Internazionale - 19.07.2019

(やまだぃちぅ) #1
credere in quello che scriveva o diceva.Una
volta individuata una redditizia nicchia
giornalistica, la sua unica preoccupazione è
stata aumentare la sua fama e la sua ric-
chezza. I noiosi articoli sul progetto euro-
peo scritti dagli altri giornalisti a Bruxelles
lasciavano scoperta una fascia di mercato,
che Johnson colmava con le sue provoca-
zioni da capopopolo. I suoi articoli erano
pieni di “complotti” e “trappole” orditi dai
francesi contro i britannici. In questo modo
Johnson è riuscito a rendere la causa
dell’euroscetticismo attraente ed emotiva-
mente significativa per la destra. Ha asse-
condato, o forse addirittura creato, due fe-
nomeni nazionali che stranamente vanno
di pari passo: l’arroganza e un singolare
complesso d’inferiorità.
Eppure la sua attività giornalistica, pre-
sto definita la “posizione britannica” da al-
cuni eurocrati preveggenti, era in netto con-
trasto con la simpatia nei confronti
dell’Unione che mostrava in privato, nei
momenti di relax passati in ufficio bevendo
caffè e mangiando cioccolata Côte d’Or. La
contraddizione tra queste due posizioni era
evidentemente imbarazzante, ma Johnson

trovava il caos da lui stesso generato non
solo divertente ma perfino inebriante. Il
suono del vetro che si rompe, dopo aver lan-
ciato il sasso, gli dava – mi confessò una vol-
ta – uno “strano senso di potere”.

Capricci e intemperanze
Ci sono molti elementi di quel Boris
Johnson guastatore nella persona che oggi
sta cercando di diventare primo ministro.
L’impressione è che ormai sia l’unico a go-
dere del caos della Brexit, da lui stesso pro-
vocato. Questo brivido di piacere svanisce
solo quando è messo di fronte alla realtà e
alle difficoltà che dovrà affrontare da primo
ministro per riportare calma e prosperità in
un paese esausto e diviso. Johnson sembra
uno di quei ragazzini che organizzano feste
scatenate per vantarsi con gli amici, ma poi
non vogliono affrontare l’ira dei genitori né
pagare il conto dei danni.
È inquietante che simili comportamen-
ti, a cui ho assistito più volte negli anni di
Bruxelles, stiano riemergendo ora che, per
la prima volta in vita sua, Johnson deve fare
i conti con la pressione di un vero esame.
Questi tratti del suo carattere – l’intempe-

ranza, l’aggressività, l’instabilità emotiva


  • devono farci chiedere se sia adatto a rico-
    prire l’incarico politico più importante del
    paese. In passato potevano bastare piccoli
    contrattempi, spesso delle inezie, per fargli
    perdere il controllo: a volte bastava che al-
    cuni aspetti della sua vita privata fossero
    rivelati in pubblico o che un suo capriccio
    non fosse soddisfatto. A quel punto non
    voleva far sapere a nessuno cosa stava fa-
    cendo, dove si trovava o con chi stava par-
    lando. Si chiudeva nella sua stanza e bloc-
    cava la segreteria telefonica, per impedir-
    mi di ascoltare i messaggi.
    A quanto pare tra pochi giorni quest’uo-
    mo eccentrico e problematico prenderà
    possesso delle chiavi del numero 10 di
    Downing street e avrà accesso ai codici del-
    le armi atomiche. Può darsi che sia stato lui
    a creare il pasticcio in cui si trova il Regno
    Unito, ma di certo non ha le competenze
    necessarie per risolverlo. ◆ ff


Sonia Purnell è una giornalista britanni-
ca. Ha scritto la prima biografia di Boris
Johnson, Just Boris. A tale of blond ambi-
tion (Aurum press 2011).

AnDREw PARSOnS (I-ImAgES /EyEvInE/COntRAStO)


Boris Johnson a Glasgow, il 5 luglio 2019
Free download pdf