La cella definitiva
La scelta dei detenuti fu molto ben ponderata dai funzionari del carcere, stabilita secondo criteri di
personalità dei soggetti, di compatibilità caratteriale, di temperamento. E per me scelsero un
detenuto che era già in cella con me, con cui avevo legato particolarmente grazie alla sua estrema
gentilezza ed educazione, ed un ragazzo di colore, molto timido, dal volto angelico, che aveva paura
persino di pronunciare il suo nome quando gli veniva chiesto. Capii chiaramente che mi vennero
assegnati i migliori compagni di cella possibili, selezionati in tutto il carcere, e di questo fui molto
grato al direttore e gli trasmisi tutto il mio rispetto con un solenne sorriso, visto che non era
possibile nemmeno stringergli la mano per le esigenze di distanziamento sociale. Fu un onore per
me, in verità, poterlo ringraziare, perché ne avevo già ammirato le grandi qualità umane e
professionali. Prima di comunicarci la cella e la sezione, però, chiesero sia a me che agli altri due
della mia piccola squadra, se tra i reati per i quali eravamo stati condannati ci fossero anche la
pedofilia e la violenza sulle donne, nel qual caso non ci avrebbero potuto inviare in nessuna sezione
se non una speciale distaccata perché gli altri detenuti ci avrebbero sicuramente aggrediti!
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