Finì per sempre la nostra relazione, era agosto del 2013.
Quando ne ebbi contezza vissi un vero e proprio lutto, uno strazio devastante, una tristezza che
invase tutto il mio corpo e la mia Anima. E piansi amaramente!
Iniziando il viaggio per tornare a Salerno avevo l’animo a pezzi, ero distrutto, mortificato,
amareggiato, vergognato.
Mi sentivo un vile, e forse lo ero davvero.
Non avevo il coraggio neanche di osservare gli aerei che volavano sopra di me perché pensavo che
dentro uno di quelli c’era Miriam che era stata un grande amore della mia vita ma che non ero
riuscito a rendere felice come avrei voluto.
Un aereo in particolare mi sembrava che avesse un rombo più forte degli altri - per cui pensai che
fosse proprio quello dove si trovavano loro - che, come un ruggito, inveiva contro di me, come se
volesse rimproverarmi per non averlo fermato, per non aver impedito la partenza di Miriam, come
lei stessa fece decenni prima a Roma bloccando la partenza dell’aereo sul quale si trovava.
Per un attimo pensai, infatti, di voler tornare indietro per fermarla, ma ormai era troppo tardi.
Il nostro tempo era finito.
Il tramonto sopra di noi lo confermò.
E piansi per quasi tutto il viaggio di ritorno.
Il nostro amore aveva sempre vissuto i suoi momenti più appassionati proprio negli aeroporti, dove
gioivamo incredibilmente in occasione degli incontri, ma dove si soffriva altrettanto intensamente
quando dovevamo salutarci.