NEI SECOLI DEI SECOLI - Gianni Zito - Biografia

(Gianni Zito) #1

L’unico contatto col mondo esterno, con la dimensione umana degli affetti e dei sentimenti, erano le
visite di Anna che vivevo alla stregua di apparizioni celestiali.


Quando lei arrivava in ospedale riconoscevo la sua voce, lontana nel corridoio, che magicamente mi
riportava nel mondo reale, in quella dimensione affettiva che era stata la mia quotidianità per oltre
sei anni, i più delicati della mia vita.


Riconoscere la sua voce lontana generava nel mio corpo, nelle mie percezioni sensoriali, un’onda di
piacere esistenziale, fisico e spirituale nello stesso tempo.


Era l’unica voce familiare della mia vita in quel momento. Anna era tutto ciò che mi era stato
concesso dal Destino, anche come rapporto affettivo col mondo esterno.


Vivevo gli incontri con lei con grande emozione e palpitazione, e la attendevo sempre con
trepidazione anche se i colloqui erano limitati a due volte a settimana e per un’oretta al massimo.


Rallegrarmi della sua presenza, ascoltare la sua voce familiare, osservare il suo sguardo dolce e
rassicurante, erano per me come una manna dal cielo, un magnifico dono di Dio.


Quando i miei occhi incrociavano i suoi tentavano di cristallizzare l’attimo, agganciarli ed
incatenarli in un’emozione infinita per non farla andare più via, tenerla accanto a me anche se era
seduta a due metri di lontananza perché ormai il coronavirus imperversava ovunque nella nostra
provincia e le regole di distanziamento si applicavano soprattutto in ospedale.


La preoccupazione del coronavirus era un altro martirio per me, per il timore che si infettassero
Anna o i miei figli, non potendo far niente per loro, per proteggerli.


E nemmeno potevo sentirli al telefonino per sapere come stavano, per avere aggiornamenti sulla
loro vita quotidiana!

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