10 Giovedì 1 Agosto 2019 Il Sole 24 Ore
Economia & Imprese
Sileoni (Fabi): esuberi Unicredit,
pronti a marciare su Parigi
CREDITO
«Se l’ad Mustier andrà
avanti, chiameremo
in causa Macron»
Per il sindacalista la politica
ha perso interesse
per i problemi delle banche
Cristina Casadei
Marco Lo Conte
En marche, en marche, en marche. Il
passaparola dei bancari italiani alla
volta di Parigi è stato ufficializzato ie-
ri sul sito del Sole Ore dal segreta-
rio generale della Fabi, Lando Maria
Sileoni, che nel videoforum sul con-
tratto e sulle sfide che attendono la
categoria ha mostrato di non aver
nessuna intenzione di approfittare
della pausa estiva per riposarsi. La
Fabi si metterà alla testa della marcia
dei bancari verso l’Eliseo, a meno che
Unicredit non decida di fare un passo
indietro rispetto agli esuberi. «Siamo
pronti ad andare a manifestare in
Francia sotto l’Eliseo, a Parigi. Se
l’amministratore delegato di UniCre-
dit, Jean Pierre Mustier, andrà avanti
con il piano industriale da mila
esuberi, porteremo il caso diretta-
mente all’attenzione del presidente
della Repubblica di Francia, Emma-
nuel Macron».
Gli autonomi della Fabi, che insie-
me a First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Uni-
sin, sono impegnati nel rinnovo del
contratto nazionale di lavoro dei
mila bancari Abi, sono sul piede di
guerra con il gruppo di piazza Gae
Aulenti a Milano (col cuore in Francia,
la testa in Europa e il dito mignolo in
Italia, riassume Sileoni) che rischia di
diventare un vero e proprio casus bel-
li. Sugli esuberi, comunque, la preoc-
cupazione maggiore è in prospettiva,
«quando ripartiranno le fusioni», di-
ce Sileoni, ma nel frattempo ci sono
una serie di situazioni di crisi «che
stiamo monitorando minuto per mi-
nuto». Da Carige «dove il quadro è in
via di definizione e, beninteso, noi
non abbiamo nulla contro la Cassa
trentina» fino a Mps dove «il proble-
ma sarà quando lo Stato deciderà di
uscire dal gruppo dove lavorano mol-
te migliaia di bancari». La politica pe-
rò, denuncia il sindacalista, sembra
aver perso interesse per i problemi di
banche e bancari perché «non fanno
guadagnare consensi. Ma non di-
mentichiamoci che sono la spina dor-
sale dell’economia del nostro paese».
Il pensiero corre rapidamente a quei
bancari che in questi anni «dopo gli
scandali che hanno travolto alcune
realtà ci hanno messo la faccia allo
sportello. In banca però non ci sono
solo coloro che lavorano e con questo
contratto, come sindacato, vogliamo
metterci anche dalla parte della clien-
tela, dei territori», spiega il sindacali-
sta. Il segnale più importante arrivato
negli ultimi mesi è sicuramente rap-
presentato dall’accordo Abi-sindacati
sulle politiche commerciali, contro le
pressioni indebite, che, come ha ri-
cordato il presidente di Abi, Antonio
Patuelli in occasione dell’Assemblea
annuale, va pienamente attuato. An-
zi, «è una convergenza innovativa
che va recepita anche nelle altre parti
d’Europa», aveva spiegato Patuelli
nella sua relazione. Per Sileoni «do-
vrà entrare a far parte del contratto».
Quanto a Patuelli, invece, dice il se-
gretario generale della Fabi, «ha re-
stituito un ruolo politico all’Abi. E
questo è una garanzia, tanto per i
bancari quanto per le banche».
Nella trattativa nazionale, Abi e i
sindacati sono alle battute iniziali, ma
«se si creeranno le condizioni si po-
trebbe provare a chiudere l’accordo
anche entro la fine dell’anno», dice il
sindacalista. Non sarà ininfluente il
modo in cui si orienteranno gli am-
ministratori delegati rispetto all’anno
in cui spesare il rinnovo del contratto.
Dopo l’incontro saltato due giorni fa,
l’associazione bancaria italiana ha
mandato ai sindacati una proposta
per istituire un Comitato bilaterale
paritetico sulla digitalizzazione su cui
c’è stata una reazione piuttosto tiepi-
da da parte dei rappresentanti dei la-
voratori. «Vogliamo avere un ruolo
da protagonisti nel Comitato perché
il nostro obiettivo è governare il cam-
biamento e le sfide che attendono il
settore», spiega Sileoni. La digitaliz-
zazione e le nuove tecnologie sono
indiscutibilmente fra queste, ma non
potranno diventare il mezzo attraver-
so cui far passare nuove formule con-
trattuali. Quanto all’aumento di
euro rivendicato dai sindacati, essen-
do la trattativa nella fase iniziale è an-
cora presto per parlarne, ma «dob-
biamo registrare che le banche sono
tornate a fare utili e che oggi il costo
del lavoro in Italia, nel settore, è tra i
più bassi d’Europa», sostiene Sileoni.
In Abi, va però detto che c’è una situa-
zione molto variegata e banche picco-
le, medie e grandi che hanno sensibi-
lità, andamenti e attenzione ai costi
molto diversi. Di questo il Casl non
potrà non tenere conto quando arri-
verà il momento della sintesi.
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Fonte: dati Fabi
Sportelli Dipendenti
2018
2007
-7.
2007
2018
-63.
La dinamica dei bancari
Gli effetti della crisi
Trenord. Nuovo investimento sul personale da 10 milioni di euro
AGF
Trenord, nuovo accordo
per 4.300 dipendenti
LAVORO
Il gruppo mette sul piatto
milioni per superare
il patto di competitività
Con l’accordo siglato con Filt
Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Fast,
Ugl e Faisa Cisal (non ha firmato
Orsa), Trenord si lascia alle spal-
le l’epoca del patto di competiti-
vità, figlio della confluenza, nel
, del personale proveniente
dalla divisione Lombardia di
Trenitalia e LeNord. Ma anche i
contenziosi seriali che da anni
affliggono il settore dei trasporti
nell’ambito del trattamento eco-
nomico spettante al personale
mobile per le giornate di ferie.
L’intesa con i sindacati, per Tre-
nord è diventata il volano per av-
viare una stagione nuova, carat-
terizzata, come spiega l’ammini-
stratore delegato Marco Piuri,
«da un vero e proprio premio di
produttività, legato alle presta-
zioni. Quando sono arrivato, nel
settembre dello scorso anno, ho
capito che per poter guardare
avanti sarebbe stato necessario
togliere dal tavolo alcune que-
stioni e tornare a discutere con i
sindacati guardando al futuro
dell’azienda». I tre pilastri del-
l’accordo «hanno un valore com-
plessivo di milioni di euro, ri-
sorse che la società ha messo sul
tavolo per poter chiudere le vec-
chie vicende del patto di compe-
titività e delle ferie e avviare una
nuova fase nelle relazioni indu-
striali», precisa Piuri.
Entrando nel merito dell’ac-
cordo, va detto che interessa
. addetti che fino a pochi
giorni fa potevano contare sul
patto di competitività, un accor-
do fatto al momento della fusio-
ne del e basato sugli indica-
tori di quell’anno. «Il nuovo ac-
cordo chiude quella stagione,
riallineando e omogeneizzando
le situazioni delle persone», os-
serva Piuri. Quanto alle ferie, il
trattamento economico, «aveva
generato in passato una serie di
contenziosi dovuti al fatto che se
la giornata di lavoro ha un’inci-
denza sulla retribuzione variabi-
le troppo alta, potrebbe determi-
nare una disincentivazione alla
fruizione delle ferie stesse –
spiega il manager -. Abbiamo co-
sì previsto di mitigare le diffe-
renze economiche tra le indenni-
tà erogate in giornata ordinaria
di lavoro e le indennità erogate
in giornata in cui non è prevista
la presenza ai treni».
Infine il premio di risultato di
cui «è stata definita la cornice
che adesso dobbiamo riempire.
Il premio dovrà avere un am-
montare variabile e sarà legato a
indicatori di redditività, produt-
tività, qualità ed efficienza», dice
Piuri. Prendendo come riferi-
mento il livello professionale C,
il valore individuale massimo
per ognuno degli anni ,
, , sarà pari a euro
lordi e verrà liquidato nel mese
di giugno dell’anno successivo a
quello in cui è stato maturato.
«Chi lo vorrà potrà scegliere il
premio in modalità cash o in beni
e servizi di welfare, con una im-
posizione fiscale più vantaggio-
sa. A questo proposito sono allo
studio soluzioni per poter con-
sentire ai lavoratori di spendere
il loro premio in welfare – con-
clude Piuri -. Il welfare di Tre-
nord, però, in futuro, dovrà an-
dare al di là del pacchetto che
viene negoziato con il sindacato
e rientrare in un approccio del-
l’azienda che guarda al lavorato-
re a tutto tondo, senza più scom-
porre la persona tra vita profes-
sionale e vita personale». A que-
sto proposito, tra le misure di cui
i lavoratori possono già usufrui-
re ci sono flessibilità dell’orario
per chi non è soggetto a turni,
convenzioni con Atm anche per
i familiari, contributi per le rette
dell’asilo nido, assistenza per la
compilazione del modello ,
oltre allo storico Circolo ricreati-
vo aziendale.
—C.Cas.
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MARCO PIURI
Amministratore
delegato
del gruppo
Trenord
Blutec di Termini Imerese verso
la proroga della cassa integrazione
L’EX AREA FIAT
Di Maio: è in arrivo
una norma d’urgenza
ma servono investitori
Nino Amadore
PALERMO
Ha tolto le tende, e non è una metafo-
ra, a sera tardi, martedì. Dopo aver
avuto assicurazioni sull’erogazione
della Cassa integrazione guadagni dei
mesi di maggio e giugno. Lui è Vito La
Mattina, anni, uno degli operai ex
Fiat oggi della Blutec di Termini Ime-
rese in provincia di Palermo: aveva al-
lestito per protesta il presidio davanti
ai cancelli dell’azienda, nel cuore de-
l’area industriale. Ma la buona notizia
è solo a metà perché per gli operai si
pone il problema di come arrivare a
fine anno. Lo spiega Roberto Mastro-
simone, segretario regionale della
Fiom Cgil: «Il risultato è stato raggiun-
to grazie alla lotta dell’operaio e degli
altri lavoratori - dice Mastrosimone -
Tuttavia, manteniamo alta la tensione
perché abbiamo altri due obiettivi da
raggiungere: la proroga della cig dal
primo luglio al dicembre e soprat-
tutto il rilancio industriale della fab-
brica, ci sono oltre mille lavoratori, tra
diretti e indotto, che aspettano da
troppo tempo la ripresa produttiva».
Per quanto riguarda la proroga
della Cig fino alla fine dell’anno va
registrato l’impegno del ministro per
lo Sviluppo economico e il lavoro
Luigi Di Maio: «Sto per emanare una
norma d'urgenza che consenta ai la-
voratori di Blutec di avere ancora la
cassa integrazione, sperando di tro-
vare nuovi investitori in una zona
non semplice - ha detto il vicepre-
mier a margine della giornata di for-
mazione dei navigator -. Termini
Imerese era lo stabilimento Fiat più
a Sud d'Italia, poi la Fiat andò via e
decise di lasciare Blutec che doveva
fare auto elettriche, ma la magistra-
tura bloccò tutto e fece anche degli
arresti. Di Maio ha anche ricordato di
aver modificato la legge per dare la
Cig fino a giugno ai lavoratori.
Per quanto riguarda il rilancio del po-
lo industriale invece in questa fase non
sembrano esserci novità: Blutec dopo le
inchieste e i sequestri è ormai fuori gio-
co; non si hanno poi notizie dell’Accordo
di programma da milioni per uil ri-
lancio dell’intera area industriale scadu-
to ormai da qualche anno.
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Taranto respinge l’istanza ex Ilva
TRIBUNALE
La magistratura non ridà
ad Arcelor la facoltà d’uso
dell’altoforno
Si complica la situazione di Arcelor-
Mittal (ex Ilva) a Taranto. Ieri il giu-
dice del dibattimento del Tribunale
di Taranto, Francesco Maccagnano,
ha respinto l’istanza con cui Ilva in
amministrazione straordinaria ha
chiesto la facoltà d’uso dell'altofor-
no (uno dei tre attualmente in fun-
zione) per i lavori di messa in sicu-
rezza. Facoltà d'uso perché l'im-
pianto, settimane fa, è stato di nuovo
sequestrato dalla Procura in quanto
il gup Pompeo Carriere ha respinto
l’istanza di dissequestro della stessa
Ilva in as avendo riscontrato che i la-
vori prescritti nel , dopo un inci-
dente mortale, sono stati fatti solo in
parte. Alla nuova istanza di Ilva in as,
la Procura ha manifestato parere fa-
vorevole restringendo la facoltà
d’uso dai giorni chiesti a . Il
giudice Maccagnano è stato però di
diverso parere e ora Ilva in as sta va-
lutando che fare. Il cronoprogram-
ma di fermata dell’altoforno è stato
intanto avviato dal custode giudi-
ziario e dovrebbe concludersi
nell'arco di due mesi. «Le esigenze
cautelari sussistenti nel caso in spe-
cie sarebbero evidentemente fru-
strate ove si consentisse ancora lo
svolgimento dell’attività di impresa
presso l’Afo e ciò in quanto i lavo-
ratori ivi operanti sarebbero ancora
esposti al rischio »: così il giudice
Maccagnano motiva il suo no. Per il
giudice, «la facoltà d'uso dell'Afo
richiesta dalla difesa di Ilva in am-
ministrazione straordinaria...altro
non sarebbe, allo stato, che una sor-
ta di surrogato» del decreto e della
successiva legge che nel hanno
permesso a Ilva di usare l'impianto
malgrado il sequestro iniziale.
—D.Pa.
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ANSA