Il Sole 24 Ore - 05.03.2020

(Frankie) #1

6 Giovedì 5 Marzo 2020 Il Sole 24 Ore


Primo Piano Coronavirus


Fmi lancia l’allarme crescita


Borse, rally a Wall Street


La reazione. Il vantaggio di Biden nelle primarie democratiche e gli stimoli monetari sostengono


i listini, sebbene S&P e Fondo Monetario abbiano previsto il taglio delle stime economiche 


Andrea Franceschi


Dopo la reazione scomposta al taglio


di mezzo punto dei tassi deciso mar-
tedì dalla Fed, e nel giorno in cui il

Fondo Monetario ha lanciato un al-


larme-crescita, le Borse si sono stabi-
lizzate ieri in una giornata caratteriz-

zata ancora da oscillazioni superiori


alla media sulle maggiori piazze
azionarie. Piazza Affari ha chiuso gli

scambi con un rialzo dello ,% ma


ha ridimensionato di molto i guada-
gni registrati nel corso della giornata

(a metà seduta l’indice registrava


rialzi superiori al %). La decisione
del governo italiano di aumentare il

livello di guardia nel contrasto al vi-


rus chiudendo le scuole fino a metà
marzo ha evidentemente smorzato

gli entusiasmi degli investitori. Lo


stesso è successo anche sulle altre
piazze europee e lo Stoxx , che a

metà seduta guadagnava il %, ha


chiuso a +, per cento.
Certo rispetto ai tonfi della scorsa

settimana i numeri sono positivi. La


maggior propensione al rischio è sta-
ta dettata in parte dalla scommessa

su un intervento di stimolo fiscale e


monetario per contrastare gli effetti
sulla crescita dell’epidemia e in parte

dagli ultimi sviluppi sul fronte delle
primarie democratiche negli Usa: il

ritiro di Mike Bloomberg e l’endorse-


ment a Joe Biden hanno infatti raf-
forzato l’ex vice di Obama già uscito

vittorioso dal “super Tuesday” e que-


sta è una notizia che piace agli inve-
stitori notoriamente meno favorevo-

li al radicale Sanders. La notizia ha


dato la spinta anche a Wall Street che
in serata mostrava rialzi di oltre il %

sul Dow Jones.


Oltre a questi fattori gli investitori
continuano a prezzare un rinnovato

interventismo da parte delle banche


centrali dopo il taglio a sorpresa del
costo del denaro deciso martedì dalla

Fed. Il tema dello stimolo monetario


ha pesato sull’andamento del merca-
to obbligazionario in una seduta ca-

ratterizzata da un calo generalizzato


dei rendimenti: ieri il tasso dei Trea-
sury americani si è stabilizzato sotto

l’% mentre il tasso dei Bund ha chiu-


so gli scambi a -, per cento. I BTp
hanno beneficiato solo temporanea-

mente di questa corsa agli acquisti.


La notizia della chiusura delle scuole
ha innescato l’inversione di rotta do-

po una mattinata di forti acquisti e i


rendimenti, dal minimo di ,%
hanno chiuso gli scambi all’,%

mentre lo spread, che in mattinata
era sceso fino a  punti, è balzato

fino a  al termine degli scambi. È


andata meglio ad altri Paesi periferici
come Spagna, Portogallo o Grecia

che, a differenza dell’Italia, hanno


chiuso gli scambi con rendimenti e
spread in calo. Questa flessione dei

tassi e il deprezzamento dell’euro ri-
flettono l’aspettativa che la Bce possa

mettere in atto una contromossa alla


sforbiciata annunciata martedì dalla
Fed. Il taglio di  punti base del costo

del denaro, quello deciso dalla Banca
centrale americana, potrebbe essere

il primo di una serie secondo Amundi


Asset Management. Per i gestori della
casa francese alla mossa della Fed la

Bce potrebbe rispondere con un au-


mento del Qe e un rilancio dei finan-
ziamenti agevolati al settore banca-

rio (Tltro). Meno probabile un taglio


dei tassi. Secondo Domenico Rizzuto


di DR Finance Consulting una misura


del genere avrebbe «effetti contro-


producenti perché andrebbe a pena-
lizzare uno dei settori più vulnerabili:

quello bancario» esposto a un au-


mento di crediti in sofferenza. Un ri-
schio che per il gestore potrebbe es-

sere tamponato con una tornata di


finanziamenti agevolati Tltro. Se-
condo un documento ufficiale della

Commissione europea rilanciato ieri


da Bloomberg il rischio di una «crisi
di liquidità» delle aziende costrette

allo stop è la vera minaccia. Il rappor-


to, che prefigura una recessione in


Italia e Francia, ha fatto da base per le


discussioni in seno all’Eurogruppo di


ieri da cui tuttavia è emerso solo un
generico impegno a usare «ogni stru-

mento di policy per sostenere l’eco-


nomia». Ieri intanto Standard & Poo-
r’s ha dimezzato allo ,% la stima di

crescita per l’Eurozona nel  pre-


vedendo un impatto «particolar-
mente pronunciato» in Italia. Il Fmi,

da parte sua ha messo in conto un


rallentamento della crescita mondia-
le rispetto al  pur non sbilancian-

dosi ad elaborare nuove stime.


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LA RISPOSTA DELLA POLITICA MONETARIA


La mossa Fed necessaria ma insufficiente


Riccardo Sorrentino


Una mossa inattesa, di dimensioni


inusuali. La Fed ha sicuramente colto


tutti di sorpresa, ma non ha certo en-


tusiasmato i mercati: il Dow Jones ha


perso martedì il ,%, mentre ieri ha


parzialmente guadagnato terreno,


ma solo per le vittorie di Joe Biden nei


caucus democratici. Creando un cu-


rioso paradosso: una situazione poli-


tica, ancora aperta, ha avuto un effetto


più ampio di una mossa sui tassi, che


modifica immediatamente i valori at-


tuali (e quindi, ci si deve attendere,


delle quotazioni) dei flussi di cassa


previsti per ciascun asset finanziario.


Eppure, è a Wall Street che la Fed
guardava, quando ha deciso di taglia-

re i tassi di  punti base, all’-,%.


Un taglio deciso nel periodo tra due
riunioni del Fomc, il comitato di poli-

tica monetaria – la prossima è previ-
sta il  marzo – ha proprio la funzio-

ne di avere un impatto forte sui mer-


cati, come conferma sul blog The
Market monetarist Robert Hetzel, ex

economista della Fed di Richmond,


voce spesso critica della politica mo-
netaria americana. Il presidente della

Fed Jeremy Powell ha parlato martedì


di«mercati che si muovono in manie-
ra ordinata» (anche se in forte calo)

ma ha aggiunto che il taglio ha la fun-


zione di mantenere accomodative le
condizioni finanziarie, che non devo-

no irrigidirsi (come avviene, tra l’al-


tro, quando gli indici di Borsa calano).
Perché allora i mercati non hanno

tratto giovamento dalla risolutezza


della Fed? I fattori sono molti. Alcuni
sono accidentali. Un taglio di -

era per esempio già ampiamente


scontato dal mercato obbligaziona-
rio, e un ulteriore analogo taglio è ora

previsto per giugno. Powell, però, ha


detto che al Fomc «piace l’attuale
orientamento della politica moneta-

ria», come se non volesse alimentare


le attese di ulteriori mosse.
Soprattutto è chiaro – e il presiden-

te lo ha ammesso – che uno shock sul-


l’offerta, che l’epidemia provoca in-
sieme a uno shock sulla domanda,

non può essere risolto con la politica


monetaria. Anche in questa situazio-
ne, però, un taglio dei tassi non è del

tutto inutile. «Se le famiglie dovessero


considerare lo shock durevole – nota
Hetzel – e diventassero pessimiste sul

futuro, vorranno risparmiare di più».


Trasferiranno quindi i loro consumi
dal presente nel futuro, e il valore dei

beni acquistati oggi diventerà più


basso rispetto a quello dei beni da ac-
quistare domani. Questo, continua

Hetzel, corrisponde a un calo del tasso


di interesse reale che la Fed deve “se-
guire” per mantenere la domanda ag-

gregata (e per evitare, si può aggiun-


gere, una spirale negativa tra minore
offerta e minore domanda).

Un taglio dei tassi è quindi utile,


forse necessario. È però insufficiente.
Emerge sempre più la consapevolez-

za che in questa crisi la politica mone-


taria – con l’aiuto della politica fiscale



  • debba scendere nel profondo del-


l’economia. Aziende ferme o con atti-


vità al minimo dovranno comunque


pagare i loro debiti, e gli stipendi; e le
persone dovranno pagare mutui e af-

fitti. John Cochrane, fellow della Hoo-


ver Institution alla Stanford, ha ben
descritto – qualche ora prima del ta-

glio Fed – i termini della questione nel


suo blog The grumpy economist: «Ci
potrebbe essere un’enorme ondata di

fallimenti, di insolvenze o una sem-


plice incapacità di pagare i propri de-
biti. Un’interruzione di modesta du-

rata dell’attività economica, senza in-


terventi, potrebbe essere una cata-
strofe finanziaria».

In assenza di assicurazioni contro


le pandemie o di enormi risparmi li-
quidi – che non ci sono, malgrado il

gran parlare del saving glut che avreb-


be frenato il mondo – la situazione re-
sterebbe grave anche se le banche vo-

lessero, o fossero costrette a finanzia-
re imprese e famiglie in questa fase

difficile. Anche se la ripresa dovesse


essere molto robusta, nota Cochrane,


non si recupererà mai la “produzione


perduta”, e quindi il reddito mancato,
durante la crisi. Non ci saranno, in-

somma, sufficienti risparmi futuri a


cui attingere per concedere i finanzia-
menti di oggi. Occorre allora un

«grande piano finanziario in risposta


alla pandemia», nota l’economista
(notoriamente liberista), che funzioni

come un’assicurazione, impedisca i


fallimenti dove possibile, «inondi il
Paese di moneta che vada nei posti

giusti», e realizzi con prudenza salva-
taggi mirati.

Se questo è lo scenario e le necessi-


tà dell’economia, è facile allora con-
cludere che il taglio dei tassi della Fed,

e forse anche le aste di liquidità targe-


ted, mirate alle piccole e piccolissime
aziende che secondo alcune indiscre-

zioni la Bce, con maggior concretezza,


starebbe studiando, sono poca cosa
rispetto i rischi. Occorre molto di più.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

MINISTRI IN TELECONFERENZA


Eurogruppo al lavoro


per varare misure


di stimolo coordinate


Beda Romano


Dal nostro corrispondente
BRUXELLES

I ministri delle Finanze della zona eu-
ro hanno dato mandato ieri ai Tesori

nazionali di studiare varie opzioni per


sostenere l’economia mentre l’epide-
mia influenzale da coronavirus sta

pesando sulla congiuntura in vari pa-


esi dell’unione monetaria. Come pre-
vedibile, la riunione di ieri è stata in-

terlocutoria. Dietro al desidero di me-


glio studiare la situazione, si nascon-
dono impressioni diverse da paese a

paese, così come diverse filosofie di


politica economica.
Parlando a Lisbona dopo una riu-

nione straordinaria in teleconferenza,


il presidente dell’Eurogruppo Mário
Centeno ha assicurato che i ministri

stanno seguendo la situazione «da


molto vicino». L’epidemia «sta avendo
un impatto negativo sull’economia

globale, ma lo sviluppo così come la


durata del problema restano incerti».
Il ministro delle Finanze portoghese ha

ribadito che le regole di bilancio per-


mettono ai paesi in difficoltà di deviare
dagli obiettivi di finanza pubblica. Do-

po avere accolto positivamente le mi-
sure fin qui prese da alcuni paesi per

aiutare l’economia, il presidente Cen-


teno ha spiegato che i ministri delle Fi-
nanze «coordineranno le loro risposte

e sono pronti a usare tutti gli strumenti


appropriati per ottenere una crescita
che sia forte e sostenibile». Ha poi pre-

cisato: «Siamo pronti a prendere ulte-


riori misure, anche di bilancio quando
appropriate (...), tenendo conto delle

circostanze paese per paese».


In serata il ministro Roberto Gual-
tieri ha affermato che l’Eurogruppo

«ha confermato la possibilità di ricor-


rere alla flessibilità prevista dalle re-
gole Ue», con «l’impegno all’adozione

coordinata delle necessarie misure


per sostenere la crescita anche con sti-
moli di bilancio»

In ultima analisi, l’Eurogruppo ha


quindi deciso di chiedere ai Tesori na-
zionali di lavorare su possibili opzioni

per sostenere l’economia. I ministri


discuteranno nella loro riunione del
 marzo a Bruxelles di varie misure,

«di bilancio, finanziarie e strutturali».


Solo una manciata di ministri ha par-
lato durante la riunione, in particolare

i rappresentanti di Francia e Italia, i


due paesi più colpiti in Europa dal-
l’epidemia influenzale.

Dietro alla scelta di chiedere al li-
vello tecnico di studiare possibili op-

zioni si nasconde certamente il desi-


derio di capire con maggiori certezze
l’impatto del coronavirus sull’econo-

mia europea. Economisti di mercato


stanno riducendo drasticamente le
loro stime di crescita, mentre le istitu-

zioni pubbliche restano più caute.


L’Eurogruppo nel suo insieme prefe-
risce la prudenza in un contesto di

grande incertezza: «L’impatto del co-


ronavirus non è ancora misurato né
misurabile», nota un funzionario.

Ciò detto, la riunione di ieri ha con-


fermato le impressioni della vigilia (si
veda Il Sole  Ore di martedì). I paesi

hanno posizioni diverse. A differenza
del fallimento di Lehman Brothers,

che colpì paesi e settori pressoché in-


differentemente, oggi il coronavirus
colpisce alcuni paesi più di altri. «È

normale che le visioni siano diverse»,


osserva un esponente comunitario.
C’è di più. Prevale in molti il desiderio

di evitare la scelta del - di


dare carta bianca ai governi per spen-
dere a piacimento.

Nel decidere il da farsi,l’Eurogrup-


po dovrà ingegnarsi per trovare un
percorso stretto tra il rispetto delle re-

gole di bilancio; il desiderio di alcuni


paesi di perseguire la strategia della
ruhige Hand – la mano leggera – che

fu difesa dalla cancelliera Angela Me-


rkel un decennio fa; e l’obiettivo di
evitare comunque che il rallentamen-

to si trasformi in recessione. Ad alcuni


paesi (la Germania o l’Olanda) verrà
chiesto di fare più di quanto vorrebbe-

ro, ad altri (la Francia o l’Italia) meno.


Intanto ieri Oxford Economics ha
spiegato di prevedere una contrazione

del prodotto interno lordo a livello


mondiale nel primo trimestre. Secon-
do il centro-studi, le importazioni ci-

nesi sono in diminuzione del % nel


periodo gennaio-marzo, rispetto al tri-
mestre precedente. Come altri esperti,

Oxford Economics si aspetta un rim-
balzo a partire dal secondo trimestre.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il problema più urgente


è far giungere la liquidità


a imprese e famiglie


Performance % di ieri e da inizio anno


IERI PERFORMANCE DA INIZIO ANNO

* Alle 20 ora italiana

New York


S&P 500 *


-9,


+1,


-7,


+1,


-4,


+2,


-8,


+1,


-8,


+1,


-6,


+1,


-6,


+0,


Londra


Ftse 100


Europe 600


Stoxx


Parigi


Cac 40


Madrid


Ibex 35


Milano


Ftse Mib


Francoforte


Dax


Le Borse


1-1,


I FED FUNDS
DOPO IL TAGLIO
La Federal
Reserve ha deciso
martedì un taglio
di 50 punti base
dei tassi. La
peculiarità della
decisione è che è
avvenuta tra due
riunioni del Fomc

I MERCATI


LA GERMANIA VIETA DI ESPORTARE MASCHERINE


Il Governo tedesco ha vietato, per decreto, l’esportazione
di materiale sanitario, come ad esempio le mascherine. Le

eccezioni, ha detto il ministro della Sanità, sono possibili


solo a «determinate condizioni»


IL FUTURO GOVERNATORE


La Boe: valutare


meglio l’impatto


prima di tagliare


Andrew Bailey, governatore


designato della Bank of England,


vuole esaminare meglio l’impatto
economico del coronavirus prima

di decidere se tagliare i tassi di


interesse. «Credo che ci servano
ulteriori prove delle effettive

ripercussioni rispetto a quelle che


abbiamo oggi», ha detto alla
commissione Tesoro del

Parlamento, rispondendo alla


domanda se fosse favorevole a un
taglio prima del  marzo, data

fissata per il prossimo annuncio di


politica monetaria della Boe
(nonché data del suo debutto alla

guida dell’istituto). «Il comitato di


politica monetaria nella sua storia
non ha operato tendenzialmente

così, ma non esiste un divieto».


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riunione decisiva il  marzo


Gualtieri: confermato


possibile uso della flessibilità


PETROLIO


Opec Plus a Vienna, ipotesi di extra tagli


L’Opec Plus si riunisce a Vienna


con l’incubo che il coronavirus


possa addirittura diminuire la
domanda di petrolio nel , un

evento che si è verificato solo altre


tre volte negli ultimi  anni e che
imporrebbe al gruppo di tagliare la

produzione in modo molto più


drastico di quanto avesse sperato.
L’Arabia Saudita, secondo i

rumor, ora starebbe premendo per


una riduzione extra di ben ,
milioni di barili e non più di  mbg

come nei giorni scorsi: un sacrificio


che si aggiungerebbe al taglio da ,
mbg già in vigore e che Riad

vorrebbe condividere il più


possibile con gli altri membri della
coalizione, ma al quale la Russia

tuttora oppone (o finge di opporre)


resistenza. Le trattative


proseguiranno a oltranza, per


impacchettare entro domani un


accordo convincente. Ma il mercato
non si fida – il Brent ha perso l’%,

ripiegando sotto  dollari – e


contrastare il pessimismo degli
operatori non sarà facile.

L’ipotesi di un calo della


domanda petrolifera anche su base
annua è diventata più concreta col

dilagare dell’epidemia, che dalla


Cina si è ormai estesa a oltre 
Paesi nel mondo. E a sposarla oggi

c’è anche Goldman Sachs, prima


tra le grandi banche ad aver gettato
il cuore oltre l’ostacolo, per

prevedere una crescita negativa di


mila bg (la sua previsione ante-
coronavirus era un incremento di

, mbg). Dal  solo altre tre volte


c’è stata una contrazione: nel 


e nel , per effetto della crisi


finanziaria globale, e in precedenza


nel , quando gli Usa stavano
uscendo da una recessione. La

maggior parte degli analisti non ha


ancora rifatto i calcoli per tenere
conto del fatto che il coronavirus

non è più confinato solo alla Cina.


Chi ha aggiornato le stime ha usato
l’accetta. Per Ihs Markit la

domanda di petrolio nel


primo trimestre subirà un calo di
dimensioni mai viste: , mbg. Il

precedente record, nel primo


trimestre , era stato -, mbg.
Facts Global Energy (Fge), tra i

primi a prevedere un declino della
domanda di greggio nel , si

aspetta almeno mila bg in


meno rispetto all’anno scorso.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Kristalina


Georgieva.


Direttrice
del Fondo

monetario


internazionale


L’INDIA LIMITA L’EXPORT DI MEDICINALI


L’India, il maggior fornitore di farmaci al mondo, ha ristretto
le esportazioni di 26 principi attivi e i medicinali derivati. Le

industrie indiane contano su produttori cinesi per il 70% dei


principi attivi che usano.


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febbraio accessi

record vicini alla
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milioni di browser


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Lo spread


BTp-Bund,


che in


mattinata


era sceso


fino a


152 punti,


è balzato


a 165


in chiusura


Powell ha


dato l’im-


pressione


di non voler


alimentare


troppe at-


tese per


un prossi-


mo allenta-


mento


Opa sui test
coronavirus.

Thermo Fisher ha


lanciato
un’offerta

complessiva da


11,4 milioni di
dollari su Qiagen,

il gruppo


farmaceutico
europeo che

produce i test sul


coronavirus

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