la Repubblica - 22.07.2019

(Romina) #1
dalla nostra inviata
Arianna Finos

giffoni — Netflix lancia la grande
sfida sull’animazione: per amplia-
re gli orizzonti produttivi, ma an-
che perché da fine anno dovrà con-
trastare l’arrivo della piattaforma
Disney+ (e un catalogo che spazia
dai classici ai gioielli Pixar), il gi-
gante dello streaming ha messo in
cantiere diversi ambiziosi proget-
ti, tra cui il Pinocchio di Guillermo
del Toro e The Willoughbys di Kris
Pearn. Il primo ad arrivare al pub-
blico degli abbonati però sarà
Klaus, firmato dal co-creatore di
Cattivissimo me, Sergio Pablos. Il
cineasta spagnolo ieri al Festival
di Giffoni ha mostrato un corposo
assaggio del cartone spiegandone
lo stile unico che unisce animazio-
ne disegnata a mano e tecnologia
d’avanguardia a seicento attentis-
simi giurati tra i sei e i dieci anni.
Klaus racconta di Jesper, un po-
stino spedito in un paesino scandi-
navo in cui tutti si odiano e quindi
nessuno spedisce lettere. L’incon-
tro con un misterioso giocattolaio
dalla barba bianca, Klaus, darà il
via a una serie di avventure desti-
nate a diventare la leggenda di
Santa Claus. Quand’era ragazzino,
in Spagna, spiega Pablos, «Babbo
Natale non era popolare come og-
gi, la nostra tradizione dei regali è
legata ai Re Magi. Ma i miei figli
hanno sempre preteso i doppi re-
gali. Quando ho capito che non esi-
steva una versione ufficiale delle
origini di Babbo Natale ho pensa-
to a una sorta di prequel che unis-
se umorismo e sentimenti». È una
catena di equivoci il motore della
storia in cui gli elementi tradizio-
nali si aggiungono un po’ per vol-
ta: «Un Babbo Natale che non è an-
cora magico. Mi piaceva l’idea che
all’origine di questa leggenda ci
fosse un piccolo postino egoista e
materalista». Come in Cattivissi-
mo me, si parte da un personaggio
tutt’altro che esemplare: «Adoro
gli antieroi alle prese con un per-
corso di redenzione». Fonte di ispi-
razione non sono stati i cartoni
animati ma i classici natalizi:
«Quand’ero ragazzino c’erano po-
chi canali e certi film si vedevano
solo durante le feste: La vita è una

cosa meravigliosa, Il Grinch, Mira-
colo nella 34esima strada... Capola-
vori che aspettavi tutto l’anno. Il ri-
conoscimento più grande per un
film di Natale è entrare in questa li-
sta con una vita ben più lunga dei
primi mesi di uscita». Un’uscita
che non sarà in sala ma in strea-
ming per gli abbonati di 190 paesi
nel mondo. «Quando ho proposto
il film a Netflix mi hanno detto
due volte “non facciamo animazio-
ne”, alla terza hanno detto “faccia-
mo un’eccezione perché è un film

per famiglie”. Da allora le cose so-
no cambiate: sono grato a Netflix
di puntare così tanto sul film ma
per me quel che conta è che piac-
cia ai bambini». Nessun rimpianto
di non uscire in sala: «Quanti dei
film della lista di cui dicevamo li
abbiamo visti su grande schermo?
La famiglia sul divano nei giorni di
festa è l’immagine perfetta per il
pubblico di oggi». Pablos è consa-
pevole che l’avvento di Disney+ ha
creato grande fermento: «Non si è
mai prodotta tanta animazione co-

me oggi e penso che sarà destina-
ta a crescere. Ci sono più opportu-
nità ma presto bisognerà produr-
re opere forti per non annegare
nella marea delle offerte». La sua
è stata una gavetta lunga, iniziata
alla Disney (Il gobbo di Notre Da-
me, Hercules, Tarzan) e proseguita
a Madrid: «Volevo tornare a casa,
volevo disegnare a mano, in Ame-
rica puntavano solo sul digitale.
Da semplice animatore mi sono
trasformato in sceneggiatore, regi-
sta, produttore. Ho imparato, boc-
ciatura dopo bocciatura. Se pensi
di essere un genio non vai da nes-
suna parte». La svolta con l’idea di
Cattivissimo me di cui è sceneggia-
tore: «Ho sempre amato i cattivi al-
la Capitan Uncino o Hannibal Lec-
ter, poi ho pensato a un cattivo
ostacolato da tre ragazzine che vi-
vono con lui». Fondamentale l’in-
contro con Chris Meledandri di Il-
lumination. «Sono volato a Los An-
geles, avevo fissato venti appunta-
menti in una mattina con altret-
tanti produttori. Chris si è seduto
per primo, ha guardato i progetti,
ha indicato Cattivissimo me e ha
detto “prendo questo, non farlo ve-
dere a nessun altro». Ho trascorso
una mattinata a spiegare la cosa a
executive arrabbiati, imbarazzato
ma col cuore gonfio di gioia».
©RIPRODUZIONE RISERVATA

f


al festival di giffoni

Klaus, il cartoon


da vedere sul divano


Netflix debutta nell’animazione con un film su Babbo Natale, solo streaming


Il regista Pablos: “La sala non è tutto, sono cresciuto con i capolavori in tv”


Spettacoli


g


Le piattaforme


offrono opportunità


a tutti


ma dovremo fare


opere sempre più forti


per non annegare


nel mare delle offerte


La mobilità sostenibile non è fan-
tascienza. A Giffoni l’ad di Toyota
Motor Italia, Mauro Caruccio, ha
tenuto una masterclass con i ra-
gazzi sull’enviromental plan
dell’azienda dalla tecnologia Full
Hybrid Electric al Toyota Fuel
Cell System, il motore a celle a
combustibile alimentato a idroge-
no come quello della Mirai (“futu-
ro” in giapponese): emette vapore
acqueo, 500 chilometri di autono-
mia, tre minuti per ricaricare e l’i-
drogeno vettore energetico. An-
che un’automobile, come un film,
può stupire con effetti speciali.

La masterclass Toyota


Un festival sostenibile


anche nella mobilità


pagina. 28 Lunedì, 22 luglio 2019

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