano amici,
Mannoia, De Gregori, Fossati,
Battiato, Branduardi. In Sardegna
danzava la tarantella, i balli cubani.
Era bravissima, Per merito suo mi
sveglio con la musica, apro come

lei la finestra e guardo il sole, e di
notte la luna. Lei fissava il cielo».
Lei, Virginia, era la prima
ascoltatrice o lettrice dei testi di
sua madre.
«Sì, mi invitava a leggerli. Io ho un
altro stile ma con La cameriera
secca, con le battute della Cecata,
di Merope la sessuologa o di
Amalia la fattucchiera, o de “La
cerimonia del massaggio” morivo
dalle risate».
Caratterialmente qual è stata
l’influenza di sua madre?
«Mi ha dato grinta, riservatezza,
gusto, essenzialità, umanità. M’ha
convinta che se tutti facessero il
bene dell’ambiente, la società ne
guadagnerebbe molto. Io grazie a
lei amo condividere, non ho
chiusure mentali, non sento la fissa
del tempo e la fretta dei
telefonini».
Cosa le ha lasciato?
«L’entusiasmo, le sue risate. La
vocazione per la psicologia, ho
appena dato un esame di
sciamanesimo. Il bisogno di dire
dei “no”, perché i troppi “sì”
rovinano. La regola che al mondo
ci si deve difendere da soli. Il
prendere sonno sfogliando i
racconti di Pirandello che lei mi
leggeva per la buonanotte. Il fatto
di poterla oggi salutare dentro uno
specchio. Però come Virginia, e
non come “figlia della Marchesini”.
Col desiderio di pubblicare un
giorno i miei versi, intitolati magari
“Poesie d’oltreoceano d’una
giovane ragazza”».
Escludendo un libro su Anna
Marchesini?
«Sul fenomeno professionale di
mia madre? Perché no?
Concentrandomi, senza urgenza,
abbassando i rumori della vita. In
perfetto silenzio. Allora sì».
©RIPRODUZIONE RISERVATA

Carnagione scura, tratti da messica-
no, aveva la faccia giusta per recita-
re nel ruolo del cowboy in un film,
George Hilton, e la sua fortuna fu ar-
rivare a Roma a metà degli anni Ses-
santa proprio nel momento in cui
impazzavano gli “spaghetti we-
stern”, divenne infatti un volto po-
polare grazie a film come I due figli
di Ringo e Il tempo degli avvoltoi.
Jorge Hill Acosta y Lara, questo il
suo vero nome, è morto ieri a Ro-
ma. Aveva 85 anni.
George Hilton era nato a Montevi-
deo, in Uruguay, e sulle orme di al-

tri attori sudamericani come Jorge
Rigaud e Alberto de Mendoza che
vennero a cercare fortuna in Italia,
arrivò a Cinecittà nel 1963. Fu Lucio
Fulci a lanciarlo nel genere we-
stern nel 1966 con il film Le colt can-
tarono la morte e fu... tempo di mas-
sacro, al fianco di Franco Nero. E di
lì in poi Hilton recitò in sette film
del filone, alimentando la sua fama
a livello internazionale ed ottenen-
do buon seguito soprattutto in Spa-
gna e in Italia, dove diventa una
star al fianco di Terence Hill, Fran-
co Nero e Giuliano Gemma. I suoi

personaggi più famosi sono proba-
bilmente quello del pistolero Allelu-
ja, creato insieme al regista Giulia-
no Carnimeo, e quello di Tresette.
I primi passi nel cinema in Italia
avvennero però fuori del western,
nel 1965 interpreta prima un pirata
in Il corsaro nero nell’isola del teso-
ro e poi una sorta di 007 nel film co-
mico Due mafiosi contro Goldginger
con Franco e Ciccio.
In seguito affronterà anche altri
generi, dal dramma al film di guer-
ra, approdando infine al giallo con
la pellicola di Romolo Guerrieri Il

dolce corpo di Deborah (1968).
Il volto da fotoromanzo e da bel
tenebroso gli permette anche ruoli
da seduttore in Lo strano vizio della
signora Wardh nel 1970, La coda del-
lo scorpione nel 1971, Tutti i colori
del buio e Perché quelle strane gocce
di sangue sul corpo di Jennifer? nel
1972, sempre affiancato da attrici
bellissime come Edwige Fenech e
Anita Strindberg. Dagli anni 80 co-
mincia a lavorare soprattutto per
film tv. I funerali oggi a Roma alle
16.30 nella Chiesa degli Artisti in
piazza del Popolo.

Il ricordo della figlia dell’attrice


Virginia Marchesini


“Mia madre Anna


maestra d’entusiasmo”


f


g


La consideravo


la mia gemella


Vestivamo in modo


simile, giravamo


il mondo e univamo


i nostri compleanni


per festeggiare


insieme


La poesia di Virginia Marchesini
“Annarella”

Il lutto Paolo Giaccio, Mr.Fantasy della Rai
È morto a 69 anni Paolo Giaccio, giornalista musicale,
autore e dirigente Rai. Negli anni 60 era uno dei
conduttori di Per voi giovani alla radio. In tv ha firmato
programmi cult come Odeon e Mister Fantasy

di Rodolfo di Giammarco

Come un sogno, uno specchio che guarda,
i suoi occhi grandi scrutavano, coglievano
ogni particolare, ogni emozione,ogni essenza,
profumo di maggio e origine umbra,
pensieri solitari sul giaciglio,
di una mente profonda, decisa, vigorosa,
un trasporto che sfocia in estasi...
incanto, grazia, essenza di cultura
trattenere un oceano di abbracci ,
selvaggi tramonti marini
oscurano il risveglio emotivo dal torpore tiepido e gelido.
Avvolta in terra dorata,
sapori, profumi, e canti,
per dipingere il fervore di un attimo
che nasconde la foresta di foglie e temporali
il potere di contagiare la tua risata
libera, di sorgere, sbocciare nella magia,
delizia di una meravigliosa bellezza,
un gioiello prezioso, incastonato dentro di me,
segreto che viaggia nella scatola dei sogni
un messaggio in bottiglia che naviga nei mondi

L’attore aveva 85 anni


Addio a George Hilton, stella degli spaghetti western


jLa mamma
Anna
Marchesini, a
destra con
Virginia bimba;
sotto, la poesia
che ha scritto
per sua madre

jIl pistolero
George Hilton,
morto a Roma a 85
anni. Tra i suoi film I
due figli di Ringo e
Il corsaro nero
nell’isola del tesoro

. Martedì, 30 luglio 2019^ pagina^33

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