Internazionale - 19.07.2019

(やまだぃちぅ) #1

dopo la crisi del 2008 e le modifiche legi-
slative volute nel 2011 dal governo di Emil
Boc per promuovere la flessibilità sul
mercato del lavoro. Pensati per attrarre
investitori e creare occupazione, il nuovo
codice del lavoro e la legge sul dialogo so-
ciale non sono passati al vaglio del parla-
mento, ma sono stati approvati come de-
creti legislativi. L’opposizione, allora for-
mata dal Partito socialdemocratico, dai
nazional-liberali e dal Partito conservato-
re, ha presentato una mozione di censura,
che però è stata bocciata. Così le norme
sono state adottate. Lo stato, insomma,
ha creato le condizioni ideali per attirare
gli investitori stranieri, ma non si è curato
troppo di chi fossero e di che tipo di im-
pieghi, salari e condizioni lavorative
avrebbero portato. La nuova legislazione


ha limitato il diritto dei lavoratori di orga-
nizzarsi, ha indebolito il loro potere con-
trattuale, e ha cancellato benefici a lungo
dati per scontato, come l’aumento dei sa-
lari di anno in anno, i bonus e i premi pre-
visti in determinate occasioni. Dopo que-
ste sconfitte i lavoratori si sono allontana-
ti dai sindacati, e la fiducia in queste orga-
nizzazioni ha cominciato a scemare.
La verità è che lo stato avrebbe l’obbli-
go di trovare un giusto equilibrio tra il ten-
tativo di attrarre investitori stranieri, gra-
zie a benefici fiscali e bassi costi, e quello
di proteggere i propri cittadini, tramite
regole di base da far rispettare. Molti os-
servatori sostengono che si potrebbe co-
minciare incoraggiando le multinazionali
che investono in Romania a essere più tra-
sparenti, sul piano finanziario e nei rap-

porti con i rappresentanti dei lavoratori.
Due elementi essenziali nel dialogo tra
azienda e lavoratori sono la trasparenza e
una buona comunicazione. Ogni negozia-
to dovrebbe cominciare con una riunione
amichevole per stabilire il quadro e i ter-
mini del confronto: chi partecipa, come
sostituire i delegati che non possono esse-
re presenti a un incontro, quante sessioni
sono necessarie per arrivare a un accordo.
La legge non lo prevede, ma alcune azien-
de stabiliscono anche un’altra regola: vie-
tato insultarsi a vicenda.
Per dare un quadro esaustivo della si-
tuazione, l’azienda presenta ai sindacati i
risultati commerciali dell’anno preceden-
te e gli obiettivi per quello a venire. Molto
spesso, tuttavia, i disaccordi nascono pro-
prio dall’incomprensione reciproca. Il da-
tore di lavoro considera gli argomenti dei
sindacati troppo dettati dall’emotività, in
particolare il riferimento ai salari dei lavo-
ratori dello stesso settore in paesi come
Francia e Germania. Secondo le aziende,
questo è un sintomo della mancanza da
parte dei sindacalisti di una visione d’in-
sieme del mercato, che ha il compito di
regolare il livello dei salari tenendo conto
della competitività. I sindacati, rappre-
sentanti di lavoratori che arrivano a mala-
pena a fine mese, fanno invece riferimen-
to a indicatori globali che si basano su si-
tuazioni ideali per i salariati.

Profitto e produttività
Cercare di capire come si ragiona in una
multinazionale è essenziale per capire co-
me funziona la produzione in queste
aziende. Tutto dipende dal profitto e da
ciò che vogliono gli azionisti, fattori che
hanno un peso preponderante sulle deci-
sioni prese a livello globale e locale. Quan-
do l’azienda non raggiunge gli obiettivi
stabiliti, si mette alla ricerca delle perdite
e di modi per minimizzarle. Per avere
un’idea di cosa significherebbe per le cas-
se dell’Electrolux di Satu Mare un aumen-
to salariale generalizzato, abbiamo fatto
un calcolo approssimativo partendo dalle
richieste dei sindacati: 126 euro lordi in
busta paga più un contribuito del datore di
lavoro pari al 2,25 per cento. Il tutto, molti-
plicato per novecento dipendenti e per
dodici mesi, fa un milione e 400mila euro,
poco meno dei profitti fatti dalla compa-
gnia nel 2017. Una prospettiva chiaramen-
te inaccettabile per l’Electrolux.
Anche con queste cifre, però, il quadro
dei profitti accumulati dall’azienda è
tutt’altro che completo, perché non tiene
conto dei trasferimenti dei prodotti fab-

Scioperanti davanti alla fabbrica, il 6 maggio 2019

Marcela e Romică Erdei a Moftinu Mic, il 6 maggio 2019
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