una compensazione, un omaggio, una sorta di fratellanza da parte del Paese, concedendo ad
entrambi il tempo ed il modo per poter dare iniziare ciascuno al proprio profondo rinnovamento.
In effetti le date coincidevano clamorosamente e tutti vivevamo reclusi in attesa di assaporare,
quanto prima, una nuova libertà, più vera, più giusta, più consapevole, più umana.
Certo si tratta di considerazioni molto egocentriche, grossolane e paradossali, ma il Buon Dio ci
lascia vivere emozioni a volte incontenibili che derivano da episodi talmente surreali da sembrare
saggiamente predisposti da Lui stesso, in Persona.
Ed anche in questo caso mi prendo la licenza poetica di pensare che sia andata proprio così.
Grazie a queste clamorose intercessioni celestiali del Destino ho potuto finalmente affidare il mio
passato, il mio presente, ed il mio futuro, ad un vecchio ma redivivo compagno di rivalsa, ed anche
di merenda visto che spesso ho pranzato e cenato insieme a lui mentre scrivevo: il mio vecchio
notebook che ha tante cose in comune con me infatti è tutto sgangherato, non è più di moda, fa
pena, nessuno lo prenderebbe mai nemmeno in regalo.
Tra le varie stranezze del periodo vi era anche questa: dover utilizzare come mezzo di trasporto
verso l’Eternità un vecchissimo e trasandato notebook, come se moderni astronauti pretendessero di
raggiungere la luna con un vecchio ornitottero.
Ma sapevo che a Dio nulla era impossibile, e che anzi tra le Opere più importanti che aveva
realizzato Gesù vi era stato proprio l’affidamento della Testimonianza della Fede, Salvezza
dell’umanità intera, ad umili pescatori, artigiani, disoccupati, rendendoli Apostoli.
Presi spunto da quella grande magia sociale e spirituale e pertanto decisi di nominare anch’io, come
personalissimo apostolo tecnologico, il mio umilissimo notebook, dentro il quale tutelai i racconti
come fossero estensioni di me, del mio corpo, della mia Anima, e credo che lo siano stati davvero.
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