E lui clamorosamente, come se mi avesse letto nel pensiero, aggiunse: “ogni tanto mi capitano cose
strane che mi fanno pensare che lei veramente mi guardi e mi protegga, e mi impressionano! Ad
esempio, giorni fa mentre guardavo la finestra si sono posati due uccellini sulle sbarre, insieme, e
poi ad un certo punto uno dei due è volato via, lasciando l’altro da solo! Io ho pensato che fosse un
segno mandato da mia moglie, perché era lei quell’uccellino volato via!”.
A questo punto mi commossi, non potei farne a meno, era troppo per me! Avevo vissuto tante
emozioni nel constatare ed ammirare il pentimento reale di quel boss malato, e mi si fecero gli occhi
lucidi. Lui se ne accorse e mi strinse forte la mano, ed entrambi eravamo sul punto di piangere!
Avevo bisogno di distrarmi, di non farmi vedere commosso, e quindi abbassai lo sguardo, ma lui mi
prese il volto dal mento, lo sollevò dolcemente ma con fermezza, e guardandomi negli occhi disse:
“vedi, questo per me è stato un segno, io ci credo che sia stata mia moglie a mandarmelo, perché in
quel momento stavo pensando proprio a lei! Era veramente lei quell’uccellino volato via, e l’altro
rimasto fermo ero io, senza poter fare niente! Mia moglie mi stava chiedendo di stare fermo
anch’io senza commettere sciocchezze, infatti pochi giorni prima avevo tentato il suicidio! Sarei
voluto volare via anch’io per raggiungerla, ma lei mi stava mandando quel segno per farmi capire
che dovevo stare tranquillo!”
Io convinto e determinato gli risposi: “esatto, è proprio così, devi stare sereno perché devi tutelare
i vostri figli che hanno ancora bisogno del padre. Tua moglie, infatti, ti sta affidando anche la cura
dei vostri figli, oltre che la tua stessa vita! E’ questo il compito santo della tua vita, adesso!”.
Lui fu felice della conferma dell’autenticità di quel segno, ed annuì ancora una volta, confermando
di sapere che i figli avevano ancora bisogno di lui nonostante stesse in carcere. Infatti dopo un
lungo silenzio, e dopo esserci ripresi entrambi dalle forti emozioni del momento, disse con orgoglio
e fierezza: “mio figlio verrà proprio mercoledì, mentre la femmina la settimana prossima”.
“Bene, perfetto”, gli dissi dandogli dei colpetti sulla mano in segno di ammirazione e rispetto.