Internazionale - 19.07.2019

(やまだぃちぅ) #1

Album


Kokoko!
Fongola
Royal Mountain
●●●●●
Il nuovo disco dei Kokoko! è
una di quelle cose che ti fanno
pensare: “Wow, com’è possibi-
le?”. La risposta è al tempo
stesso semplice e difficile, per-
ché c’entra la follia di Kinsha-
sa, capitale della Repubblica
Democratica del Congo. Fon-
gola reinventa l’originalità dei
Talking Heads e il punk disco
degli Esg ed esplode in un
mondo di dance afrofuturista.
I Kokoko! hanno preso i beat
del collaboratore francese Dé-
bruit e hanno portato Fela Kuti
e James Brown nel nuovo mil-
lennio. Le parti vocali sono ur-
la che emergono da suoni tra-
dizionali, strumenti costruiti
con i rifiuti trovati per strada e
sintetizzatori usciti da un con-
testo dove gli unici che posso-
no permettersi delle attrezza-
ture sono i pastori evangelici
agli angoli di strada. Fongola è
una rivoluzione ritmica e una
fonte d’ispirazione per chi
vuole uscire dagli schemi.
Nilan Perera, Exclaim!


Blood Orange
Angel’s pulse
Domino
●●●●●
Angel’s pulse, il mixtape che se-
gue l’acclamato album Negro
swan, mostra l’aspetto più affa-
scinante dell’inquietudine
musicale di Dev Hynes, in arte
Blood Orange: è un continuo
zampillare di idee musicali e
di influenze diverse. Nei due
minuti che aprono il disco si
cambia freneticamente stile
dal classico indie pop a qualco-
sa di non troppo lontano
dall’rnb saturo di autotune di
Drake, ma senza il suo machi-
smo. Poi c’è un po’ di pop de-
corato con improvvisazioni al


sex oggi suona come un inno
dimenticato: con il suo groove
sinuoso è a metà strada tra una
colonna sonora da porno new
age e la dance psichedelica di
band dell’epoca come Orbital
e Primal Scream.
Andrew Ryce,
Resident Advisor

Mega Bog
Dolphine
Paradise of Bachelors
●●●●●
“Non soffocare mai quella
canzone mistica che è sepolta
dentro di te”, sussurra Erin
Birgy nel suo quinto album
pubblicato come Mega Bog.
Da quando ha scelto di farsi
chiamare così, l’artista losan-
gelina ha seguito questa rego-
la: la sua musica trabocca di
immagini di scorpioni, sala-
mandre blu, serpenti contorti
e troll che divorano carne cru-
da. Dolphine è un album im-
perscrutabile ed esprime in
maniera genuina un punto di

vista unico. Ispirato in parte
all’opera della scrittrice di fan-
tascienza Ursula K. Le Guin, il
disco guizza tra il pop, la psi-
chedelia, il folk e il jazz con
animo eccentrico, esplorando
regni senza regole. Sarebbe fa-
cile definire surreale il mondo
di Mega Bog, ma è un termine
spesso inteso come sinonimo
di fantasia e allucinazione. Al
contrario, Mega Bog è sempre
presente, consapevole di colti-
vare la sua immaginazione per
trovare un senso alla realtà.
Quinn Moreland, Pitchfork

Vlado Perlemuter
Milestones of a piano
legend
Vlado Perlemuter, pianoforte,
con artisti vari
Membran
●●●●●
Ovviamente c’è Ravel: nel
19 29 Vlado Perlemuter aveva
eseguito per la prima volta l’in-
tegrale del compositore dopo
avere lavorato tre anni con lui.
Forse è per questo che i suoi
Miroirs o il suo Gaspard de la
nuit suonano così liberi? C’è
un tocco di malinconia: negli
studi parigini del 1955 il piani-
sta celebra l’arte di un tempo
ormai passato con un po’ di
pudore, tranne che in un con-
certo per la mano sinistra di
violenza devastante. In questa
raccolta c’è anche l’integrale
delle sonate di Mozart del
1956, vertice dell’arte di Perle-
muter: purezza di suono, viva-
cità dei ritmi, irresistibile ele-
ganza del fraseggio e una sotti-
le malinconia. E poi alcune re-
gistrazioni di Chopin magiche
per la malinconia (ancora!) e la
grazia. Una Tro ta schubertia-
na, con i ruvidi archi del quar-
tetto Pascal trascinati dal suo
piano argentino, aumenta il
rimpianto: Vlado Perlemuter
ha registrato troppo poco.
Jean-Charles Hoffelé,
Classica

sax, o hip hop sghembo e chi-
tarre piene di riverbero nella
vena dei My Bloody Valentine.
La voce di Hynes è un ulterio-
re elemento divisivo: ora fragi-
le, ora stridula e tagliente. C’è
talmente tanta carne al fuoco
che Angel’s pulse fatica a pren-
dere una forma precisa. Que-
sta è la materia di cui sono fatti
gli autori di culto ma anche
quella per cui è stato inventato
il tasto “skip”.
Alexis Petridis,
The Guardian

Coil
Gay men’s guide
to safer sex
Musique pour la danse
●●●●●
Gay men’s guide to safer sex fu
un documentario educativo
del 1992 prodotto dall’associa-
zione per la ricerca sull’Aids
Terrence Higgins Trust. L’idea
era tanto nobile quanto inedi-
ta: parlare ai gay di salute e hiv
in modo rispettoso, insegnar-
gli ad avere rapporti sessuali
protetti senza demonizzare il
sesso. Il film era bizzarro e an-
che abbastanza erotico per es-
sere un documentario, ma il
dettaglio più curioso era la co-
lonna sonora composta dal
duo elettronico sperimentale
dei Coil. Questa ristampa mo-
stra come i Coil fossero capaci
di creare anche musica sen-
suale e piena di speranza. The-
me from gay men’s guide to safer Mega Bog

ADAM GUNDERSHEIMER

Thom Yorke
Anima
XL

Artisti vari
Revenge of the dreamers
III
Dreamville

Bill Callahan
Shepherd in a sheepskin
vest
Drag city

DR

Kokoko!

Pop
Scelti da Giovanni
Ansaldo
Free download pdf