Quella ragazza di soli 22 anni, infatti, e quell’amore appena nato, pretesero tutto da me nei mesi e
negli anni successivi! Tutto l’amore possibile, tutte le gioie e le passioni possibili! Tutto quanto un
uomo può essere in grado di donare per la sua donna e per la sua famiglia, anche la propria vita.
Il nostro amore era nato con un pianto ed una corsa affannosa, e così era destinato a continuare per
lungo tempo, ne eravamo consapevoli entrambi, ma la paura non ci sconfisse!
Eravamo entrambi molto determinati e non transigevamo sull’energia che occorreva mettere in
campo in quel momento della nostra esistenza: o tutto o niente!
“Quella ragazza è una forza della natura, non accetta mezzi termini, vuole vivere la vita ogni
giorno come se fosse l’ultimo, e se non mi adeguo sono finito, mi molla li per strada e non la
rivedrò mai più”, mi dicevo spesso.
Ero cosciente di tutto ciò, e pur di averla tutta per me iniziai questa relazione con un fare molto
deciso, senza tentennamenti, determinato a costruire cose importanti per la sua e per la mia vita.
Era la prima volta che avvertivo emozioni così forti e definite nella mia vita.
Altre volte, in altre relazioni, pur provando e vivendo amore puro e sincero, non avevo mai
raggiunto pensieri così costruttivi e proiettati nel futuro.
Evidentemente il destino aveva maturato, per me, qualcosa di nuovo e più importante, adeguato ai
progetti che si devono concepire a trent’anni, e mi trasmetteva chiaramente ed inesorabilmente che
non vi era tempo da perdere e che occorreva diventare uomini, adulti e capaci.
Tra l’altro quell’amore era sbocciato, dal punto di vista della Fede che ci accomunava
enormemente, con i canoni giusti finalmente, infatti spesso mi risuonavano nella mente le sue
parole quando, nelle prime ore in cui ci frequentammo, mi disse che dormiva con vari Santini sotto
il suo cuscino.
Indice