la Repubblica - 22.07.2019

(Romina) #1
dalla nostra inviata

gwangju — Greg l’esploratore: del
mare e delle città, dell’arte e dell’un-
derground. «Penso che le cose mi-
gliori provengano dagli spiriti ec-
centrici». A Paltrinieri la piscina
non basta più. Neanche se la nuota
tutta, per 30 vasche, e dentro ci pe-
sca l’oro olimpico. Il campione di
Rio 2016 nei 1500 stile libero cerca
nuove avventure. L’ultima: l’esordio
mondiale nel fondo a Gwangju, do-
ve ha pescato un 6° posto nella 10
km olimpica e il pass per Tokyo
2020 oltre a un argento con la staf-
fetta a squadre. Nella notte italiana,
il ritorno in vasca per gli 800 stile li-
bero.
Che cosa ha scoperto a largo,
nelle acque libere?
«Divertimento e un’esperienza
difficile, forse più di quanto pensassi.
Soprattutto perché gare così piene di
gente forte io non le avevo mai fatte.
Noi primi 10 che ci siamo qualificati
per le Olimpiadi siamo tutti delle
bestie, gente che lo fa da tantissimo
tempo. Anche se non è andata come
volevo: la strategia di provare ad
andare via davanti non è stata saggia,
a un km e mezzo dalla fine gli
inseguitori si sono fatti forza e mi
hanno messo in crisi. Il 6° posto mi
lascia un po’ così, ma ho preso il pass

per i Giochi. C’è tanto da migliorare e
aggiustare, però proseguo il progetto
perché sono fiducioso di poter fare
bene ai Giochi».
Anche il suo coach Stefano Morini
continua a essere d’accordo?
«Già in questi giorni ci siamo messi lì
col calendario per provare a fare una
programmazione per l’anno
prossimo. Non abbiamo stravolto
niente della preparazione, gli
allenamenti in vasca sono uguali,
cioè sempre pesanti. Sono pronto per
tornare in corsia, gli 800 saranno
molto combattuti e siamo in tanti, io
credo che sarò in batteria con Sun
Yang. Tutti spingeranno parecchio e
sarà una bella battaglia. Ma io ci sono.
Ho lavorato bene tutto quest’anno,
anche se ad aprile sono andato
sicuramente meglio nei 1500».
E che altro ha fatto quest’anno?
«Ho preso casa in affitto a Ostia,
vicino alla piscina. È stato il più
grande cambiamento, mi piace,
anche se stando molto fuori non l’ho
vissuta tanto. Però fa una grande
differenza avere un posto tuo dove
tornare anziché stare chiuso in una
stanza al centro federale per poi
andare ogni giorno a mangiare al
ristorante. Ora mi cucino da solo, ci
provo: quando vado a Carpi compro
tutto quello che mi serve, cappelletti,
tortellini, lasagne».
La vita adulta incalza.

«La vita incalza sempre, per questo
mi piace tutta e in tutte le sue forme.
E adesso che sto celebrando il mio 5°
Mondiale, a 24 anni, mi sembra di
essere in questa Nazionale da
sempre. Vedo ragazzi giovanissimi e
una buona squadra, competitiva in
tutte le gare. Sono contento per
Marco De Tullio che si allena con me
e Gabriele Detti a Ostia e che al suo
debutto mondiale, a 19 anni, è entrato
in finale dei 400, ha chiuso 5° e senza
paura. Io a Shanghai 2011 fui 22°».
A Shanghai la bellezza della città,
Gwangju distrae meno.
«È un posto sperduto, in mezzo al
nulla. Venendo in Corea ti aspetti
Seul. Anche se poi a noi in vasca basta
che gli impianti siano belli».
Quanto conta l’estetica per lei?
«Abbastanza, ma soprattutto conta la
stravaganza, specie quella interiore.
Mi sono innamorato di Basquiat per
questo: per caso andai a vedere una
mostra a Roma e rimasi folgorato.
Dalle opere e dalla sua storia. Un
matto vero, uno fuori dagli schemi.
Lui e Andy Warhol in quella New
York di una generazione dalla vita
spericolata, estrema. Io sono attratto
dalle metropoli e dall’underground.
Credo che le cose migliori escano
sempre dalla stravaganza, dagli
incontri e dalla disobbedienza».
— a.r.
©RIPRODUZIONE RISERVATA

L’intervista


Paltrinieri “Una nuova vita


tra Ostia, Tokyo e Basquiat”


MARK SCHIEFELBEIN/AP

g


In vista dei
Giochi ho
preso casa,
cucino
tortellini
e cappelletti
Per me conta
essere
stravaganti,
come nella
New York
di Warhol

f


Stanotte 800
Paltrinieri,
24 anni,
dalle 3 nelle
eliminatorie

. Lunedì, 22 luglio 2019 Sport pagina^35

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