Il Settimanale 32

(Francesco CaccavellaNHp1fh) #1

L’INCHIESTA


26


QUI CALIFORNIA


ils

Intelligenza artificiale, la frontiera


che riaccende la corsa all’oro


È


recente la notizia che quattro
eminenti ricercatori di intelli-
genza artificiale hanno lasciato
Google per fondare Mobius AI, una star-
tup focalizzata sulla tecnologia dell’in-
telligenza artificiale in grado di creare
i propri video e foto. Sebbene inizial-
mente incerta sul prodotto, la startup
ha rapidamente attirato l’attenzione
delle principali società di venture ca-
pital di Silicon Valley che, in una set-
timana, hanno deciso di co-finanziare
la startup. L’offerta ha spinto Mobius,
che aveva solo quattro membri e un
laptop, a una valutazione di circa 100
milioni di dollari. Roba da poco rispet-
to al finanziamento da 10 miliardi di
dollari ricevuto da OpenAI e dalla som-
ma collettiva ricevuta dalle 616 startup
di intelligenza artificiale che, secondo
la ricerca di Crunchbase, hanno rice-
vuto investimenti di circa altri 6 mi-
liardi di dollari in questi ultimi mesi.
Ma perché stanno impazzendo tut-
ti per questa nuova tecnologia? Jeff
Bezos, ceo di Amazon, di recente ha
detto che un giorno, se la sua azien-
da smetterà di investire in tecnologia,
probabilmente andrà fallita: in questo
momento la loro tecnologia fa affida-
mento su un minuscolo componente
che Amazon non produce interna-
mente. Lo stesso Bezos ha investito in
una tecnologia emergente che, a suo
avviso, «migliorerà ogni attività». In-
dovinate qual è? È la stessa che alcuni
ricercatori di mercato ritengono che
potrebbe potenzialmente valere fino a
15,7 trilioni di dollari!
Un articolo del New York Times, intito-
lato “Lascia che 1.000 fiori sboccino”

annuncia : «Intelligenza artificiale, la
frenesia dei finanziamenti si intensifi-
ca. In poche settimane, una corsa all’o-
ro nelle startup di AI è diventata una
vera e propria mania». E la Califor-
nia di corsa all’oro ne sa qualcosa! Le
più importanti startup di intelligenza
artificiale del Golden State, secondo
Wellfound, sono ben 305. Si calcola
che collettivamente tutte le startup
americane, in questo momento, stan-
no cercando 11.603 digital designers,
80.570 ingegneri, 21.964 figure nel
marketing e 31.818 commerciali.
Cosa vi ricordano questi dati? A
me ricordano le 275 startup che
cercarono di imitare Facebook, le
valutazioni pazzesche di piattafor-
me digitali sulla Borsa di Wall Stre-
et, l’investimento delirante di Elon
Musk in Twitter e la bolla delle Dot-
Com alla fine degli anni novanta. Mi
ricorda anche che, per quelli che
amano la preistoria, nell’anno 1900
in America c’erano 1.001 aziende che
costruivano automobili!
La storia si ripeterà con questa nuova
tecnologia? Si, senza dubbio alcuno! Ci

vorranno i soliti venti anni per snelli-
re il gruppo di contendenti e saranno
pochi a sopravvivere. Possiamo però
contare sul fatto che quelli che lo fa-
ranno trasformeranno il mondo come
d’altronde lo hanno fatto le tecnologie
delle ‘ere’ passate.
Dobbiamo stare attenti però su dove
investire. Scriveva il ‘filosofo del ma-
nagement’ Peter Drucker che l’alta tec-
nologia è la «cima della montagna» ma
la cima non può esistere senza la mon-
tagna e la montagna è creata da lavori
a zero, bassa e media tecnologia! L’eco-
nomia, in altre parole, non può basarsi
sulla creazione solo di alta tecnologia
perchè ci vogliono almeno vent’anni
perchè l’high tech paghi dividendi. Nel
frattempo il mondo deve andare avanti
e i ponti non devono crollare per man-
cati investimenti. Non c’è vetta senza
montagna e la montagna è costruita
da noi, miliardi di persone che badano,
quotidianamente, alle esigenze di vita
di un’umanità che sogna nuove tec-
nologie, ma che nel frattempo usa gli
strumenti che ha tra le mani. n

Tra progresso e ingenuità


umana, la Silicon


Valley si innamora


di una nuova tecnologia


e, in stile prettamente


californiano, getta il cuore


oltre l’ostacolo: poi lo segue


con investimenti miliardari


A cura di Ernesto Sirolli
docente e consulente
di economia aziendale
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