La mia santa e pura creatività in quel momento convertì quei riflessi nello scintillio di fuochi
d’artificio, di stelline pirotecniche, di luci d’artista di cui Salerno era una delle migliori espressioni
del mondo, tutte dedicate a mio figlio ed alla sua meravigliosa laurea!!
Da quel giorno i riflessi del sole sulla torre cardiologica divennero per me l’unica fonte di grande
immaginazione, l’unica opportunità per sognare, ammirando il cielo che quando era limpido
contrastava splendidamente con l’edificio: il turchese vivo esaltava il bianco delle mura ed i riflessi
del sole, creando una scena paradisiaca racchiusa in pochi centimetri di visibilità offerta da un
leggero squarcio nella plastica incollata sulla vetrata!
Osservavo le bellezze del Creato da pochi centimetri di visuale conquistati prima di me da qualche
altro detenuto che era riuscito a realizzare, eroicamente, quello squarcio salvavita con affaccio sul
mondo e sui sogni di libertà.
Dalla finestra a fianco riuscivo ad osservare anche la sommità della collina ricoperta di alberi e
vegetazione, sulla quale ogni tanto aleggiavano varie specie di uccelli e si intravedevano in
lontananza animali da fattoria e qualche cane. Di notte i cani li ascoltavo col loro abbaiare lontano,
spesso un vero e proprio ululato che echeggiava nella vallata e che, stranamente, mi faceva
compagnia immergendomi fantasticamente nel regno animale ove trovavo maggior conforto rispetto
alla razza umana che mi aveva richiuso in una cella carceraria! Immerso nel fantastico mondo
animale condividevo le mie emozioni ed i miei sogni con tutte le forme di vita presenti nella
vegetazione, sentendomi uno di loro, libero ed autonomo dal genere umano, fino al punto di
addormentarmi al suono del dolce ululato dei cani, inebriante come un canto delle sirene.
Al tramonto da quella finestra emergeva il bagliore del sole, filtrato dalla plastica semitrasparente,
riflesso sull’insegna della stazione di servizio della adiacente tangenziale, che produceva un colore
arancione vivo ed intenso!