Grazie a questo splendido attico sembrava essersi sistemato tutto con mia moglie, anche perché
economicamente avevamo buone prospettive in quanto avevo ripreso contatti con un imprenditore
di Norcia conosciuto a Roma, il quale in quel periodo mostrò molto interesse nel far rinascere il
progetto editoriale sulla salute, ed investì le prime somme necessarie, tra le quali i miei compensi da
fondatore del progetto.
Percepivo, quindi, interessanti corrispettivi ogni mese, in base all’avanzamento del progetto ed alla
raccolta di investimenti da parte di altri soci che lui stesso aveva preso l’impegno di selezionare;
pretese infatti l’esclusiva della selezione dei soci, volendo costituire una cordata tutta sua, ed io
acconsentii anche perché non ne potevo più di selezioni che poi finivano sempre male. In pratica gli
diedi carta bianca su tutto, e come immaginavo chiese anche di essere nominato amministratore e fu
accontentato subito.
Passavano i mesi e questo nuovo socio manteneva sempre gli impegni economici nei miei confronti,
almeno per quanto riguarda l’erogazione di una mia remunerazione dignitosa visto che avevo
ripreso a lavorare, dal computer di casa, alla rifondazione dell’attività.
Questo nuovo socio faceva tante promesse, mostrava spesso l’elenco dei vari candidati soci che
stava selezionando in quella fase, e nel tempo continuò ad essere entusiasta del progetto: riferiva di
essere capace di reperire 280mila euro necessari alla ripartenza dell’attività, ed io gli credevo
perché ogni mese mi pagava il dovuto stipendio.
All’improvviso, però, dopo vari mesi, con la scusa che erano presenti in internet le solite recensioni
negative che i miei nemici avevano ripreso a scrivere dopo la chiusura dell’ultimo ufficio, mi
comunicò che non era riuscito nell’intento e che avrebbe abbandonato il progetto.
Fu un fulmine a ciel sereno, e mi ritrovai all’improvviso di nuovo senza introiti economici, per cui
fui costretto a riprendere lavoretti occasionali non sufficienti a mantenere la mia famiglia.