La morale di tutto questo è sempre la stessa: il coraggio, che mi è mancato per la maggior parte
della mia vita, nei momenti più importanti, salva da tutti i mali, malattie comprese, perché
oggettivamente mostra la parte più bella e nobile dell’Anima, quella più apprezzata dal Buon Dio
perché anche per abbracciare e testimoniare la Fede occorre coraggio.
L’essere bigotti, timorosi, codardi, rende tutte le tribolazioni ancora più orribili.
Nella vita di tutti i giorni occorre reagire agli affronti invocando tutte le virtù possibili, tra le quali
anche il coraggio, altrimenti l’annientamento delle tribolazioni è totale e, peggio ancora, senza
senso.
Quando la sofferenza è senza senso è una condanna a morte implacabile, ed essendo l’Amore il
senso assoluto della vita occorre tirarlo fuori, dare tutto se stessi, mostrare la propria Anima a Dio e
chiedergli di purificarla, esaltarla, salvarla.
Non a caso chiunque si trovi vicino alla morte cerca e trasmette Amore che rappresenta in quei
frangenti un vero ponte verso l’Eternità. Negli ultimi istanti di vita si condivide tutto l’Amore
possibile, con i propri affetti, con i propri cari, con tutto il Creato, perché ci trasporti verso il
Paradiso.
A volte accade anche inconsapevolmente di cercare Amore per l’ultima volta, con atteggiamenti
premonitori straordinari, infatti ricordo, ad esempio, che diverse persone decedute per il crollo delle
torri gemelle in America, poco prima del dramma avevano scritto, inspiegabilmente, con messaggi
dal cellulare, parole d’amore ai propri affetti che non ne avevano compreso inizialmente la
motivazione. C’era stato persino qualcuno che aveva scritto “ti amo” al consorte per la prima volta.
Il sentimento d’Amore, vissuto con coraggio, non solo rappresenta il nutrimento principale
dell’Anima, ma anche l’energia per compiere i viaggi più importanti della nostra vita.