E’ la testimonianza il vero segreto del successo e della felicità, e presuppone la comprensione.
Devono essere i più capaci, le persone di buona volontà, ad aiutare chi non riesce a comprendere.
Saper interpretare correttamente tutto quanto ci circonda è come scavalcare un muro che per molti
può essere invalicabile e può generare emarginazione, delinquenza, criminalità.
Ero convinto, infatti, che la stragrande maggioranza di quei detenuti se durante la gioventù avessero
incontrato persone di buona volontà che avessero insegnato loro a comprendere bene la vita, i
rischi, i pericoli, le tragedie, ma anche le buone opportunità, non sarebbero mai finiti in carcere.
La gioventù è la fase della vita più importante per tutti, e lo è stata anche per me, infatti l’essere
cresciuto ai Salesiani mi aveva salvato la vita sia in quel periodo che nei decenni successivi.
Se non avessi avuto l’insegnamento di tante persone, davvero sante, avrei reagito molto male alle
ingiustizie subite nel tempo, ed essendo anch’io all’occorrenza un soggetto irruento, avrei avuto
reazioni talmente spropositate da poter finire in galera per tutta la vita. Avrei fatto la stessa fine di
tanti carcerati che osservavo dal vivo tutti i giorni, che capitavano a fianco a me molto spesso, e si
erano resi colpevoli di reati orribili senza neanche rendersene conto. È questo il dramma maggiore,
compiere reati gravissimi, e peccati mortali, e non essere in grado di comprenderlo.
Ma in carcere di persone di buona volontà, dedite al prossimo, ce n’erano tante! Tutti gli addetti,
praticamente, ed anche qualche detenuto.
Infatti erano tanti i carcerati che riuscivano a cambiare vita una volta usciti, non come effetto della
punizione e delle privazioni, ma del buon esempio e della comprensione riservata loro da tutti gli
uomini e le donne, un popolo vasto e riservato, guardie e professionisti vari, persone dalla
straordinaria umanità, ai quali non potevo fare altro che inchinarmi in segno di grande ammirazione.