NEI SECOLI DEI SECOLI - Gianni Zito - Biografia

(Gianni Zito) #1

I parenti dei pazienti si rendevano conto del mio enorme impegno e mi apprezzavano molto, spesso
ringraziandomi apertamente e ricoprendomi di complimenti.


I pazienti non erano abituati a trattamenti così attenti e disponibili, e mi riferivano che purtroppo
altri colleghi, di altre equipe, spesso erano scontrosi ed antipatici, pur svolgendo alla perfezione il
ruolo di medici, e col tempo capii perché: soffrivano della situazione esasperata che regnava negli
ospedali della zona ove spesso eravamo costretti a trasferire i malati.


Infatti in genere preferivo curare sul posto i pazienti, e la mia soddisfazione più grande era proprio
quella di vedere migliorare, ed a volte francamente guarire, i pazienti che avevo trattato!
Si trattava di una gioia indescrivibile: sapere di aver apportato un grande sollievo al paziente, ed in
alcuni casi la guarigione totale, mi riempiva di orgoglio e nello stesso tempo di enorme gratitudine
verso il Buon Dio che avevo avvertito vicino.
In quelle occasioni ovviamente pensavo anche a mio padre, i cui sforzi importanti per farmi laureare
mi avevano portato ad operare anche in quei contesti, a favore di pazienti in grave difficoltà, ed a
vivere emozioni straordinarie nello svolgere il lavoro più bello del mondo!
Si trattava, infatti, di una professione ricca di umanità, sapienza, disponibilità, pathos, spiritualità.


Eh già, era una vita ricca di pathos e di spiritualità! Sentivo che era proprio quella la mia
dimensione reale! Non ero nato per condurre una vita agiata grazie ad una imprenditoria di
successo, ma a vivere ogni giorno, attraverso le gioie e le sofferenze, la presenza di Dio, il soccorso
verso i più bisognosi, i più sofferenti, e per loro ero disposto ad ogni sacrificio, persino a mettere a
rischio la mia stessa vita!


Il lavoro come medico del 118 racchiudeva in se tante virtù, e mi offriva la solenne possibilità di
mostrare al prossimo chi fossi io davvero, quanto avessi a cuore la sorte del prossimo, dei pazienti,
quanto amassi la società, l’habitat, l’istituzione stessa del soccorso ai malati!


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