NINO SUNSERI
■Fca sorprende la Borsa. Pre-
senta un risultato operativo presso-
ché stabile nel secondo trimestre
mentre tutti gli analisti,consideran-
do l’andamento generale delle
quattro ruote avevano previsto un
calo. A dispetto dei pessimisti il
gruppo italo americano presenta
un utile netto migliorato del 14% a
793 milioni e una cassa positiva
per 2,989 miliardi (+15%). Non stu-
pisce quindi che Mike Manley, nel
corso dell’incontro con gli analisti
abbia confermato gli obiettivi per
l’esercizio in corso. La Borsa ha ac-
colto tante belle notizie con
un’esplosione di gioia che vale un
rialzo del 4,05% a 12,1 euro.
I risultati di Fca brillano ancora
di più considerando le pessima no-
tizie comunicate da colossi come
Mercedes e Nissan. Due settima-
ne fa il gruppo tedesco ha annun-
ciato per la quarta volta in tredici
mesi il taglio delle stime. I risultati
d’esercizio della casa di Stoccarda
saranno infatti «significativamen-
te» inferiori a quelli dell’anno scor-
so e il dividendo potrebbe precipi-
tare da 3,25 euro a cinquanta cen-
tesimi. Ancora peggio Nissan che
ha registrato una riduzione dell’uti-
le del 95% e la necessità di tagliare
12.500 posti di lavoro in tutto il
mondo entro il 2023. Si tratta a
questo punto di capire se le diffi-
coltà renderanno i giapponesi più
disponibili a consolidare la ma-
xi-alleanza con Renault ed Fca.
Un’ipotesi che Manley considera
ancora un’opportunità «ma so-
pravviveremo anche da soli».
A ogni buon conto il gruppo si
prepara per il futuro puntando al
rafforzamento patrimoniale. La
stabilità dei risultati infatti è stata
garantita da un feroce controllo
dei costi che ha permesso di rispet-
tare gli impegni presi con il merca-
to pur in presenza di un calo com-
plessivo delle immatricolazioni
dell’11% a 1.157 milioni di auto.
I ricavi netti, che escludono Ma-
gneti Marelli, sono cresciuti nel se-
condo trimestre del 3% a 26,
miliardi di euro, un dato inferiore
alla stima di Bloomberg (27,4 mi-
liardi). Il margine operativo è stato
di 1,527 miliardi in linea con quel-
lo dell’anno scorso (1,534 miliar-
di). Guardando bene si vede subi-
to che a generare i guadagni sono
solo gli Stati Uniti (1,565 milioni)
L’America Latina sta abbastanza
bene (110 milioni) mentre l’Euro-
pa presenta un saldo positivo di
appena ventidue milioni. Male an-
cora la Cina dove Fca perde 12 mi-
lioni.
La situazione dei conti spiega
esattamente la strategia di Manley
che, da quando ha preso il posto
di Marchionne non ha lanciato
nessun nuovo modello in Europa.
Ha lasciato aperto il buco provoca-
to dallo stop alla Punto nel seg-
mento chiave del mercato ed evi-
tando di completare la gamma del-
la Giulia. Evidentemente conside-
ra uno spreco dedicare risorse ad
un mercato che inghiotte capitali
senza restituire nulla. Meglio dedi-
carsi agli Usa dove registra il suc-
cesso della matricola Ram Hea-
vy-Duty e l’andamento sempre po-
sitivo del nuovo Ram 1500. Com-
plessivamente la quota nel seg-
mento Usa dei grandi pickup ha
raggiunto il 27,9% nel secondo tri-
mestre, in aumento di 7 punti ri-
spetto al 2018.
E poi c’è sempre la favola della
Jeep che non smette di stupire al
punto tale che, secondo le voci di
mercato Manley potrebbe decide-
re di scorporare il marchio ripeten-
do l’operazione già fatta da Mar-
chionne con Ferrari. In attesa si go-
de il successo della nuova Jeep Gla-
diator. «Sta superando le nostre
aspettative con la produzione qua-
si a pieno regime e sebbene da po-
co sul mercato, ha già conquistato
il 7,7% del segmento di riferimen-
to in Usa nel mese di giugno».
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MERCATI SCETTICI SULLA PRUDENZA DI POWELL
La Fed taglia i tassi dello 0,25%
È sempre boom della Jeep
Fiat meglio di Mercedes e Nissan:
i profitti fanno un balzo del 14%
Smentiti gli analisti: il successore di Marchionne, Mike Manley, lima i costi e riesce a chiudere
il semestre con un guadagno di 793 milioni. Ma le buone notizie arrivano soltanto dagli States
■Com’era ampiamente previsto la Federal Reserve ha tagliato
il costo del denaro, ma la sforbiciata si è fermata allo 0,25%. E
«non è l’inizio di una lunga serie di tagli», ha spiegato il numero
uno della banca centrale Usa Jerome Powell, ma rappresenta
«un aggiustamento di metà ciclo economico». Una uscita che ha
gelato i mercati a cominciare da Wall Street con il Dow Jones che
ha perso in pochi minuti l’1%. Giù anche l’euro che ha sfondato
la soglia di 1,11 contro il dollaro. Vista la reazione Powell ha poi
corretto il tiro: «Non ho detto che il taglio sarà uno solo, ma che
non è è il primo di una serie lunga».
■Nel primo semestre dell’anno l’utile net-
to di Acea si attesta a 143 milioni di euro, in
linea rispetto al risultato del me-
desimo periodo 2018. Il risultato
netto, nel primo semestre 2018,
aveva tuttavia beneficiato, per 9
milioni, del provento relativo
all’acquisizione del Gruppo Tws.
Al netto di questo effetto il risulta-
to dei primi sei mesi 2019 registra
un incremento del 7% rispetto al-
lo stesso periodo dell’anno scor-
so.
L’Ebitda consolidato passa dai 450 milioni
del primo semestre 2018 ai 503 milioni dello
stesso periodo del 2019, con un incremento
del 12%. Il risultato positivo, spie-
ga Acea, è dovuto principalmente
all’andamento del settore idrico
(+52 milioni di euro, di cui 32 mi-
lioni dovuti al consolidamento in-
tegrale di Gori) e al significativo
aumento della marginalità
dell’area infrastrutture energeti-
che (+15 milioni) per effetto delle
dinamiche tariffarie riferite alla di-
stribuzione elettrica. Gli investimenti realizza-
ti nel primo semestre 2019 ammontano a 342
milioni, in crescita rispetto ai 282 milioni del-
lo scorso anno (+21%). L’indebitamento fi-
nanziario netto del gruppo registra un incre-
mento complessivo di 275 milioni, passando
da 2,568 miliardi di fine 2018 ai 2,842 del 30
giugno scorso.
«Siamo soddisfatti dei risultati positivi rag-
giunti che confermano il trend di crescita già
avviato negli ultimi due anni», spiega l’ad Ste-
fano Donnarumma, «e questo andamento ci
consente di rivedere al rialzo la nostra guidan-
ce sull’anno, a livello di ebitda, rispetto a
quanto già comunicato al mercato».
A.B.
Stefano Donnarumma
BUDDY FOX
■Benvenuto in Norvegia. Una lingua di ter-
ra rocciosa delimitata da fiordi e circondata
da mistero. Un paese mutevole. Qui d’estate il
tempo può cambiare anche nove volte in un
giorno, l'unica certezza sono le aringhe, il mer-
luzzo e le patate. Perché di questo campava-
no i norvegesi ai primi del novecento. L’indu-
stria ittica era la principale attività del paese,
la cui peculiarità era la tecnica di inscatola-
mento e conservazione delle aringhe a cui suc-
cessivamente si aggiunse l’allevamento del
salmone. Stenterete a crederci ma la Norvegia
è stato un paese povero: impossibile da colti-
vare, difficile da navigare e privo di reale valo-
re. «Nessuno ci voleva» raccontano i norvege-
si di Stavenger, «morivamo di fame ed erava-
mo costretti ad emigrare». Poi nel 1905 il pri-
mo grande passo: prendono coraggio e si libe-
rano del dominio svedese rendendosi indi-
pendenti. Il successivo è stato dopo la secon-
da guerra mondiale. Questo è un passo falso,
l’industria del cemento prende piede con edi-
ficazioni che vanno a sostituire i vecchi cotta-
ge in legno. Un processo che viene fermato in
tempo, oggi quelle antiche case sono una bel-
lezza artistica e patrimonio nazionale. Il terzo
passo è il salto di qualità. Nel 1969 viene sco-
perto il petrolio, l’oro del paese, una operazio-
ne fortemente voluta ma avvenuta in circo-
stanze fortunose perché al momento della se-
parazione del mare del nord gli inglesi, che
ingenuamente credevano che quel mare fos-
se ricco solo di aringhe, furono generosi con i
norvegesi lasciando la proprietà di gran parte
di quelle acque. Per la Norvegia fu un jolly.
Nacque così la Statoil (oggi Equinor) azienda
mai privatizzata. Principale e unico riforni-
mento del fondo sovrano norvegese, uno de-
gli investitori più grandi al mondo. Questa isti-
tuzione è quella che ha poi permesso alla Nor-
vegia negli ultimi 40 anni di diventare uno dei
paesi più ricchi e sviluppati d’Europa.
Noi come Italia sembra stiamo facendo il
percorso contrario. È vero, non abbiamo pe-
trolio. La nostra materia prima principale è il
risparmio e di questo già si occupa la Cdp. Ma
abbiamo anche un altro grande tesoro che è il
turismo. La mia proposta è: perché non racco-
gliere tutti gli introiti che derivano da questa
risorsa unica al mondo convogliandoli in un
grande fondo nazionale che sia utilizzato per
lo sviluppo delle strutture del nostro Paese?
Perché non copiare dalla Norvegia?
PIAZZA AFFARI: le istruzioni per affrontare
la Bce di giovedì scorso sono state strepitose
“risalita sopra 22.000, falso segnale e poi di
nuovo giù”. È andata bene ma non abituatevi,
è come una rovesciata nel calcio, quelle spet-
tacolari riescono poche volte ed è proprio la
rarità che le rende uniche. Resto scettico
sull’estate, lateralità che precede nuove corre-
zioni.
FCA: senza Marchionne sembra un luogo
anonimo e senza vivacità, ma il deal è ancora
in ballo e a questi prezzi è sacrificata. P&L
NETFLIX: perfetti short su Tesla e Netflix,
su quest’ultima in particolare sono fortemen-
te al ribasso.
WALL STREET: Trump è in credito da Po-
well di 1/4 di punto, basterà a soddisfare la
Borsa?
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Riviste al rialzo le prospettive
Acea batte le previsioni: l’utile lordo è salito a 503 milioni
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3 Mesi -0.374 -0.
6 Mesi -0.355 -0.
12 Mesi -0.301 0.
Periodo (30/07) 360 diff. assoluta
ORO 1425,39 41,
ARGENTO 16,37 0,
PLATINO 1524,54 25,
PALLADIO 875 44,
Quote $ x Oz €x Gr
Panino e listino
Milano sul saliscendi
per tutta l’estate
Attenti a Tesla e Netflix
LiberoEconomia
18
giovedì
1 agosto
2019