Il Settimanale 32

(Francesco CaccavellaNHp1fh) #1

L’INCHIESTA


27


QUI BRUXELLES


VENERDÌ 14 APRILE 2023

I prodotti vanno riparati, non buttati:


stop all’obsolescenza programmata


Via libera della Commissione


Ue agli ultimi tasselli


del piano Ecodesign, che


fissa nuovi obblighi per


produttori e venditori. Altolà


anche al green washing,


le false rivendicazioni di


caratteristiche verdi e


prestazioni ambientali


A cura di
Lorenzo Consoli

O


gni anno, nell’Unione europea,
vengono letteralmente buttati via
prodotti, anche di cospicuo valo-
re, che sono stati usati per poco tempo e
che potrebbero essere benissimo riparati.
Vanno invece a generare 35 milioni di ton-
nellate di rifiuti, con uno spreco di 30 mi-
lioni di tonnellate di risorse (componenti
e materie prime riutilizzabili o riciclabili).
Inoltre, questo spreco comporta l’emissio-
ne di 261 milioni di tonnellate di gas a ef-
fetto serra che potrebbe essere evitata, e
una perdita economica per i consumatori,
costretti alla sostituzione di prodotti che
potrebbero essere riparati, stimata a quasi
12 miliardi di euro all’anno.
Questi dati, diffusi dalla Commissio-
ne europea, hanno indotto l’Esecutivo
comunitario a presentare un articolato
piano per garantire che i tutti prodotti
industriali messi in vendita nell’Ue siano
innanzitutto concepiti e progettati per
essere interamente riciclabili e riparabili
(“Ecodesign”); e che vi sia per i produttori
l’obbligo di informare i consumatori sulla
durata e riparabilità dei prodotti, con l’o-
biettivo di evitare sia l’obsolescenza pro-
grammata (la degradazione o il blocco del
funzionamento dopo la fine della validità
della garanzia legale) che il “greenwa-
shing” (le false rivendicazioni di caratte-
ristiche green e prestazioni ambientali). Il
venditore dovrà fornire inoltre un “indice
di riparabilità” (se applicabile), e altre in-
formazioni messe a disposizione dal pro-

duttore, come la disponibilità di pezzi di
ricambio o un manuale di riparazione.
Queste proposte (un nuovo regolamento
“Ecodesign”, una modifica della direttiva
sui diritti dei consumatori e un aggiorna-
mento della lista nera della direttiva sulle
pratiche commerciali sleali vietate) sono
state tutte presentate dalla Commissione
un anno fa, il 30 marzo 2022. Mancavano
ancora, tuttavia, due atti legislativi speci-
fici, necessari per completare il pacchetto,
che sono stati presentati il 22 marzo scor-
so: una direttiva con i criteri comuni per
contrastare il “greenwashing”, e soprat-
tutto un’altra direttiva riguardante il “di-
ritto alla riparazione” che verrà garantito
per tutti i consumatori nel mercato unico
europeo.
La proposta sul diritto alla riparazio-
ne, in particolare, fissa le norme comuni
Ue per allargare quanto più possibile la
possibilità di riparare i prodotti, privile-
giando questa opzione rispetto alla loro
sostituzione, quando questo è fattibile ed
economicamente vantaggioso per il con-
sumatore. La direttiva, tra l’altro, intende
stimolare il settore della riparazione, com-
posto in massima parte di Pmi, oltre che
incentivare i produttori e i venditori a svi-
luppare modelli di business più sostenibili.
Le nuove norme si applicano sia al periodo
di due anni di validità della garanzia legale
post-vendita, nel quale starà ai venditori
e produttori dare priorità alla riparazio-
ne gratuita dei prodotti difettosi rispetto

alla loro sostituzione (che oggi è sovente
la scelta privilegiata), sia al periodo suc-
cessivo alla scadenza della garanzia. In
quest’ultimo caso, la riparazione dovrà es-
sere facilitata e resa disponibile a un costo
proporzionato, e non essere, come spesso
accade oggi, impossibile o troppo cara. I
produttori saranno tenuti a informare i
consumatori sui prodotti per i quali do-
vranno garantire il diritto alla riparazio-
ne, sempre che siano tecnicamente ripa-
rabili.
La direttiva dispone che ogni Stato mem-
bro debba aprire e mettere a disposizione
una piattaforma online sulla riparazione
(“matchmaking repair platform”). La piat-
taforma permetterà di mettere in contatto
i consumatori con i riparatori e anche con
i venditori di beni riparati presenti nella
loro zona. Questo faciliterà la ricerca e il
confronto delle offerte più interessanti e
aumenterà la visibilità dei riparatori.
La Commissione presenterà un for-
mulario europeo di informazioni sulla
riparazione (“European Repair Informa-
tion Form”), che i consumatori potranno
richiedere a qualsiasi riparatore e che ga-
rantirà la trasparenza delle condizioni e
del prezzo. L’Esecutivo Ue elaborerà anche
uno standard europeo di qualità riguardo
ai servizi di riparazione, per aiutare i con-
sumatori a individuare i riparatori che si
impegnano a offrire un servizio migliore.
Questo standard sarà aperto a tutti i ripa-
ratori dell’Ue che intendono impegnarsi a
favore di norme minime di qualità, basate
ad esempio sulla durata o sulla disponibi-
lità dei prodotti.
Un’opzione che è stata discussa a lungo
dai servizi della Commissione, e che era
richiesta in particolare dalle associazioni
dei consumatori, era quella dell’estensio-
ne oltre gli attuali due anni della garanzia
legale dei prodotti, soprattutto di quelli
più durevoli. Alla fine, questa ipotesi è sta-
ta scartata perché, come hanno spiegato
fonti della Commissione, è proprio nel pe-
riodo di validità della garanzia che avvie-
ne più spesso e facilmente la sostituzione
di prodotti che sarebbero perfettamente
riparabili.
La proposta della Commissione dovrà ora
essere adottata dal Parlamento europeo e
dal Consiglio Ue. n
Free download pdf