Internazionale - 19.07.2019

(やまだぃちぅ) #1
Bani Abidi
They died laughing,
Martin Gropius building,
Berlino, fino al 22 settembre
I musicisti sono esperti, ma gli
è stato affidato un compito dif-
ficile. L’artista Bani Abidi gli
ha spedito una registrazione
scoppiettante dell’inno nazio-
nale statunitense chiedendo-
gli di imparare a riprodurla
nell’arco di un pomeriggio. I
quattro suonatori di cornamu-
sa pachistani della Lahori
Shan pipe band di solito inter-
pretano i desideri musicali di
giovani coppie di sposi. Nel vi-
deo di Abidi in una parte dello

schermo assistiamo alle prove
della banda che armeggia con
gli strumenti, nell’altra l’obiet-
tivo registra quello che succe-
de per la strada. Il video è
l’analisi umoristica della situa-
zione del Pakistan dopo l’11
settembre, della situazione
postcoloniale – le bande di cor-
namuse sono un’eredità
dell’impero britannico – e del
ruolo del Pakistan come allea-
to degli Stati Uniti nella guerra
contro il terrore. L’artista pa-
chistana mette in scena i gran-
di dibattiti del presente da un
punto di vista soggettivo, so-
gnante e semi ironico. Surrea-

le anche il video con due Abidi
sedute fianco a fianco che
mangiano manghi e litigano
sul primato della qualità india-
na o di quella pachistana. Due
monitor trasmettono notiziari
letti rispettivamente da una
donna con il velo e da una
donna in sari. Abidi dimostra
familiarità sia con la vita quo-
tidiana delle metropoli pachi-
stane sia con i modelli narrati-
vi occidentali. È come se pren-
desse per mano lo spettatore e
gli confidasse un punto di vista
originale e inedito sulla situa-
zione pachistana.
Süddeutche Zeitung

Germania


Pakistan oggi


Cultura


Arte


BANI ABIDI (Per geNTILe coNceSSIoNe DI KüNSTLerIN & exPerImeNTer, KoLKATA)

Rebecca Horn
Centre Pompidou-Metz,
fino al 13 gennaio 2020
Il Pompidou-metz celebra re-
becca Horn con la mostra inti-
tolata Teatro delle metamorfosi,
dove l’artista trascende una
sensibilità costruita sui model-
li surrealisti. Nel 1972 Harald
Szeemann aveva dedicato la
mitica Documenta 5 di Kassel
alle mitologie individuali. Tra
gli artisti c’era la giovane tede-
sca rebecca Horn invitata
pensando all’opera Unicorno
realizzata nel 1970: sulla som-
mità del cranio, la performer
indossa una protesi di tessuto,
una lunga protuberanza bian-
ca imbrigliata con delle cin-
ghie bianche al corpo nudo. La
mostra mette in luce tutta la
gamma di forme espressive
usate dall’artista che insiste su
temi mediati dalla mitologia,
in particolare la metamorfosi.
Les Inrockuptibles


Serpentine pavilion
Kensington gardens, Londra,
fino al 6 ottobre
Il progetto realizzato dall’ar-
chitetto Junya Ishigami rappre-
senta il vertiginoso trionfo
dell’ingegneria sullo schiac-
ciante peso di una copertura in
pietra. ma il Serpentine pavi-
lion di quest’anno è segnato
dalle polemiche. Dopo le di-
missioni dell’amministratrice
delegata Yana Peel in seguito a
un’inchiesta del guardian, la
notizia che Ishigami usa stagi-
sti non retribuiti con orari di la-
voro punitivi ha scatenato una
tempesta. La struttura ha il
profilo di un’onda. esterna-
mente i frammenti frastagliati
di ardesia grigioverde sembra-
no accatastati su uno scheletro
fragile. Dall’interno è visibile
la volta di metallo sostenuta da
una foresta di pali d’acciaio
che sopporta il peso della co-
pertura.
The Daily Telegraph


Bani Abidi, Karachi Series I, 2009
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