Internazionale - 19.07.2019

(やまだぃちぅ) #1
rete stradale e perfino una piccola centra-
le elettrica.
Ma il potere ottenuto da una manciata
di famiglie che sembrano appena sbarca-
te dall’Europa centrale suscita qualche
sospetto nella classe dirigente del Belize,
poco incline alle sorprese economiche
che non vengano dal Regno Unito. “Sap-
piamo di generare sospetti e invidia e sia-
mo consapevoli del fatto che vogliono to-
glierci la nostra indipendenza”, dice
Rubén Fonseca, sindaco di Blue Creek.
Per mettere fine all’autonomia dei
mennoniti, anche il narcotraffico può ser-
vire. Gli aerei che arrivano dai Caraibi
trovano in questi campi perfettamente
arati il luogo ideale per atterrare e fare ri-
fornimento. Da gennaio del 2019 c’è al-
meno un aereo bruciato ogni mese, con-
ferma Fonseca.
Oltre che sindaco di Blue Creek, Fon-
seca è azionista della potente Caribbean
Chicken, che produce un terzo dei polli
che si mangiano in Belize. Arriva per l’in-
tervista con le mani sporche del macello,
la camicia a quadri macchiata di olio e gli
stivali da lavoro. Appartiene ai mennoni-
ti moderni, che usano il telefono, la mac-
china e scaricano le applicazioni. Ha tre
bambini biondi che sembrano usciti da

una pubblicità. Fonseca ammette che di-
versi mennoniti sono stati arrestati per
narcotraffico e questo danneggia la repu-
tazione della comunità. “Ma è una que-
stione che va oltre noi e anche oltre i go-
verni dei paesi. Quando sentiamo che un
aereo si schianta non facciamo nulla, la-
sciamo bruciare tutto e guardiamo
dall’altra parte”, spiega, usando una lin-
gua esotica che combina l’inglese di Hol-
lywood, lo spagnolo imparato dai conta-
dini e il tedesco dell’epoca di Menno Si-
mons, l’eretico olandese morto nel 1561 e
fondatore della setta dei mennoniti.
“Negli anni settanta e ottanta era una
cosa folle”, dice. Torna con la memoria
all’epoca in cui il narcotrafficante messi-
cano Amado Carrillo Fuentes, detto il Si-
gnore dei cieli, e il colombiano Pablo
Escobar scoprirono che gli aerei da turi-
smo, volando a bassa quota e senza luce
per non essere identificati dai radar, erano
il modo migliore per far arrivare una ton-
nellata di cocaina in Messico o negli Stati
Uniti. “Ci fu una battuta d’arresto negli
anni novanta, ma ora le attività sono ri-
prese”, continua il sindaco, segnalando
una strada lunga due chilometri che taglia
alla perfezione i campi di orzo. “A volte in
un giorno solo arrivano due aerei per fare

rifornimento”, spiega. Fonseca riconosce
che è il posto ideale per un’operazione che
si svolge in pochi minuti: il pilota invia le
coordinate, i complici illuminano la pista
con contenitori e stracci imbevuti di ben-
zina, l’aereo atterra, scarica e in breve la
merce arriva sul lato messicano diretta
verso Escárcega e il golfo del Messico.

Fermi nel tempo
Abraham Rempel, un altro uomo di suc-
cesso della comunità, indossa dei jeans e
una camicia sdrucita. Fa il pilota ed è pro-
prietario di una delle aziende che disinfe-
stano i campi dei mennoniti. Rempel am-
mette che è una tentazione lavorare per i
trafficanti: di vari piloti, che lui stesso ha
formato, non ha più saputo niente. A Blue
Creek arrivano due tipi di aerei. “I King
air, che coprono distanze corte e atterrano
in piste di meno di un chilometro; e i jet,
che vanno più veloci ma hanno meno au-
tonomia, e per atterrare hanno bisogno di
una pista lunga che trovano solo qui”,
spiega in uno spagnolo stentato.
“A El Happy non sarebbe piaciuto”,
dice una delle sue migliori amiche duran-
te il funerale. Happy, 34 anni, è un pessi-
mo soprannome per il protagonista di
una veglia funebre. Se si rialzasse ora e si

El FARO/El PAíS


Herbert Villafuerte, immigrato del Guatemala, lavora in una segheria mennonita a Shipyard, il 6 maggio 2019
Free download pdf