La mia conclusione successiva però era molto più realistica e drastica: “ma se Gesù era persino
morto sulla Croce per noi, che doveva fare di più? Cosa poteva fare ancora? E tutti i Miracoli che
avvengono nel mondo? L’umanità li dimentica semplicemente perché non vuole entrare in Chiese
vecchie e desuete?”.
Eh no!! Stavolta toccava agli uomini capire, sopportare, desiderare, amare, pregare, testimoniare,
almeno in minima parte come aveva fatto Gesù per loro due millenni prima.
Quindi sarebbe stato giusto cercare Dio anche nelle Chiese vecchie e piccole, e lo avrebbero trovato
certamente se avessero prestato il tempo necessario alla riflessione ed al raccoglimento.
La spiritualità è anche un rapporto dare e avere, i fedeli non possono pretendere di entrare in una
Chiesa e trovare sempre rifiniture di pregio, per quanto alcune sono talmente belle da rappresentare
opere d’arte sontuose.
Per questo mi imponevo, molto spesso, di superare il mio esame quotidiano, di cercare le Chiese più
abbandonate e desolate, per vivere la mia Fede nel silenzio, avvertire i secoli trascorsi, e poter
interpretare anche le più rovinate per ciò che sono davvero: Templi di grande valore spirituale.
Col passare del tempo avevo creato un rapporto personalissimo con le piccole Chiese di Roma, ne
conoscevo varie, e ciascuna aveva una propria Anima, una propria spiritualità, e molto spesso più
che la casa di Dio mi sembravano delle Sue creature bisognose d’Amore, di rivivere solennità,
emozioni, sentimenti, passioni.
Ed erano proprio queste sensazioni che portavo in dote, grazie alle melodie del Coro della Diocesi
di Roma che rinvigorivano tutto: storia, tempo, affreschi, mura, colonne, statue, quadri, donando ad
ogni cosa una vita nuova, semplicemente con la forza di un canto d’Amore!
Di una lode a Dio nel Suo Regno.
Indice