Le Scienze - 08.2019

(Ann) #1

Rudi matematici


92 Le Scienze 6 12 agosto 2019


La foresta del massimo disordine


N

on è insolito rientrare sudati in casa in un tardo po-
meriggio d’agosto; di solito accade per aver fatto mo-
vimento sportivo o comunque giocoso, e al sudore
si accompagnano quasi sempre sorrisi di soddisfazione. Nel ca-
so specifico che ci apprestiamo a raccontare, tuttavia, il sorriso
di soddisfazione campeggia solo sulla faccia del dottor Piotr Sil-
verbrahms.
«Ecco fatto, Treccia! Puoi essere fiera di noi: nonostante le tem-
perature che neppure un Tokamak surriscaldato osa immagina-
re, un gran numero di alberi maestosi fa ora mostra di sé nel no-
stro giardino!»
Alice alza un dubbioso sopracciglio e dice qualcosa; Rudy vol-
ta la testa di scatto e dice anche lui qualcosa in perfetto sincrono
con Alice: dicono però cose diverse, le parole si sovrappongono e
il suono risultante è qualcosa che assomiglia ad «asbestosi».
«Eh? – protesta Piotr – non vi hanno insegnato a parlare uno alla
volta? Prima le signore, suvvia: puoi ripetere, Treccia?»
«Maestosi», sillaba Alice: «Ho solo ripetuto il tuo “maestosi”, ag-
giungendo un punto interrogativo finale e una punta di sarcasmo
che è difficile riprodurre con la sola punteggiatura. A me sembra-
no alberelli giovanissimi e striminziti, come è naturale che siano,
peraltro. Volevo anche ripetere l’intonazione accennando al tuo
“gran numero”, ma c’è stato lo scontro di esclamazioni con Rudy,
quindi non ho infierito.»
«E io ho solo ripetuto il tuo “abbiamo” – interviene Rudy – con
lo stesso tono sarcastico, solo un po’ più stanco. Gli alberi li ho
piantati tutti io, tu hai solo fatto il designer creativo, ripetendo iste-
ricamente “questo qui, quest’altro qua”, per tutto il tempo.»
«Non mi stupisce la tua capacità di scansare le fatiche, Doc; in
questo diventi sempre più bravo, anche quando mi sembra impos-
sibile migliorare – dice Alice – ma a giudicare dal risultato che ve-
do dalla finestra mi sembra che non ci fosse questo gran bisogno
di precisione: quel gruppetto di alberelli sembra piantato del tut-
to a caso...»
«Visto?», esclama Doc con un sorriso a 32 denti rivolto a Rudy:
«Esattamente quello che volevamo! La foresta del massimo disor-
dine!»
La faccia di Alice si trasforma in un grande, virtuale punto in-
terrogativo. Lasciandosi cadere sul divano, Rudy la guarda scon-
solato: «Lascia stare, Treccia, io ci ho rinunciato da tempo. Que-
sto occhialuto bellimbusto non ha fatto altro che misurare tutte
le distanze relative tra gli alberelli che piantavo, e l’unica cosa che
sembrava interessargli era che tutte le distanze fossero chiara-
mente diverse l’una dall’altra. Mentre io lavoravo di zappa e van-
ga, lui metteva qualcosa sugli alberelli e confabulava con Gae-
tanagnesi. La mia stima verso quella gatta rischia di decrescere
velocemente, se continuerà a frequentare certe compagnie.»


«Finirà con rovinarmi definitivamente quella micia. A proposi-
to, qualcuno sa dove sia finita? Non la vedo in casa...»
«Sta in giardino», ridacchia Piotr; «Venite alla finestra. Scom-
metto che ci sarà da divertirsi...»
Alice e Rudy, abbastanza controvoglia, si affiancano a Piotr al-
la finestra. I tre vedono la gatta sbirciare in alto, verso di loro, e su-
bito dopo lanciarsi come una tigre proprio attraverso il boschet-
to di alberelli appena piantati, miagolando e sbuffando come una
nera, piccola tigre. Da ogni alberello si alza in volo una rondine,
che subito si posa nuovamente sull’alberello più vicino a quello

di partenza. Illustrazione di Stefano Fabbri

Piotr e Rudy hanno piantato una serie di piccoli
alberi su cui si sono subito posate delle rondini,
come ha scoperto la gatta Gaetanagnesi
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