Intanto però, a parte le belle fiabe e la brutta realtà, mi toccava andare in carcere, e nei mesi
essendone perfettamente consapevole mi preparai e scelsi di costituirmi a Bollate dove si trovava il
migliore d’Italia, il più umano ed il più efficace in termini di riabilitazione dei detenuti.
Lo avevo studiato talmente bene il carcere di Bollate che avevo raccolto tante foto e le mostravo
periodicamente ad Anna per farla abituare al concetto di carcerazione e per mostrarle che
effettivamente avrei potuto usufruire di un trattamento idoneo ad una persona con i miei problemi di
salute. Avevo verificato che c’era persino la possibilità di lavorare e di poter inviare i soldi ai miei
figli, e questo era l’aspetto più importante per me.
Una parte del carcere di Bollate a Milano
Inoltre vi erano varie sezioni per la formazione al lavoro, la musica, lo sport, lo studio, e persino
una casa editrice che pensavo potessero essermi d’aiuto nella stesura e pubblicazione di questo mio
primo libro.