Anna comprese i grossi rischi e concluse che, anche se il mutuo ormai era saltato perché la madre
l’aveva obbligata a rinunciare, valeva la pena di tentare di portare avanti il progetto, che riteneva
molto valido, facendo particolare attenzione nella selezione dei soci, ormai assolutamente necessari.
Io ero molto tentato, invece, dall’abbandonare per sempre il progetto conoscendo i grossi rischi a
cui stavamo andando incontro, nonostante Anna avesse già investito delle somme, ma alla fine
decisi di andare avanti e di rischiare proprio con l’obiettivo di farle recuperare gli investimenti.
Oltretutto se fossimo riusciti a far partire il mio progetto avremmo potuto individuare altre cliniche
ove tentare l’inseminazione, non quella di Roma i cui limiti di età li avremmo superati nel giro di
poco tempo.
Fui costretto, quindi, a pubblicare online gli annunci relativi alla selezione sia di soci che della rete
vendita, e come immaginavo fu obbligatoria la comunicazione della ragione sociale perché i
candidati avevano il diritto e la necessità di verificare i dati dell’azienda per valutare la serietà e le
caratteristiche delle proposte.
Fu proprio questo, sicuramente, il meccanismo attraverso il quale riuscirono ad intrufolarsi ancora
una volta soci traditori della massoneria deviata, con gli stessi meccanismi di sempre, non facendosi
scoprire in alcuna maniera e non destando, all’inizio, alcuna preoccupazione nei nostri animi.
Infatti gli ennesimi intrufolati furono ancora più furbi degli altri degli anni precedenti, stabilendo
con me ed Anna rapporti di amicizia ancora più intensi di quanto fecero le altre iene loro associate
nelle società del passato.
Avendo molti soldi a disposizione, più di quanto potessero spenderne, i massoni investivano in
tempi rapidissimi somme adeguate allo sviluppo del progetto, per cui ogni volta cadevamo nella
trappola credendo che fossero persone serie e corrette.
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