Oltretutto i miei avvocati fecero fermare il processo della bancarotta semplice al secondo grado,
senza fare appello in Cassazione, verosimilmente in considerazione del mio grave stato di fragilità
psico-fisica. Ma col senno di poi ritengo che anche questa scelta fu un’ennesima follia, infatti la sto
pagando giuridicamente ancora oggi mentre scrivo il libro, sedici anni dopo!
Tutti i legali mi consigliarono di dimenticare quella fase orribile della mia vita e di chiuderla subito
anche dal punto di vista giudiziario, ma in realtà pur fermandone i processi, come loro chiedevano,
gli strascichi si sono protratti nei decenni.
Evidentemente facevo una gran pena anche a loro, per le condizioni disumane nelle quali ero
piombato negli anni delle grandi tribolazioni.
Grazie a Dio ed a mio padre, però, stavo vivendo una nuova vita e crescevano nuove speranze.