La fibrillazione ed il ricovero in ospedale
Tornai quindi in cella più sereno ed osservavo tutto intorno a me con maggior positività,
comprendendo meglio le virtù che in ogni caso erano presenti in tutti, persino nei carcerati perché in
fondo si trattava sempre di uomini che, se si impara a trattarli come si deve, mostrano sempre la
parte migliore di sé.
Ero soltanto in ansia per i miei farmaci che non arrivavano per cui feci chiamare il secondino dalle
guardie, il quale mi raggiunse in cella e mi disse che purtroppo non era riuscito ancora a
procurarmeli e sussisteva il rischio che avrei dovuto attendere qualche giorno!
A quel punto ebbi davvero paura, sapevo di non poter sopravvivere in quel contesto senza i miei
farmaci, ed iniziai ad agitarmi!
Purtroppo mi venne la fibrillazione ed anche in versione piuttosto forte, per cui fui costretto ad
andare in medicheria dove trovai un collega che mi prestò le poche attenzioni possibili
considerando che non era in possesso dei farmaci di cui avevo bisogno.
Tornai in cella ed assunsi un’altra dose di un farmaco che prendevo sempre di mattina, che sapevo
non essere idoneo a risolvere una fibrillazione severa, auspicando almeno un sollievo.
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