Una volta un massone, infatti, appartenente ad un gruppo di soci nemici, tutti suoi “fratelli” se così
di possono definire quella specie di iene, e tutti presenti in occasione di un incontro in Calabria per
la formazione della rete vendita, dialogando nell’ora di spacco, pochi giorni prima di sciogliere le
fila dell’ennesima società bloccata, mi disse convinto: “dottore però le dobbiamo riconoscere, con
onestà, grandi doti di combattività - spesso da solo contro tutti - di resistenza, di sopportazione, di
abnegazione! Lei rinasce ogni volta dalle sue stesse ceneri! Per questo le dobbiamo confessare che
la ammiriamo molto, anche se apparteniamo a realtà diverse!”.
Fu un complimento davvero notevole, pronunciato da nemici senz’anima e per questo lo apprezzai
particolarmente.
Loro erano assolutamente invincibili essendo schierati in migliaia contro di me, che ero fragile e da
solo, e quindi l’esito finale della battaglia era scontato sin dall’inizio ma, ciò nonostante, non gliela
diedi mai vinta, infatti in quasi 10 anni di scontri non erano mai riusciti a portarmi via il progetto, a
divenirne proprietari, ma solo a farlo morire miseramente e magari a scopiazzarlo.
D’altronde era il mio motto di vita: meglio la morte che darla vinta ad infami di qualsiasi tipologia,
che fossero massoni, mafiosi, terroristi, estorsori, truffatori!
In effetti non ho mai ceduto alle loro richieste estorsive, non mi sono mai piegato, quindi non hanno
mai ottenuto ciò che avrebbero voluto usurparmi. Si sono dovuti accontentare di bloccarmi le
attività, di farle fallire, di farmi condannare da magistrati collusi e corrotti, ma mai hanno ottenuto
un mio neppur minimo cedimento rispetto alle tentate estorsioni di una mia società.
E se hanno realizzato attività simili scopiazzando il mio progetto - questo però oggi non posso
saperlo, anche se è molto probabile - si è trattato di un vile furto, quindi sono anche ladri oltre che
vigliacchi traditori.