Qualche anno dopo il triste episodio il padre del bambino Franco morì e quindi non feci in tempo
nemmeno a far cambiare la sua opinione sul figlio riguardo all’accaduto, a fargli sapere che era
assolutamente innocente e del tutto estraneo.
Successivamente morì anche mio padre, e quindi non feci in tempo nemmeno a chiedere il suo
intervento per rimediare, una volta per tutte, alla terribile infamia che commisi.
Da sempre, quindi, ogni volta che incontro Franco, che nel frattempo è divenuto un uomo ligio al
suo dovere, una persona esemplare al contrario di me, provo una profonda vergogna al punto tale
che è divenuta una sorta di dannazione continua, la giusta punizione che non riuscirò mai più ad
interrompere perché è giusto che sia lunga e dolorosa!
Forse proprio per questo non sono mai riuscito, in tutta la mia vita, a chiedergli perdono di persona,
né a lui né a suo padre né sua madre!
Il Destino aveva deciso giustamente di affibbiarmi la peggiore delle punizioni, la dannazione per
tutta la vita!
Sarebbe stato troppo comodo chiedere scusa, ottenere il perdono, e poi chiudere la storia a tarallucci
e vino! Eh no! Troppo comodo e bello per me!
Infatti ancora oggi sto pagando il mio peccato perché penso spesso a quell’episodio, ogni volta che
passo sotto casa dei miei genitori e di mia sorella, perché il tabacchino è sempre li.
Franco è diventato il proprietario dopo la morte del padre, ed io ogni volta che penso a quel gesto
infame mi sento sempre più umiliato.
Qualche volta sono entrato nel suo tabacchino per comprare sigarette ed altro, e me lo sono trovato
di fronte, provando una tale vergogna da tenere sempre il volto abbassato, anche da adulto, in segno
di profondo rispetto per lui e di totale sottomissione e mortificazione!