Il primo passo che avrebbe dovuto compiere era chiedere il perdono, e non essendo in grado di farlo
né a parole né in opere, mi resi conto che il Buon Dio lo stava già purificando dai suoi peccati con
quelle sofferenze, comprendendo i suoi sforzi e sapendo che rappresentavano il massimo impegno
possibile nelle sue condizioni.
In realtà chiedeva perdono a modo suo, scrivendo spesso poesie alla moglie, lettere d’amore, e
persino saggi di altissimo valore spirituale, anche se lui non sapeva che fossero tali, infatti ne lessi
qualcuno e rimasi sempre più sorpreso. Quell’uomo a vederlo sembrava un vecchio personaggio
biblico, con pochi capelli, la barba bianca, le rughe, le guance scavate e gli zigomi sporgenti, e
quando scriveva, spesso per la verità, dalle sembianze mi ricordava l’immagine che storicamente si
assegna a San Paolo, che compose buona parte delle sue lettere proprio dal carcere.
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