Le Scienze - 08.2019

(Ann) #1

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94 Le Scienze 6 12 agosto 2019


Siamo speciali, ma non troppo


Una ricomposizione del puzzle umano rintracciando tasselli anche da altri animali


G

li scimpanzé possono essere «alla moda», o diventare
brutali infanticidi e cannibali. Una lucertola può ave-
re il ruolo di sposa cadavere, mentre i delfini maschi a
volte mettono in atto stupri di gruppo. Gli elefanti riescono a rico-
noscersi allo specchio e alcuni uccelli usano il fuoco per la caccia.
Insomma, ovunque guardiamo nel mondo degli animali trovia-
mo caratteristiche che riconosciamo come umane. Certo, abbia-
mo capacità intellettuali diverse, ma manteniamo saldi legami con
la nostra origine animale. È l’evoluzione darwiniana, fatta di pic-
coli aggiustamenti e riutilizzi, che ha poi dato vita al nostro cervel-
lo e alle sue capacità di evoluzione culturale. È stata quest’ultima
a conferire qualcosa di unico alla nostra specie e anche a darci una
sorta di spocchia nei confronti degli altri viventi.
È successo qualcosa, molto recentemente sulla scala tempora-
le della vita, che ha proiettato una delle tante specie di Homo ver-
so una nuova dimensione: circa 45.000 anni fa (o forse prima) ab-
biamo iniziato a produrre cultura in modo nuovo, accumulando
conoscenze, diffondendo idee e abilità a una velocità mai vista. I
Neanderthal – con i quali siamo entrati in contatto una volta usciti
dall’Africa, 80.000 anni fa e dei quali conserviamo qualche eredi-
tà genetica – mostravano anche loro segni di comportamento co-
gnitivamente moderno: uso del fuoco, produzione di arte astratta,
uso di strumenti complessi. Si sono estinti poco dopo il nostro ar-
rivo, forse proprio a causa nostra, ma erano comunque sopravvis-
suti qualche centinaio di migliaia di anni, più di quanto H. sapiens
ha calcato la Terra finora. Siamo speciali, ma non lo è la nostra bio-
logia: è il messaggio principale di questo appassionante libro.
Viaggiando nel tempo e nello spazio, cioè nell’evoluzione della
nostra specie e nella biodiversità attuale, Rutherford ricompone
il puzzle umano rintracciando i diversi tasselli nel regno animale
passato e presente. Un’efficace strategia retorica per sottolineare
quanto davvero non ci sia praticamente nulla «contro natura» nei
nostri comportamenti, dall’omosessualità allo stupro, passando
per lo scambio di sesso in cambio di favori, l’uso di strumenti, e la
creazione e la trasmissione culturale di specifici comportamenti.
La meravigliosa diversità della natura è limitata solo dalla nostra
osservazione: negli ultimi decenni lo sviluppo dell’etologia ha fat-
to sì che quasi nessuna specie conosciuta rimanesse al riparo dello
sguardo dei ricercatori. Sappiamo quindi che i maschi delle giraf-
fe praticano l’omosessualità abitualmente, e molto più spesso del
sesso eterosessuale a scopo riproduttivo, e che tursiopi di Shark
Bay in Australia si tramandano l’uso di spugne da infilare sul mu-
so per rendere più facile e meno dolorosa la caccia a ricci di mare o
granchi. Ma solo alcune femmine sono a parte di questa tradizio-


ne. Ovviamente, la complessità di questi comportamenti appresi e
tramandati è maggiore nei primati, e proprio la capacità di conser-
vare e trasmettere le innovazioni è ciò che rende molto più effica-
ce l’evoluzione culturale della nostra specie.
Ma è impossibile separare l’evoluzione culturale da quella bio-
logica: «Si crea un falso discrimine fra l’una e l’altra, quando invece
sono intrinsecamente interdipendenti» in un continuo stimolo re-
ciproco. Ci sono ancora molte cose da studiare, soprattutto per eli-
minare i pregiudizi antropocentrici nella ricerca. Oggi ci sono me-
no remore nel raccontare ciò che si osserva: durante la spedizione
polare di Scott all’inizio del Novecento, alcuni comportamen-
ti necrofili dei pinguini furono censurati nella pubblicazione del
resoconto dell’esplorazione. Per la ricerca etologica la sfida del fu-
turo (oltre alla conservazione della biodiversità) è togliere l’umani-
tà dalla nostra prospettiva, per capire come siamo diventati umani.
Mauro Capocci

Umani
di Adam Rutherford
Bollati Boringhieri, Torino, 2019, pp. 230 (euro 24,00)
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