denuncia penale contro quell’estorsore incallito del malefico, probabilmente perché incappai in
professionisti che intendevano proteggere il malefico, per cui decisi di rinviare le querele ad un
periodo successivo, anche perché il mio interesse principale in quel momento era quello di salvare il
mio progetto!
Era divenuta prioritaria, dopo il lungo periodo di ennesime tribolazioni, l’esigenza di far nascere
l’attività e garantire ai miei figli il giusto sostentamento qualora in un futuro ormai molto vicino
fossi stato costretto a subire la carcerazione per le altre porcherie giuridiche del passato, realizzate
da altri magistrati abominevoli!
A quel punto, presa anche la decisione di rinviare la denuncia contro il malefico, e dopo aver
compreso di essere ormai costretto a pagargli l’estorsione visto che non c’era nessun’altra via
d’uscita in un paese distrutto come l’Italia, mi misi all’opera per reperire i fondi.
Il problema principale, a quel punto, fu reperire quei maledetti 40mila euro, infatti dopo il
lunghissimo periodo di blocco dei lavori divenne un’impresa davvero ardua visto che nessun
interlocutore si fidava più del mio progetto! A causa dello scandalo che provocò quell’unico
giornale che quotidianamente pubblicò in passato notizie false, alcuni possibili partner ritenevano
addirittura che quel mio progetto potesse essere una truffa!
Pertanto fu davvero un’impresa difficilissima reperire quei maledetti 40 mila euro, anche se nel
difficile periodo di ricerca ero sicuro di farcela e mi rincuoravo pensando che se il Buon Dio mi
aveva fatto ottenere l’autorizzazione di Invitalia proprio il giorno del mio compleanno, avrebbe
anche e certamente consentito l’ennesimo miracolo di farmi recuperare in qualche maniera i fondi
dell’estorsione. Infatti ci riuscii, almeno parzialmente, grazie ad una ditta di Napoli che liquidò
mensilmente quasi tutte le somme occorrenti, 30 mila euro circa, in considerazione di un accordo
commerciale che intraprendemmo.
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