Anna confermò precisando che quel cambiamento era uno dei vari risultati positivi della quarantena
che paradossalmente, ma nemmeno tanto, stava offrendo al Paese spunti di rinascita.
Mentre guidava ci guardavamo spesso negli occhi, felici anch’essi di ritrovarsi, e ci sorridevamo
continuamente, in segno di assoluta complicità e di vittoria sulla crudeltà di persone disumane che
mi avevano spedito in carcere grazie a notevoli bugie ed a giudici corrotti e miserabili.
Avevamo vinto la nostra sacrosanta battaglia, e ci attendeva una nuova vita, ne era cosciente anche
lei, che stavolta avremmo santificato tutti i giorni.
Giunti davanti la porta di casa ebbi un attimo di commozione, chiesi ad Anna di avviarsi dentro, e
riflettendo iniziai a respirare profondamente prima di entrare.
Sentivo già i nostri cani abbaiare ed immaginavo la festa che mi avrebbero fatto.
Volli rimanere solo davanti all’uscio per qualche minuto, per meditare, per consacrare la mia nuova
vita prima di mettere piede in casa e di dichiararla ufficialmente nata.
Nel silenzio del pianerottolo pensai a tutti gli episodi più importanti della mia vita negli ultimi 30
anni, soprattutto agli errori commessi, alle omissioni, alle indifferenze, alle mediocrità, e giurai che
da quel momento in poi avrei vissuto un’esistenza totalmente nuova.
Mi attendevano nuovi ruoli, nuove professioni, nuove missioni, nuove esperienze, ma soltanto se
avessi saputo ricostruirmi una nuova vita da subito, sin dagli arresti domiciliari!
“Se non ci sono riuscito in libertà per decenni, come potrò riuscirci da recluso in casa?”, pensai
leggermente preoccupato.
Poi mi vennero in mente tutti gli insegnamenti di Dio durante la carcerazione, a partire dalla
necessità di non turbarmi mai perché Lui è sempre con me, e ne avevo avuto ampia riprova durante
quei Santi giorni della detenzione.
Questa splendida conclusione bastò per rasserenarmi del tutto, e dissi solennemente al Signore:
“come Tu mi vuoi, io sarò!”