Per questo motivo si chiuse definitivamente il matrimonio con Mariella, ormai esausta dopo anni di
incertezze e sofferenze economiche.
Vivemmo per un periodo da separati in casa, ed ognuno di noi ebbe relazioni con nuovi amori.
Ormai sembrava davvero tutto finito tra noi.
Dopo qualche mese, quando eravamo ormai in procinto di abbandonare anche quella casa, lei tornò
a vivere dai suoi genitori ed ovviamente portò con se i figli, mentre io continuai la ricerca di nuove
soluzioni.
Vissi quel periodo con profonda angoscia, abbandonato da tutti, osservando che il destino mi aveva
di nuovo chiuso tutte le porte, apparentemente senza via d’uscita dalla crisi che non fu soltanto
professionale ed economica ma anche affettiva, la peggiore possibile.
Perdere quella casa fu un vero dramma, forse il più grave fra tutti, capitato nel momento meno
opportuno della nostra vita avendo già diversi anni di tragedia sulle spalle, oltretutto dopo il lutto
dei miei genitori sui quali quindi non si poteva più contare.
Vidi la mia famiglia uscire dalla mia vita e mi sentii come il peggiore dei traditori e degli incapaci
perché non ero riuscito a garantire loro una vita serena.
Mi pianse il cuore, fui straziato dal dolore, ma non mi diedi per vinto e cercai affannosamente altri
soci auspicando di reperirne finalmente di seri e capaci.
Ad un certo punto, trascorsi ormai quasi due anni dal rientro a Salerno, conobbi un commercialista
di Napoli con il quale conclusi interessanti accordi societari, ed anch’egli si comportò come il
precedente avventore di Norcia: promise grandi investimenti ed iniziò a liquidarmi le prime somme,
sempre come remunerazioni personali affinché io garantissi le necessarie attività operative per la
ripresa del progetto.
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