La disperazione di poche ore prima mi aveva sconvolto l’esistenza, infatti ritenni che era
assolutamente giustificata perché, in rapporto a tutte le tragedie del mio passato, non avere fiducia
piena nella possibilità di creare una nuova attività era il minimo che mi potesse accadere.
Le mie sensazioni quindi erano fortemente contrastanti, e mi lasciai andare a tutte le ipotesi
possibili.
Da un lato pensavo che il mio Buon Dio mi avesse sempre offerto nuove opportunità, a volte
assolutamente clamorose, e quindi avrei potuto attendere con maggiore serenità ed autocontrollo
invece di lasciarmi andare a quel pianto disperato.
Dall’atro lato, per auto commiserarmi, pensavo: “forse avrei davvero perso il locale se non avessi
avuto quella reazione straziante! Quel pianto devastante deve aver talmente impietosito il Buon Dio
che dopo qualche ora mi ha fatto telefonare dal proprietario”.
Una considerazione era certa, però, e cioè che a Dio non piace la disperazione soprattutto quando
non dipende da tragedie vere della vita, anche se per me perdere quel locale, dopo un quarto di
secolo di persecuzioni e sofferenze, rappresentava davvero una tragedia immane perché la
conseguenza sarebbe stata l’impossibilità di mantenere i miei figli che quindi avrebbero avuto la
vita totalmente distrutta! Oltretutto non era lontana la data per l’udienza in Cassazione per la quale
rischiavo di essere condannato in via definitiva a 4 anni ed un mese di carcere, da eseguire subito, e
pertanto sarebbe stato ancora più grave, per i miei figli, se non avessi lasciato loro un reddito
mensile!
Ed invece, grazie a Dio, sempre Lui meravigliosamente presente nella mia vita, avevo le chiavi
della struttura più bella, grande e funzionale di Salerno! Il Miracolo era compiuto!
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